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PROPRIO STAMANE AVEVO CITATO, PER L'ENNESIMA VOLTA, JACK BRUCE.
E OGGI POMERIGGIO, CERCANDO ALTRO SU INTERNET, HO SCOPERTO CHE JACK NON C'È PIÙ. IL MONDO PERDE NON SOLO UNA LEGGENDA DEL BASSO, UN MUSICISTA SUPREMO, MA ANCHE UN INTERPRETE INTELLIGENTE, VERSATILE, APERTO ALLE CONTAMINAZIONI, ATTENTO ALLA TRADIZIONE MA PERFETTAMENTE IN GRADO DI REINVENTARE E RIELABORARE. HO SCRITTO TANTE DI QUELLE DI VOLTE DI JACK CHE ADESSO NON HO ALTRE PAROLE CHE POSSANO RENDERE AL MEGLIO LA STIMA ENORME CHE PROVAVO NEI SUOI CONFRONTI, E ANCHE LA RICONOSCENZA PER TUTTA LA SPLENDIDA MUSICA CHE CI HA PROFUSO A PIENE MANI. CON LA SCOMPARSA DI JACK BRUCE, OGGI SE NE VA UN PEZZO DELLA MIA VITA, UNO SCONOSCIUTO MA FAMILIARISSIMO COMPAGNO DI VIAGGIO, CHE HO SEMPRE SPERATO DI POTER INCONTRARE UN GIORNO. JACK BRUCE HA SCRITTO LA STORIA DEL ROCK. NON SOLO CON I CREAM, MA ANCHE CON LA SUA DISEGUALE ED AFFASCINANTE CARRIERA SOLISTA, NEL TRIO CON LESLIE WEST E CORKY LAING, NELLE COLLABORAZIONI SORPRENDENTI CON MICHAEL MANTLER E KIP HANRAHAN, NEI SUOI INIZI CON GRAHAM BOND. OVUNQUE INCIDESSE, JACK LASCIAVA UNA PRECISA IMPRONTA, SOLIDA, DUTTILE, PREGNANTE. NON SAPREI DIRE, ADESSO, A QUALI INCISIONI DI JACK SONO PIÙ LEGATO; DI SICURO “HARMONY ROW” HA UN SIGNIFICATO MOLTO PARTICOLARE PER ME, È STATO IL PRIMO DISCO IN ASSOLUTO CHE HO COMPRATO. STANOTTE SMANETTAVO IN RETE ALLA RICERCA DI UN COFANETTO LIMITATO DEI CREAM, UN COFANETTO CHE NON MI ERA REALMENTE NECESSARIO, PERCHÉ DEI CREAM HO TUTTO E CONOSCO I PEZZI A MEMORIA. MA ERA COSÌ RASSICURANTE E APPASSIONANTE RIEMPIRMI LA CASA E LA VITA DI JACK BRUCE, CHE HO SEMPRE SENTITO COME UN FRATELLO LONTANO E VICINISSIMO, UNA COLONNA PORTANTE DELLA MIA IMMAGINAZIONE, DELLA MIA VOGLIA DI ESSERCI. NON MI SONO MAI PIACIUTI GLI ESERCIZI DI COMMEMORAZIONE, E QUESTO NON VUOLE ESSERLO IN QUEL SENSO SCONTATO D'OBBLIGO E DI OPPORTUNITÀ. SENTO UN GRANDE VUOTO, IL TRASALIMENTO DI CHI PERDE UN PEZZO, UN PEZZO FONDAMENTALE, UN EROE PERSONALE E UN ARTISTA PER TUTTI. GRAZIE ALLORA, MR. JACK, MI MANCHERAI MOLTISSIMO. LUCA DE PASQUALE, 25 OTTOBRE 2014 |
JUST THIS MORNING I MENTIONED, ONCE AGAIN, JACK BRUCE. AND JUST TODAY IN THE AFTERNOON, WHILE I WAS SEARCHING FOR OTHER THINGS ON LINE, I FOUND OUT THAT JACK BRUCE IS GONE.
THE WORLD LOSES NOT ONLY A LEGEND OF BASS, A SUPREME BASSIST, BUT MOST OF ALL AN INTELLIGENT AND VERSATILE PERFORMER, HE WAS OPEN TO THE FUSION OF DIFFERENT GENRES, AND THOUGH HE ALWAYS PAID ATTENTION TO TRADITION, HE WAS ALWAYS ABLE AT THE SAME TIME TO REINVENT AND REVIEW PERFECTLY ALL THAT HE PLAYED. I WROTE SO MANY TIMES ABOUT JACK THAT EVEN NOW I HAVEN'T ANY OTHER WORDS LEFT WHICH COULD EXPRESS IN THE BEST WAY MY VERY HIGH ESTEEM FOR HIM, AS WELL AS MY GRATITUDE FOR ALL THE WONDERFUL MUSIC THAT HE CONVEYED TO US WITH BOTH HANDS. AFTER THE DEATH OF JACK BRUCE, TODAY ONE PIECE OF MY LIFE IS GONE FOREVER, HIM, A STRANGER FOR ME BUT IN THE MEAN TIME THE MOST FAMILIAR COMPANION ON THE ROAD OF MINE, SOMEONE I ALWAYS HOPED TO MEET ONE DAY. JACK BRUCE MADE THE HISTORY OF ROCK. NOT ONLY WITH THE CREAM BUT ALSO BY HIS PECULIAR AND FASCINATING SOLOIST CAREER, OR BY THE TRIO UNION WITH LESLIE WEST AND CORKY LAING, AND STILL BY HIS AMAZING COLLABORATIONS WITH MICHAEL MANTLER AND KIP HANRAHAN, AS WELL AS HIS BEGINNINGS WITH GRAHAM BOND. ANYWHERE HE MADE A RECORD, JACK WAS ABLE TO LEAVE A STRONG, DUCTILE AND RELEVANT IMPRESSION TO EVERYBODY APPROCHED AND LOVED HIS MUSIC. I COULDN'T SAY NOW THE TITLES OF THE PIECES I FEEL CLOSER TO; SURELY “HARMONY ROW” HAS GOT A VERY PARTICULAR MEANING FOR ME SINCE IT WAS THE FIRST ALBUM I BOUGHT EVER. JUST LAST NIGHT I WAS FIDDLING AROUND ON THE INTERNET, IN SEARCH OF A CREAM'S LIMITED BOX EDITION WHICH WASN'T AT ALL NECESSARY TO ME, SINCE I OWN ANYTHING AND I KNOW ALL THE SONGS BY HEART. BUT FILLING MY LIFE AND MY HOME WITH JACK BRUCE, IT WAS SO COMFORTING AND EXCITING, I ALWAYS FELT HIM AS A FAR AND THE CLOSEST BROTHER OF MINE, ONE OF THE MOST IMPORTANT CORNERSTONE OF MY IMAGINATION, AND OF MY WILL TO LIVE. I NEVER LIKED ANY MEMORIAL PRACTICES, AND ALL THE WORDS I SPENT ABOVE DOESN'T WANT TO BE LIKE THAT, BECAUSE THEY COULD NEVER BE PRONOUNCED WITH AN ASSUMED SENSE OF CONSTRICTION AND OPPORTUNITY. THIS DEATH LEFT TO ME AN EMPTY FEELING INSIDE, THE SHOCK OF SOMEONE WHO LOST A VITAL PIECE, A PERSONAL HERO AND A GREAT ARTIST FOR EVERYBODY. THEN THANK YOU, MR. JACK, I'LL MISS YOU SO MUCH. LUCA DE PASQUALE, OCTOBER 25, 2014 |
PER DIVERSI ANNI HO CULLATO L'IDEA DI INCONTRARE MARCEL JACOB E SCAMBIARE QUATTRO CHIACCHIERE CON LUI, PERCHÉ HO AMATO MOLTO LA SUA MUSICA E IL SUO STILE AL BASSO. UNO STILE CHE, SENZA SCOMODARE ETICHETTE POMPOSE, POSSIAMO DEFINIRE “NEOCLASSICO”, SOPRATTUTTO SE APPLICATO IN UN CONTESTO HARD'N'HEAVY.
MA NON HO FATTO IN TEMPO, PERCHÉ MARCEL JACOB SI È SUICIDATO IL 21 LUGLIO 2009, PROBABILMENTE FIACCATO DAI PROBLEMI DI SALUTE CHE LO PERSEGUITAVANO DA ANNI.
MARCEL JACOB ERA DAVVERO UN BASSISTA CON UN'IMPOSTAZIONE NEOCLASSICA, NELLA MISURA IN CUI POSSIAMO CONNOTARE QUESTA DEFINIZIONE CON IL SUO AMORE INCONDIZIONATO PER LA MUSICA DI RITCHIE BLACKMORE E DEI SUOI INDIMENTICABILI RAINBOW, MOLTO PIÙ DEI DEEP PURPLE. PIÙ VOLTE MARCEL HA DICHIARATO CHE IL SUO MODELLO DI MUSICISTA ERA BLACKMORE, ANCHE PIÙ DI OGNI BASSISTA.
E NON È UN CASO CHE MARCEL, NOTO AGLI AMICI COME MARRE, ABBIA SUONATO ANCHE CON YNGWIE MALMSTEEN, ALTRO ESPONENTE DI SPICCO DELL'HARD NEOCLASSICO, IN DUE DISCHI DEL CHITARRISTA SVEDESE, “MARCHING OUT” E “INSPIRATION”. IL RAPPORTO TRA JACOB E MALMSTEEN PARE SIA STATO DIFFICILE, MA È LEGGENDA CHE I MUSICISTI CHE HANNO ATTORNIATO IL GRANDE AXEMAN ABBIANO DOVUTO TUTTI PAGARE UNO SCOTTO.
LA SUA CREATURA PIÙ PERSONALE, I TALISMAN, FONDATI CON IL CANTANTE JEFF SCOTT SOTO, SONO STATI UN GRANDE GRUPPO DI ROCK MELODICO, UNO DEGLI ESEMPI PIÙ FULGIDI DELL'EFFICACIA SVEDESE IN MATERIA DI HARD ROCK. HANNO RISCOSSO UN SUCCESSO IN FONDO LIMITATO RISPETTO ALLE POTENZIALITÀ DELLA BAND E DEI SINGOLI (CHE NOVITÀ, VERO?), TROPPO SEMPLICISTICAMENTE INCASELLATI IN UN AMBITO AOR AL QUALE ADERIVANO SOLO IN PARTE. MA MI È CAPITATO DI FREQUENTE DI ASSISTERE ALLA LAPIDARIA E SOMMARIA GHETTIZZAZIONE MUSICALE DI QUEL CHE NON SI CAPISCE.
NEI SETTE ALBUM INCISI IN STUDIO, I TALISMAN HANNO PRODOTTO MUSICA DI GRAN CLASSE, POTENTE E DAI TRATTI VAGAMENTE COMMERCIALI (MA IN ACCEZIONE POSITIVA) E NELL'ULTIMO, INTITOLATO SEMPLICEMENTE “7” ED INCISO PER LA ITALIANA FRONTIERS, SI POSSONO TROVARE IMPREVEDIBILI E GIOIOSE CITAZIONI FUNK DAVVERO TRASCINANTI (IN “SUCCUMB 2 MY DESIRE” JEFF SCOTT SOTO FA IL VERSO A JAMES BROWN CON UNA CERTA CREDIBILITÀ E IN “NOWHERE FAST” IL BASSO DI MARRE MARCA UN GROOVE FUNKY E CADENZATO). QUESTO TANTO PER CONFUTARE VELOCEMENTE LE DEFINIZIONI RESTRITTIVE, DELLE QUALI NON SE NE PUÒ PIÙ.
MARCEL JACOB HA SUONATO NEGLI HUMAN CLAY (ANCHE QUI CON SCOTT SOTO), NEI LAST AUTUMN'S DREAM (INCROCIANDO, COME SPESSO GLI È CAPITATO IN CARRIERA, IL COLLEGA BASSISTA DEGLI EUROPE JOHN LEVEN, IL QUALE HA SUONATO ALLA PRIMA COMMEMORAZIONE PER LA MORTE DI MARCEL), NELL'ALBUM DEL CHITARRISTA DEGLI EUROPE JOHN NORUM “TOTAL CONTROL” (E NELL'INTROVABILE “LIVE IN STOCKHOLM”), NEL PRIMO ALBUM DEI FRATELLI JOHANSSON, JENS E ANDERS, GIÀ COLLABORATORI DI MALMSTEEN E DEL PAZZESCO BASSISTA SVEDESE JONAS HELLBORG (JENS JOHANSSON È POI ENTRATO NEGLI STRATOVARIUS). LA LISTA DI COLLABORAZIONI NOBILI AVREBBE POTUTO ESSERE PIÙ LUNGA ED ECONOMICAMENTE REDDITIZIA, MA MARCEL JACOB AVEVA UNA CERTA COERENZA NELLO SCEGLIERE LE SITUAZIONI.
COME MOLTI ALTRI GRANDI DEL BASSO SCOMPARSI PREMATURAMENTE E NON SULLE LABBRA DEL GROSSO PUBBLICO, MARCEL JACOB È AMATISSIMO DAGLI ADDETTI AI LAVORI E DA CHI HA AMATO LE BAND IN CUI HA MILITATO, PER IL RESTO È UN “OGGETTO” SCONOSCIUTO. MI FA PENSARE ALLA STESSA SORTE DI GARY THAIN, UNA LEGGENDA DEL BASSO CHE SOLO NEGLI ULTIMI ANNI STA VIVENDO UNA RISCOPERTA; SARÀ CHE È ENTRATO ANCHE LUI NEL “CLUB DEI 27”, COMUNQUE È UN BENE ANDARLO A RIASCOLTARE CON GLI URIAH HEEP, C'È DI CHE STUPIRSI.
ANCHE MARCEL JACOB ERA UN BASSISTA DI GRANDI CAPACITÀ TECNICHE. NON UNO “SHREDDER”, MA SOLO PER SCELTA; AVREBBE DI CERTO POTUTO SFORNARE UN ALBUM SOLO INFARCITO DI TAPPING E DI VIRTUOSISMI ACCOSTABILI A QUELLI DI BILLY SHEEHAN (ASCOLTARE L'ASSOLO DI BASSO IN “STANDIN' ON FIRE” E “GREAT SANDWICH” DEI TALISMAN PER CREDERE) E STUART HAMM, MA HA PREFERITO I TALISMAN...
LA MERITORIA LABEL SVEDESE SUN HILL HA RISTAMPATO TUTTI GLI ALBUM DEI TALISMAN (INCLUSI I LIVE MA ESCLUSI NATURALMENTE “CATS AND DOGS” E “7”) IN UN'ELEGANTE CONFEZIONE DELUXE, CON TRACCE AGGIUNTIVE E INTERESSANTI NOTE NEI BOOKLET. IL COSTO CONTENUTO DI QUESTI PREZIOSI REMASTER POTREBBE ESSERE UN'OCCASIONE PER CONOSCERE QUESTO BASS HERO CHE FACEVA DI TUTTO, IN EFFETTI, PER SFUGGIRE AD UNA FACILE NOTORIETÀ E PER NON ACCOMODARSI AMABILMENTE NELLO STATUS FORSE POCO STIMOLANTE ALLA LUNGA DI SUPER STRUMENTISTA.
I TALISMAN, RIFORMATISI PER L'OCCASIONE DELLO SWEDEN ROCK FESTIVAL QUEST'ESTATE, HANNO PRESENTATO IL NUOVO BASSISTA JOHAN NIEMANN, GIÀ CON EVERGREY E THERION, MA HANNO SUONATO PRATICAMENTE UN EMOZIONANTE TRIBUTO AL LORO INDIMENTICATO FONDATORE.
GLI ARTISTI STRAORDINARI, COME È STATO MARCEL “MARRE” JACOB, SFUGGONO ALL'OBLIO GRAZIE A QUELLO CHE HANNO LASCIATO, MA È SEMPRE BENE TENERE PRESENTE LA LORO ARTE, RICORDARLA, RIELABORARLA, FERMARSI UN ATTIMO, ANCHE UN SOLO ATTIMO, E RINUNCIARE AL FACILE MAINSTREAM, AL PIÙ BANALE WORD OF MOUTH E A QUELLA CRUDELE LEGGE UMANA CHE CONTRABBANDA IL CODARDO SISTEMA DEL DIMENTICARE COME SALVACONDOTTO PER LA SERENITÀ.
CIAO MARCEL.
MARCEL JACOB DISCOGRAFIA CONSIGLIATA
TALISMAN:
TALISMAN – 1990
GENESIS – 1993
HUMANIMAL I&II – 1994
LIFE – 1995
TRUTH – 1998
CATS AND DOGS – 2003
7 – 2006
LAST AUTUMN'S DREAM:
WINTER IN PARADISE – 2006
SATURN SKYLINE – 2007
HUMAN CLAY:
HUMAN CLAY – 1996
U4IA – 1997
JOHANSSON BROTHERS:
JOHANSSON BROTHERS - 1994
YNGWIE MALMSTEEN:
MARCHING OUT – 1985
INSPIRATION – 1996
BILLIONAIRES BOYS CLUB:
SOMETHING WICKED COMES – 1993
RICHARD ANDERSSON SPACE ODYSSEY:
EMBRACE THE GALAXY – 2003
HUMANIMAL:
HUMANIMAL – 2002
FIND MY WAY HOME EP – 2002
EDGE OF FOREVER:
FEEDING THE FIRE – 2004
JOHN NORUM:
TOTAL CONTROL – 1987
LIVE IN STOCKHOLM - 1990
MA NON HO FATTO IN TEMPO, PERCHÉ MARCEL JACOB SI È SUICIDATO IL 21 LUGLIO 2009, PROBABILMENTE FIACCATO DAI PROBLEMI DI SALUTE CHE LO PERSEGUITAVANO DA ANNI.
MARCEL JACOB ERA DAVVERO UN BASSISTA CON UN'IMPOSTAZIONE NEOCLASSICA, NELLA MISURA IN CUI POSSIAMO CONNOTARE QUESTA DEFINIZIONE CON IL SUO AMORE INCONDIZIONATO PER LA MUSICA DI RITCHIE BLACKMORE E DEI SUOI INDIMENTICABILI RAINBOW, MOLTO PIÙ DEI DEEP PURPLE. PIÙ VOLTE MARCEL HA DICHIARATO CHE IL SUO MODELLO DI MUSICISTA ERA BLACKMORE, ANCHE PIÙ DI OGNI BASSISTA.
E NON È UN CASO CHE MARCEL, NOTO AGLI AMICI COME MARRE, ABBIA SUONATO ANCHE CON YNGWIE MALMSTEEN, ALTRO ESPONENTE DI SPICCO DELL'HARD NEOCLASSICO, IN DUE DISCHI DEL CHITARRISTA SVEDESE, “MARCHING OUT” E “INSPIRATION”. IL RAPPORTO TRA JACOB E MALMSTEEN PARE SIA STATO DIFFICILE, MA È LEGGENDA CHE I MUSICISTI CHE HANNO ATTORNIATO IL GRANDE AXEMAN ABBIANO DOVUTO TUTTI PAGARE UNO SCOTTO.
LA SUA CREATURA PIÙ PERSONALE, I TALISMAN, FONDATI CON IL CANTANTE JEFF SCOTT SOTO, SONO STATI UN GRANDE GRUPPO DI ROCK MELODICO, UNO DEGLI ESEMPI PIÙ FULGIDI DELL'EFFICACIA SVEDESE IN MATERIA DI HARD ROCK. HANNO RISCOSSO UN SUCCESSO IN FONDO LIMITATO RISPETTO ALLE POTENZIALITÀ DELLA BAND E DEI SINGOLI (CHE NOVITÀ, VERO?), TROPPO SEMPLICISTICAMENTE INCASELLATI IN UN AMBITO AOR AL QUALE ADERIVANO SOLO IN PARTE. MA MI È CAPITATO DI FREQUENTE DI ASSISTERE ALLA LAPIDARIA E SOMMARIA GHETTIZZAZIONE MUSICALE DI QUEL CHE NON SI CAPISCE.
NEI SETTE ALBUM INCISI IN STUDIO, I TALISMAN HANNO PRODOTTO MUSICA DI GRAN CLASSE, POTENTE E DAI TRATTI VAGAMENTE COMMERCIALI (MA IN ACCEZIONE POSITIVA) E NELL'ULTIMO, INTITOLATO SEMPLICEMENTE “7” ED INCISO PER LA ITALIANA FRONTIERS, SI POSSONO TROVARE IMPREVEDIBILI E GIOIOSE CITAZIONI FUNK DAVVERO TRASCINANTI (IN “SUCCUMB 2 MY DESIRE” JEFF SCOTT SOTO FA IL VERSO A JAMES BROWN CON UNA CERTA CREDIBILITÀ E IN “NOWHERE FAST” IL BASSO DI MARRE MARCA UN GROOVE FUNKY E CADENZATO). QUESTO TANTO PER CONFUTARE VELOCEMENTE LE DEFINIZIONI RESTRITTIVE, DELLE QUALI NON SE NE PUÒ PIÙ.
MARCEL JACOB HA SUONATO NEGLI HUMAN CLAY (ANCHE QUI CON SCOTT SOTO), NEI LAST AUTUMN'S DREAM (INCROCIANDO, COME SPESSO GLI È CAPITATO IN CARRIERA, IL COLLEGA BASSISTA DEGLI EUROPE JOHN LEVEN, IL QUALE HA SUONATO ALLA PRIMA COMMEMORAZIONE PER LA MORTE DI MARCEL), NELL'ALBUM DEL CHITARRISTA DEGLI EUROPE JOHN NORUM “TOTAL CONTROL” (E NELL'INTROVABILE “LIVE IN STOCKHOLM”), NEL PRIMO ALBUM DEI FRATELLI JOHANSSON, JENS E ANDERS, GIÀ COLLABORATORI DI MALMSTEEN E DEL PAZZESCO BASSISTA SVEDESE JONAS HELLBORG (JENS JOHANSSON È POI ENTRATO NEGLI STRATOVARIUS). LA LISTA DI COLLABORAZIONI NOBILI AVREBBE POTUTO ESSERE PIÙ LUNGA ED ECONOMICAMENTE REDDITIZIA, MA MARCEL JACOB AVEVA UNA CERTA COERENZA NELLO SCEGLIERE LE SITUAZIONI.
COME MOLTI ALTRI GRANDI DEL BASSO SCOMPARSI PREMATURAMENTE E NON SULLE LABBRA DEL GROSSO PUBBLICO, MARCEL JACOB È AMATISSIMO DAGLI ADDETTI AI LAVORI E DA CHI HA AMATO LE BAND IN CUI HA MILITATO, PER IL RESTO È UN “OGGETTO” SCONOSCIUTO. MI FA PENSARE ALLA STESSA SORTE DI GARY THAIN, UNA LEGGENDA DEL BASSO CHE SOLO NEGLI ULTIMI ANNI STA VIVENDO UNA RISCOPERTA; SARÀ CHE È ENTRATO ANCHE LUI NEL “CLUB DEI 27”, COMUNQUE È UN BENE ANDARLO A RIASCOLTARE CON GLI URIAH HEEP, C'È DI CHE STUPIRSI.
ANCHE MARCEL JACOB ERA UN BASSISTA DI GRANDI CAPACITÀ TECNICHE. NON UNO “SHREDDER”, MA SOLO PER SCELTA; AVREBBE DI CERTO POTUTO SFORNARE UN ALBUM SOLO INFARCITO DI TAPPING E DI VIRTUOSISMI ACCOSTABILI A QUELLI DI BILLY SHEEHAN (ASCOLTARE L'ASSOLO DI BASSO IN “STANDIN' ON FIRE” E “GREAT SANDWICH” DEI TALISMAN PER CREDERE) E STUART HAMM, MA HA PREFERITO I TALISMAN...
LA MERITORIA LABEL SVEDESE SUN HILL HA RISTAMPATO TUTTI GLI ALBUM DEI TALISMAN (INCLUSI I LIVE MA ESCLUSI NATURALMENTE “CATS AND DOGS” E “7”) IN UN'ELEGANTE CONFEZIONE DELUXE, CON TRACCE AGGIUNTIVE E INTERESSANTI NOTE NEI BOOKLET. IL COSTO CONTENUTO DI QUESTI PREZIOSI REMASTER POTREBBE ESSERE UN'OCCASIONE PER CONOSCERE QUESTO BASS HERO CHE FACEVA DI TUTTO, IN EFFETTI, PER SFUGGIRE AD UNA FACILE NOTORIETÀ E PER NON ACCOMODARSI AMABILMENTE NELLO STATUS FORSE POCO STIMOLANTE ALLA LUNGA DI SUPER STRUMENTISTA.
I TALISMAN, RIFORMATISI PER L'OCCASIONE DELLO SWEDEN ROCK FESTIVAL QUEST'ESTATE, HANNO PRESENTATO IL NUOVO BASSISTA JOHAN NIEMANN, GIÀ CON EVERGREY E THERION, MA HANNO SUONATO PRATICAMENTE UN EMOZIONANTE TRIBUTO AL LORO INDIMENTICATO FONDATORE.
GLI ARTISTI STRAORDINARI, COME È STATO MARCEL “MARRE” JACOB, SFUGGONO ALL'OBLIO GRAZIE A QUELLO CHE HANNO LASCIATO, MA È SEMPRE BENE TENERE PRESENTE LA LORO ARTE, RICORDARLA, RIELABORARLA, FERMARSI UN ATTIMO, ANCHE UN SOLO ATTIMO, E RINUNCIARE AL FACILE MAINSTREAM, AL PIÙ BANALE WORD OF MOUTH E A QUELLA CRUDELE LEGGE UMANA CHE CONTRABBANDA IL CODARDO SISTEMA DEL DIMENTICARE COME SALVACONDOTTO PER LA SERENITÀ.
CIAO MARCEL.
MARCEL JACOB DISCOGRAFIA CONSIGLIATA
TALISMAN:
TALISMAN – 1990
GENESIS – 1993
HUMANIMAL I&II – 1994
LIFE – 1995
TRUTH – 1998
CATS AND DOGS – 2003
7 – 2006
LAST AUTUMN'S DREAM:
WINTER IN PARADISE – 2006
SATURN SKYLINE – 2007
HUMAN CLAY:
HUMAN CLAY – 1996
U4IA – 1997
JOHANSSON BROTHERS:
JOHANSSON BROTHERS - 1994
YNGWIE MALMSTEEN:
MARCHING OUT – 1985
INSPIRATION – 1996
BILLIONAIRES BOYS CLUB:
SOMETHING WICKED COMES – 1993
RICHARD ANDERSSON SPACE ODYSSEY:
EMBRACE THE GALAXY – 2003
HUMANIMAL:
HUMANIMAL – 2002
FIND MY WAY HOME EP – 2002
EDGE OF FOREVER:
FEEDING THE FIRE – 2004
JOHN NORUM:
TOTAL CONTROL – 1987
LIVE IN STOCKHOLM - 1990
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MARCEL JACOB'S MAIN DISCOGRAPHY |
COLIN HODGKINSON, IL MANCINO BLUES - RITRATTI IN BASSO, PRIMA PUNTATASE È VERO CHE SI ATTRIBUISCE A JACO PASTORIUS, STANLEY CLARKE E POCHI ALTRI LA PATERNITÀ DI AVER RIVOLTATO LE SORTI DEL BASSO ELETTRICO, FACENDOLO PASSARE DA STRUMENTO DI MERO ACCOMPAGNAMENTO A “MELODISTA” SINUOSO, È ALTRETTANTO VERO CHE AD ALTRI FAVOLOSI STRUMENTISTI NON È STATA DATA LA STESSA ATTENZIONE. PERCORSI DIVERSI, CERTO, A VOLTE VERE E PROPRIE NICCHIE; MA PROVATE A CHIEDERE AD UN BASSISTA ELETTRICO SERIAMENTE INTERESSATO ALLO SVILUPPO DEL SUO STRUMENTO CHI FOSSERO COLIN HODGKINSON, TIM BOGERT, JACK BRUCE, JACK CASADY: VI GUARDERÀ QUASI CON GRATITUDINE. COLIN HODGKINSON, PER ESEMPIO, FORSE È IL PIÙ SOTTOVALUTATO DEL LOTTO, ALMENO QUI IN ITALIA. MA È STATO, ED È, UN AUTENTICO FENOMENO. NATO NEL 1945 A PETERBOROUGH, HODGKINSON È SPESSO ASSOCIATO AL GRANDE BLUESMAN ALEXIS KORNER, MA LE GRANDI MERAVIGLIE LE HA COMPIUTE CON IL TRIO BACKDOOR E LE HA SUCCESSIVAMENTE CONSACRATE CON IL CHITARRISTA FRANK DIEZ SOTTO IL MONIKER ELECTRIC BLUES DUO. COLIN HODGKINSON SVILUPPÒ PROPRIO CON I BACKDOOR, ATIPICA FORMAZIONE SENZA CHITARRA E SENZA TASTIERE, LA SUA TECNICA MANCINA AL BASSO ELETTRICO, ATTA PROPRIO A SOSTITUIRE IL FLUSSO MELODICO DI QUESTI STRUMENTI; UNA TECNICA QUASI ARPEGGIATA, A VOLTE SIMILE AL LAVORO DI UNA CHITARRA RITMICA MA NON ALIENA AL MOMENTO SOLITARIO. IL SUONO DI HODGKINSON È QUASI UN'ARRAMPICATA, SI POTREBBE DIRE; RADICE PRETTAMENTE BLUES MA ANCHE SENSIBILITÀ ROCK, CARATTERISTICA CHE HA PORTATO COLIN TRA LE BRACCIA DI GENERI E DISCHI INSOSPETTABILI, CON NEAL SCHON E JAN HAMMER, NELL'HARD ROCK BLUESY DEGLI WHITESNAKE DI DAVID COVERDALE (QUANDO ANCORA NON SI ERANO AMERICANIZZATI TROPPO NEL SOUND), CON IL FIDO PETER MAFFAY, OLTRE A PIÙ CONVENZIONALI -MA SPLENDIDE- SESSION CON PETE YORK E SPENCER DAVIS. NEI BACKDOOR, COME DICEVO, PERÒ HODGKINSON HA DATO PROVA DI CAPACITÀ SPAVENTOSE DI MELODIA, DI FLUIDITÀ DEL SUONO E DI ROCCIOSO SOSTEGNO, EQUIPARANDO L'IMPORTANZA DEL BASSO ELETTRICO A QUELLA DEL SAX DI RON ASPERY, TALENTUOSO MUSICISTA DI AREA JAZZ-ROCK. L'EPONIMO DISCO D'ESORDIO, DATATO 1972, MISE IN MOSTRA QUESTO PICCOLO INCONSUETO FENOMENO, IL TRIO SENZA CHITARRA. USCENDO DALLA CERCHIA STIMABILE DELLA COMUNITÀ BLUES BRITANNICA, I BACKDOOR VENNERO NOTATI PIÙ DIFFUSAMENTE E AD OCCUPARSI DELLA PRODUZIONE DEL SECONDO ALBUM, “8TH STREET NITES”, DATATO 1973, ARRIVÒ NIENTEMENO CHE FELIX PAPPALARDI, GIÀ STORICO PRODUTTORE DEI CREAM E BASSISTA DEI MOUNTAIN, FENOMENALE ESEMPIO DI INTELLIGENZA MUSICALE ED ECLETTISMO, SVENTURATAMENTE UCCISO DALLA MOGLIE GAIL COLLINS NEL 1983. MA DI PAPPALARDI CI OCCUPEREMO MOLTO PRESTO. IL SECONDO DISCO, RINFRESCATO DALLA PRODUZIONE DI PAPPALARDI, GUADAGNÒ PIÙ ATTENZIONE E LE LIVE GIGS DELLA BAND DIVENNERO LEGGENDARIE, MA IN TERMINI DI VENDITE I BACKDOOR SONO SEMPRE STATI CRIMINALMENTE SOTTOVALUTATI. COME LO STESSO HODGKINSON HA SEMPRE AMMESSO, IL LORO BRUSCO STOP DOPO QUATTRO ALBUM FU DOVUTO ANCHE E SOPRATTUTTO A VENDITE NON SODDISFACENTI; IL POTENZIALE DEL GRUPPO ERA DAVVERO ALTISSIMO, C'È ANCORA OGGI DA CHIEDERSI COME MAI LA WARNER, CHE LICENZIÒ IL SECONDO FOCALE ALBUM, NON SEPPE SFRUTTARE QUESTA FORZA, COADIUVATA E SOSPINTA DALLA PRODUZIONE DI PAPPALARDI. I DUE LAVORI SUCCESSIVI, “ANOTHER FINE MESS” (1975) E “ACTIVATE” (1976), VENGONO CONSIDERATI MINORI, MA SONO MOLTO GODIBILI ED ADDIRITTURA SPERIMENTANO QUALCOSA IN PIÙ, CON L'INGRESSO DEL TASTIERISTA DAVE MACRAE, DI CURRICULUM CANTERBURIANO. L'ULTIMO DISCO FU PRODOTTO DA CARL PALMER DEGLI EMERSON, LAKE&PALMER MA VENDETTE POCHISSIMO NONOSTANTE LA SONTUOSA IMPRONTA DEL GRANDE BATTERISTA. FONDAMENTALI PER CAPIRE LA GRANDE FORZA DI QUESTO TRIO ANGOLARE E L'INNOVAZIONE APPORTATA DA COLIN HODGKINSON AL RUOLO DEL BASSO SONO LE INCISIONI LIVE DELLA BAND, CHE POTRETE TROVARE IN “THE HUMAN BED”, LICENZIATO DALLA MERITORIA HUX, E NELLE “BBC SESSIONS” RECENTEMENTE RISTAMPATE IN VINILE 180 GRAMMI, DAVVERO MAESTOSE. UN'ALTRA FORMAZIONE ATIPICA, MOLTI ANNI DOPO, TRIBUTÒ IL GIUSTO ONORE AI BACKDOOR, E CIOÈ I MORPHINE DEL COMPIANTO MARK SANDMAN. NON TANTO NELL'USO DEL BASSO ELETTRICO, IN QUANTO SANDMAN NE USAVA UNO A DUE CORDE E CON TECNICA PIÙ MISURATA, QUANTO NELL'ARIOSITÀ DEL SASSOFONO E NELLA STRUTTURA DEI BRANI: LE PAUSE, IL RUMBLE SONORO, IL CANTATO, LA MATRICE BLUES. I BACKDOOR RAPPRESENTANO ANCORA OGGI IL CLASSICO ESEMPIO DI “GRUPPO PER MUSICISTI”, ADORATI DAGLI ADDETTI AI LAVORI MA NON ARRIVATI AL GRANDE PUBBLICO, QUELLO CHE FORSE TROPPO FACILMENTE PUÒ ARRIVARE A DEFINIRE BLUES I LAVORI PIÙ SDOLCINATI DI ERIC CLAPTON, MA È PROBABILE CHE NON POSSA ESSERE ALTRIMENTI. COLIN HODGKINSON, IN SEGUITO, INCONTRÒ IL CHITARRISTA FRANK DIEZ NELLA BAND DELL'OTTIMO CANTANTE TEDESCO PETER MAFFAY, E CON LUI CREÒ L'ELECTRIC BLUES DUO, AUTORE DI PREZIOSI DISCHI DI IMPRONTA SMACCATAMENTE BLUES, NEI QUALI COLIN SI CIMENTA SPESSO AL BASSO FRETLESS E CANTA, COME INIZIÒ A FARE DAL SECONDO LAVORO DEI BACKDOOR IN POI. COSÌ COME PER IL TRIO CON ASPERY E HICKS, ANCHE I LAVORI DELL'ELECTRIC BLUES DUO SONO (OVVIAMENTE, VERREBBE DA DIRE) FUORI CATALOGO E DI DIFFICILE REPERIBILITÀ, MA SONO UN FULGIDO ESEMPIO DI COERENZA MUSICALE, DI TECNICA AL SERVIZIO DELLE IDEE, IN UN ORIGINALE RICALCO DI TRADIZIONE MAI SCONTATO E COMUNQUE VIGOROSO. TRA I DISCHI MIGLIORI DEL DUO POSSIAMO CITARE “MAKE MINE A DOUBLE” E “OUT ON THE HIGHWAY”. COLIN HODGKINSON HA ANCHE AL SUO ATTIVO UNO SPLENDIDO DISCO SOLISTA, PER LA TEDESCA IN-AKUSTIK, INTITOLATO “THE BOTTOM LINE”. TITOLO NON CASUALE, VISTO CHE IL SUO INCREDIBILE STILE BASSISTICO DOMINA L'INTERO ALBUM, CON MOMENTI DI SOLISMO ISPIRATISSIMO, E UN LAVORO CHE POTREMMO ATTRIBUIRE A DEI FANTOMATICI “BACKDOOR 2” CHE COLIN HA SAGGIAMENTE INTITOLATO “BACKDOOR TOO!” E CHE DIMOSTRA SENZA DUBBIO QUANTO SUONARE BLUES E JAZZ ROCK OGGI POSSA RISULTARE FRESCO, ENERGETICO E POTENTE. LA PREMATURA SCOMPARSA DI ASPERY ED HICKS HA FATTO NAUFRAGARE, PURTROPPO, LA POSSIBILITÀ DI ASSISTERE AD UNA SECONDA DURATURA INCARNAZIONE DELLA SEMINALE BAND DOPO IL BEL RISULTATO DI “ASKIN' THE WAY”, REUNION DATATA 2003. RESTA IL RIMPIANTO DI NON AVER VISTO TRA LE GIUSTE STELLE UNO DEI PIÙ GRANDI GRUPPI DELLA SCENA INGLESE, FORSE DISINTERESSATI AD UN ECCESSIVO APPEAL COMMERCIALE MA DI GRANDISSIMO SPESSORE. REPUTO COLIN HODGKINSON UNO DEI DIECI BASSISTI ELETTRICI PIÙ INFLUENTI DI OGNI TEMPO, A PRESCINDERE DAL CONTESTO, DALL'AREA SONORA E DAL NUMERO DI INCISIONI. NON SOLO COLIN HA SAPUTO RENDERE SOLISTA IL BASSO BLUES MA HA ANCHE SPIANATO LA STRADA AI BASSISTI MANCINI, CONFERMANDO QUELLA REGOLA ESTESA CHE VUOLE I “SINISTRI” IN GRADO DI ARCHITETTARE PROFONDE INNOVAZIONI CON UNA DISINVOLTURA IMPRESSIONANTE. L'HO CONTATTATO DIVERSI ANNI FA E HO TROVATO UNA PERSONA GENTILE, MODESTA E DISPONIBILISSIMA; LUI, UNO CHE HA CAMBIATO LE CARTE IN TAVOLA A TUTTI NOI BASSOFILI (“LUCKY AT CARDS”, TRA L'ALTRO, È UN GRAN BEL DISCO DELL'ELECTRIC BLUES DUO) E CHE SI RELAZIONA COME IL SESSIONMAN DELLA PORTA ACCANTO. CUSTODISCO GELOSAMENTE LE SUE LETTERE, SCRITTE CON GRAFIA ORDINATISSIMA (E MANCINA) E I SUOI CD FIRMATI, ORGOGLIOSO DI ESSERE ENTRATO IN CONTATTO CON LUI E GRATO AL CASO CHE VOLLE MI INTERESSASSI, ALL'EPOCA, A QUEL BASSISTA CHE SUONAVA IN “SLIDE IT IN” DEGLI WHITESNAKE. PER QUALSIASI BASSISTA O ASPIRANTE TALE, COLIN HODGKINSON DEVE RAPPRESENTARE UN MODELLO: DI SPERIMENTAZIONE, DI ECLETTISMO E DI PROFESSIONALITÀ. UNO DEI GRANDISSIMI DELLA SCUOLA INGLESE, UNO CHE HA SAPUTO GUARDARE OLTRE. A SINISTRA DI OGNI LIMITE. LUCA DE PASQUALE, 5 OTTOBRE 2014 DISCOGRAFIA CONSIGLIATA COLIN HODGKINSON: BACKDOOR – SAME 1972 BACKDOOR - 8TH STREET NITES 1973 BACKDOOR – THE BBC SESSIONS 180 GR. VINYL COLIN HODGKINSON – THE BOTTOM LINE COLIN HODGKINSON – BACKDOOR TOO! ELECTRIC BLUES DUO – MAKE MINE A DOUBLE ELECTRIC BLUES DUO – OUT ON THE HIGHWAY ELECTRIC BLUES DUO – LIVE AT L'INOUI LUXEMBOURG ALEXIS KORNER – AND... 1972 ALEXIS KORNER – GET OFF MY CLOUD 1975 ALEXIS KORNER – TESTAMENT COZY POWELL – OCTOPUSS SCHON&HAMMER – UNTOLD PASSION |
COLIN HODGKINSON, THE LEFTY BLUESMAN - PORTRAITS OF BASS, FIRST EPISODEIF YOU COULD GIVE TO JACO PASTORIUS, STANLEY CLARKE AND A 'FEW OTHER PEOPLE THE CREDIT TO HAVE CHANGED THE FATE OF ELECTRIC BASS, GETTING IT TO SWITCH FROM A SIMPLE SUPPORT INSTRUMENT TO A SINUOUSLY MELODIC ONE, IT IS ALSO TRUE THAT TO OTHERS FABULOUS MUSICIANS, ANYONE PAID THE SAME ATTENTION. THEY ALL HAD DIFFERENT BACKGROUNDS, CERTAINLY, SOMETIMES THEY REPRESENTED REAL NICHES IN THE MUSICAL INDUSTRY. ANYWAY YOU CAN TRY TO ASK TO A BASSIST - SERIOUSLY INVOLVED IN THE DEVELOPMENT PATH OF HIS INSTRUMENT – WHO WERE COLIN HODGKINSON, TIM BOGERT, JACK BRUCE, JACK CASADY: HE PRATICALLY LOOKS AT YOU IN GRATITUDE.
MAYBE COLIN HODGKINSON, FOR EXAMPLE, COULD BE CONSIDERED THE MOST UNDERESTIMATED OF THE GROUP, HERE IN ITALY, AT LEAST. BUT HE WAS – AND HE STILL IS – A VERITABLE PHENOMENON. BORN IN PETERBOROUGH ON 1945, HODGKINSON IS OFTEN ASSOCIATED WITH THE GREAT BLUESMAN ALEXIS KORNER, BUT HE MADE HIS GREATEST DEEDS WITH BACKDOOR TRIO AND THAN HE ENSHRINED THEM WITH THE GUITARIST FRANK DIEZ UNDER THE MONIKER ELECTRIC BLUES DUO. COLIN HODGKINSON JUST IMPROVED HIS LEFT-HANDED TECHNIQUE ON ELECTRIC BASS WITH BACKDOOR, A GROUP UNUSUALLY FORMED WITHOUT ANY GUITAR AND ANY KEYBOARDS; A TECHNIQUE, WE COULD SAY, THAT WAS ABLE TO REPLACE THE STREAM OF MELODY, TYPICAL OF THE ABOVE INSTRUMENTS. A TECHNIQUE MADE ALMOST OF ARPEGGIOS, SOMETIMES NEAR TO THE SOUND OF A RHYTHM GUITAR BUT NOT SO FAR FROM THE LONE MOMENT. THE SOUND OF HODGKINSON IS ALMOST A CLIMB, WE COULD SAY; IT HAS ITS ROOTS PURELY IN BLUES BUT IT IS ALSO SENSITIVE TO THE SOUND OF ROCK, A FEATURE THAT LED COLIN TO JOIN UNEXPECTED GENRES AND ALBUMS, WITH NEAL SCHON AND JAN HAMMER, WITH THE HARD ROCK BLUESY OF DAVID COVERDALE'S WHITESNAKE (WHEN THEY HAD NOT YET TOO MUCH "AMERICANIZED" THEIR SOUND), WITH THE DEVOTED PETER MAFFAY, AS WELL AS MORE CONVENTIONAL – ANYWAY BEAUTIFUL – SESSION WITH PETE YORK AND SPENCER DAVIS. BUT TOGETHER WTH BACKDOOR, AS I TOLD, HODGKINSON SHOWED EXTRAORDINARY ABILITIES ABOUT MELODY, FLUENCY IN PHRASING, IN ADDITION TO HIS STRONG SUPPORTING ROLE, SO HE MADE THE IMPORTANCE OF ELECTRIC BASS COMPARABLE WITH RON ASPERY'S SAX ONE, A TALENTED MUSICIAN BELONGING TO JAZZ ROCK BACKGROUND. THE EPONYMOUS DEBUT ALBUM, DATED 1972, EMPHASISED WHAT WE CAN DEFINE A VERY UNUSUAL LITTLE PHENOMENON: THE EXPERIMENT OF A TRIO BAND WITHOUT ANY GUITAR. AS THEY CAME OUT OF THE RISPECTABLE BRIT BLUES COMMUNITY'S CIRCLE, BACKDOOR WERE NOTICED MORE WIDELY AND WHO DEALED WITH THE PRODUCTION OF THE SECOND ALBUM "8THSTREET NITES” DATED 1973, WAS NONE OTHER THAN FELIX PAPPALARDI, THE WELLKNOWN CREAM'S PRODUCER AND MOUNTAIN'S BASSIST, HE WAS AN AWASOME EXAMPLE OF MUSICAL INTELLIGENCE AND ECLECTICISM, UNFORTUNATELY KILLED BY HIS WIFE GAIL COLLINS IN 1983. BUT WE ARE DEALING WITH PAPPALARDI'S CAREER VERY SOON. THE SECOND ALBUM, REFRESHED BY PAPPALARDI'S PRODUCTION, GOT MORE ATTENTION AND THE BAND'S LIVE GIGGS BECAME LEGENDARY BUT, IN TERMS OF SALES, BACKDOOR WERE ALWAYS CRIMINALLY UNDERVALUED. AS THE SAME HODGKINSON ALWAYS SAID, THEIR SUDDEN STOP AFTER FOUR ALBUMS WAS ALSO MAINLY CAUSED BY THE UNSATISFACTORY LEVEL OF SALES; THE POTENTIAL OF THAT GROUP WAS REALLY THE HIGHEST ONE, AND IT STILL MAKES WONDER WHY THE WARNER, THAT LICENCED THE FOCAL SECOND ALBUM, WASN'T ABLE TO EXPLOIT THIS STRONG SUIT, ASSISTED AND LED BY PAPPALARDI'S PRODUCTION. THE TWO FOLLOWING WORKS “ANOTHER FINE MESS” (1975) AND “ACTIVATE” (1976), ARE CONSIDERED AS MINOR WORKS THOUGH THEY'RE VERY ENJOYABLE AND THEY EVEN EXPERIENCE SOMETHING MORE THANKS TO THE ENTRY OF THE KEYBOARDIST DAVE MACRAE, WITH HIS CANTERBURY‘S TRAINING. THE LAST ALBUM WAS PRODUCED BY CARL PALMER OF EMERSON, LAKE&PALMER BUT IT DIDN'T SELL SO MUCH EVEN THOUGH THE EXTRAVAGANT IMPRESSION OF THE GREAT DRUMMER. BAND'S LIVE RECORDINGS ARE ESSENTIAL TO CAPTURE THE WONDERFUL STRENGHT OF THIS "ANGULAR" TRIO, IN ADDICTION TO THE INNOVATION ATTRIBUTED BY COLIN HODGKINSON TO THE ROLE OF THE BASS. YOU CAN FIND THEM IN "THE HUMAN BED" LICENCED BY THE MERITORIOUS HUX AND IN THE "BBC SESSIONS" RECENTLY REISSUED AS 180-GRAM VINYL, SOMETHING REALLY MAJESTIC. MANY YEARS LATER, ANOTHER ATYPICAL GROUP PAID THE RIGHT TRIBUTE TO BACKDOOR, THAT IS MORPHINE, THE BAND OF THE LATE-LAMENTED MARK SANDMAN. THIS APPLIES NOT SO MUCH TO THE USE OF ELECTRIC BASS BUT MUCH MORE TO THE SAXOPHONE'S MELODY AND TO THE COMPOSITION OF THE SONGS: PAUSES, RUMBLE EFFECTS SOUND, THE SINGINGS, THE REFERENCES TO BLUES. BACKDOOR STILL REPRESENT THE TYPICAL EXAMPLE OF A "MUSICIANS ORIENTED“ GROUP, ADORED BY INSIDERS BUT NOT FILTERED INTO THE GENERAL PUBLIC, THE SAME THAT COULD GET ANYONE TO DEFINE AS BLUES THOSE ERIC CLAPTON'S LATEST WORKS, MAYBE TOO EASILY, BUT IT'S ALSO PROBABLE THAT IS THE ONLY THING IT COULD BE. LATER COLIN HODGKINSON MET THE GUITARIST FRANK DIEZ WHO PLAYED IN THE BAND OF THE EXCELLENT GERMAN SINGER PETER MAFFAY AND WITH HIM HE STARTED THE ELECTRIC BLUES DUO, AUTHOR OF PRECIOUS ALBUMS CLEARLY ORIENTED TOWARDS BLUES MUSIC, THAT COLIN OFTEN FACES WITH HIS FRETLESS BASS AND SINGS, AS HE BEGAN TO DO FROM THE BACKDOOR'S SECOND ALBUM ONWARDS. AS WELL AS THE TRIO WITH ASPERY AND HICKS, THE COLLABORATIONS WITH ELECTRIC BLUES DUO ARE (OBVIOUSLY, YOU WOULD SAY) OUT OF PRINT AND VERY DIFFICULT TO FIND, BUT ARE A SHINING EXAMPLE OF MUSICAL CONSISTENCY, OF TECHNIQUE IN THE SERVICE OF IDEAS, ASPECTS THAT ARE IN LINE WITH TRADITION BUT YOU COULD NEVER TAKE THEM FOR GRANTED AND I MEAN, THEY'RE SO VIGOROUS FOR THE SAME REASON. AMONG THE DUO'S ALBUMS, WE COULD CITE "MAKE MINE A DOUBLE" AND "OUT ON THE HIGHWAY". COLIN HODGKINSON HAS ALSO A BEAUTIFUL SOLOIST ALBUM UNDER HIS BELT, CALLED "THE BOTTOM LINE", FOR THE GERMAN IN-AKUSTIK RECORDS. A NO ACCIDENT TITLE SINCE HIS INCREDIBLE STYLE IN BASS PLAYING DOMINATES THE WHOLE ALBUM, WITH THE MOST INSPIRED SOLOIST MOMENT, AND IT'S A WORK THE WE COULD ASSIGN TO A PHANTOM "BACKDOOR 2", THAT COLIN WISELY CALLED "BACKDOOR TOO!", WHICH NO DOUBT SHOWS HOW MUCH PLAYING BLUES AND JAZZ ROCK TODAY COULD SEEM TO BE FRESH, DYNAMIC AND POWERFUL. THE UNTIMELY DEATH OF ASPERY AND HICKS UNFORTUNATELY MADE IT IMPOSSIBLE TO SEE A SECOND LASTING EMBODIMENT OF THE SEMINAL BAND AFTER THE GOOD OUTCOME OF "ASKIN' THE WAY", REUNION DATED 2003. ALL THAT REMAINS IS REGRET AT THE LACK OF ONE OF THE GRATEST BAND IN THE ENGLISH BACKGROUND, AMONG THE RIGHT STARS, MAYBE BECAUSE OF THEIR INDIFFERENCE TOWARDS A COMMERCIAL APPEAL BUT ANYWAY OF RELEVANT QUALITY. I CONSIDER COLIN HODGKINSON ONE OF THE MOST INFLUENTIAL TEN BASSISTS OF ALL TIME, REGARDLESS OF THE CONTEXT, THE SOUND CONTIGENCY AND THE NUMBER OF RECORDINGS. COLIN HAS NOT ONLY BEEN ABLE TO TRIBUTE A MAIN RULE TO THE BASS BLUES SOLOS, BUT HE ALSO PAVED THE WAY TO THE LEFT HANDED BASSISTS, WHICH CONFIRMED ONE FAR-REACHING RULE THAT GIVES TO THE "THE LEFTIES“ THE POWER TO ENGINEER DEEP-SEATED CHANGES WITH SUCH APLOMB. I CONTACTED HIM MANY YEARS AGO AND I FOUND A VERY KIND, MODEST AND ABSOLUTELY SUPPORTIVE PERSON; THAT’S ACTUALLY WHO TURNED THE TABLES ON ALL OF US LOVERS OF THE BASS ("LUCKY AT CARDS" IS A GREAT ALBUM OF ELECTRIC BLUES DUO, BY THE WAY) AND MOREOVER WHO RELATES TO PEOPLE AS A SESSION MAN NEXT DOOR. I JEALOUSLY KEEP HIS LETTERS WRITTEN WITH A VERY NEAT (LEFTY) HANDWRITING, AND HIS SIGNED CDS, HONOURED TO HAVE GOTTEN IN TOUCH WITH HIM AND GRATEFUL FOR THE CHANCE TO BE INTERESTED AT THE TIME IN THAT BASSIST WHO PLAYED IN WHITESNAKE’S "SLIDE IT IN". FOR ALL BASSISTS OR WOULD-BE ONES, COLIN HODGKINSON MUST REPRESENT A ROLE MODEL: AS REGARDS HIS MUSICAL EXPERIMENTATION, HIS ECLECTICISM AND HIS PROFESSIONALISM. ONE OF THE GREATEST MEMBERSHIP OF THE ENGLISH SCHOOL, HE WAS ABLE TO LOOK BEYOND. "TO THE LEFT“ OF ANY LIMITS. COLIN HODGKINSON’S RECOMMENDED DISCOGRAPHY: BACKDOOR – SAME 1972 BACKDOOR - 8TH STREET NITES 1973 BACKDOOR – THE BBC SESSIONS 180 GR. VINYL COLIN HODGKINSON – THE BOTTOM LINE COLIN HODGKINSON – BACKDOOR TOO! ELECTRIC BLUES DUO – MAKE MINE A DOUBLE ELECTRIC BLUES DUO – OUT ON THE HIGHWAY ELECTRIC BLUES DUO – LIVE AT L'INOUI LUXEMBOURG ALEXIS KORNER – AND... 1972 ALEXIS KORNER – GET OFF MY CLOUD 1975 ALEXIS KORNER – TESTAMENT COZY POWELL – OCTOPUSS SCHON&HAMMER – UNTOLD PASSION ©LUCA DE PASQUALE – OCTOBER 2014 ENGLISH TRANSLATION BY MANUELA AVINO |
DEDICATO A BERRY OAKLEY, BRUCE WAIBEL E ROLY WYNNE
NEL GIORNO DEL TERRIBILE INCIDENTE A JULES BIANCHI A SUZUKA GIRO A VUOTO, ANZI NO.
STUDIO.
LE CARRIERE DEI MUSICISTI CHE AMO, LE LORO EVOLUZIONI, I LORO FALLIMENTI, I CONTRACCOLPI, I RITORNI IN SCENA QUANDO POSSIBILI, GLI ANNI D'ORO, LE DECADENZE NON ACCETTATE.
MI APPASSIONO A BERRY OAKLEY, SMISURATO BASSISTA DEGLI ALTRETTANTO SMISURATI ALLMAN BROTHERS, ARRIVO AL FIGLIO, BERRY DUANE OAKLEY JR., DI PROFESSIONE BASSISTA, MANCO A PARLARNE.
LA MORTE DI OAKLEY SENIOR IN UN INCIDENTE MOTOCICLISTICO, IMPROVVISA E TRAGICAMENTE RICALCATA SU QUELLA DI DUANE ALLMAN, MI COLPISCE ANCORA OGGI. ERA L'11 NOVEMBRE DEL 1972, IO AVEVO SOLO NOVE MESI. OAKLEY È STATO UN MUSICISTA FONDAMENTALE NELLA STORIA DEL ROCK, UN MAGNIFICO INTERPRETE E ANCHE UN SIMBOLO DEL ROCK VOLGARMENTE ETICHETTATO COME “SUDISTA”.
IL SUO “TRACTOR BASS”, UN FENDER JAZZ BASS MODIFICATO CON PICKUP DI COSTRUZIONE HAGSTROM, HA ROVISTATO E RUGGITO NELLA POLVERE, RICONOSCIBILISSIMO, UN MOTORE DI LIBERTÀ ASSOLUTA.
LA TRAGICA MORTE DI OAKLEY VA IN QUELLA LETTERATURA DELLA DISTRUZIONE CHE HA ACCOMPAGNATO MOLTISSIMI MUSICISTI CHE AMO, E DI CERTO LA MIA NON È UNA MACABRA SCELTA, QUANTO UNA CASUALITÀ O -FORSE- UN CONTRAPPASSO INACCETTABILE: TANTO OSI, TANTO PAGHI. DI BASSISTI MORTI TRAGICAMENTE, E IN MODO SPESSO INSENSATO, CE NE SONO ECCOME, E LA MAGGIOR PARTE DI LORO CONTAVA MOLTO PER ME, AVEVA COLORATO GIORNI, LA CRESCITA DI UNA PASSIONE, AVEVA CEMENTATO UNA SORTA DI STILE DI PENSIERO PARALLELO ALLA MUSICA. PENSO NATURALMENTE A JACO, COME SEMPRE, MA ANCHE A PHIL LYNOTT, UCCISO DA CONSEGUENZE DI OVERDOSE A 36 ANNI, MARK SANDMAN, STRAMAZZATO SUL PALCO DI PALESTRINA A 47 ANNI, RIC GRECH, SCOMPARSO A 43 ANNI PER INSUFFICIENZA RENALE, L'INCREDIBILE RICK DANKO, VIA NEL SONNO A 57 ANNI, IL QUASI DIMENTICATO GARY THAIN, 27 ANNI, EROINA, DOUG RAUCH, BASSISTA ANCHE DEI SANTANA, STRONCATO A 28 ANNI DA OVERDOSE E PER CHIUDERE QUESTA BREVE CARRELLATA MI PIACE RICORDARE UN GRANDISSIMO DEL BASSO, ROLY WYNNE DEGLI OZRIC TENTACLES, SUICIDA A 35 ANNI LA NOTTE DI HALLOWEEN 1999. ROLY WYNNE È UNO DEI RESPONSABILI, PER COSÌ DIRE, DEL MIO AMORE PER LE LINEE DI BASSO CALDE, “TANTRICHE”, CIRCOLARI. FAVOLOSO MUSICISTA.
MI FOCALIZZO SUI BASSISTI, PERCHÉ SONO I MUSICISTI CHE HO SEMPRE SEGUITO CON UN PARTICOLARE SPIRITO DI “FRATELLANZA”, MA LA LISTA DI MORTI PREMATURE E INGIUSTE È INFINITA.
E, CHIARAMENTE, NON A TUTTI È STATA DEDICATA DEVOZIONE E GIUSTI TRIBUTI. TUTTI RICORDANO LA MORTE DI SID VICIOUS E CLIFF BURTON, MA QUANTI SANNO DELLE PARABOLE, TRISTI COME OGNI STELLA TROPPO VELOCE, DI GRANDI MUSICISTI COME BOBBY RAMIREZ DELLA EDGAR WINTER BAND, ALAN “BLIND OWL” WILSON DEI CANNED HEAT E DANNY WHITTEN?
HANNO SCRITTO LIBRI E LIBRI SULLE “VERE” CAUSE DELLA MORTE DI MICHAEL JACKSON, MA IN TANTI CASI L'ESSENZA VIENE FACILMENTE DIMENTICATA. IO NON RIESCO A DIMENTICARE O, PROBABILMENTE, A PASSARCI SOPRA.
BERRY OAKLEY, UNO DEI CAVALIERI DELLA MEZZANOTTE, ERA UN MUSICISTA DAVVERO FANTASTICO, E TROVO CHE SIA BELLISSIMO CHE IL FIGLIO ABBIA SEGUITO LE SUE ORME, EVITANDO QUALSIASI MORBOSO RAFFRONTO FAMILIARE E ARTISTICO (ANCHE FELIX E DAVID PASTORIUS HANNO SCELTO IL BASSO E ANCHE LORO SONO ALLERGICI ALLE DOMANDE RIGUARDANTI IL PADRE, VERO E PROPRIO SANTINO PER OGNI BASSISTA CHE SI RISPETTI).
TANTO OSI, TANTO PAGHI. L'HO SEMPRE PENSATO, PURTROPPO. SOPRATTUTTO SE OSI SENZA TROPPA PROTEZIONE E SE HAI ADDOSSO QUELLA FRETTA, QUELLA SMANIA DI VIVERE CHE SEMBRA ESSERE LA PRIMA E PIÙ VIOLENTA CAUSA DELL'ACCORCIAMENTO DEL TEMPO.
LA CREATIVITÀ SPICCATA, LA SENSIBILITÀ DILANIATA E SPESSO SCONFINATA DI QUESTI ARTISTI NON LI HA SALVATI AFFATTO, ANZI È PALESE CHE ABBIA DETERMINATO UN PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE, UN'ULTERIORE PERDITA DI FRENI ED EQUILIBRIO.
SE NON TI ACCONTENTI, QUASI CERTO CHE SCONTI. SE VUOI MANGIARE STELLE, NIENTE TI PROTEGGERÀ DAL RICHIAMO DEI CIELI NERI. NON SI TRATTA DI BANALE MALEDETTISMO IN PROGRESS, SONO STORIE TRISTI CHE NON TUTTI HANNO VOGLIA DI LEGGERE E APPROFONDIRE. È COMPRENSIBILE.
HO SEMPRE CREDUTO CHE NON SI DEBBA DIMENTICARE. HO SEMPRE VOLUTO EVITARE DI DIMENTICARE E DI DISTRARMI. E DEL RESTO, IO ME NE INTENDO DI STELLE CADENTI E DEL VUOTO CHE RIMANE. ED È FORSE UN DONO, QUELLO CHE IO POSSA CAPIRE COSA SIGNIFICA IL VUOTO, SENZA AVERE PAURA DELLA DEPRESSIONE E DELL'INUTILITÀ. DALLE ASSENZE SI IMPARA COSÌ TANTO CHE POI SI FINISCE PER INIZIARE A CORRERE COME NON VORRESTI.
E QUINDI QUESTO NON VUOLE ESSERE UN SAGGIO O UN TARDIVO COCCODRILLO ADORANTE, UN BIGNAMINO DA BLOGGER MELOMANE COME OGGI SI USA MOLTO, VUOLE ESSERE UNA MANO TESA, MANO DI UMILE FANTASMA IN LOTTA, PICCOLA MANO ARTIGIANA VERSO LE MANI MAGICHE CHE IL TEMPO E IL DESTINO CI HANNO FATTO SMARRIRE, UN SEMPLICE E SENTITO OMAGGIO, PERSINO UN PRESUNTUOSO “RAGAZZI, IO NON VI HO DIMENTICATI”.
PERCHÉ, L'HO SCRITTO, E SPESSO NE HO PAURA, TANTO OSI, TANTO PAGHI. SOPRATTUTTO SE CERCAVI UNA MUSICA DIVERSA, CHE RIVESTISSE L'ANIMA MEGLIO DI TANTI VESTITI E TANTE OCCASIONI.
LUCA DE PASQUALE, 6 OTTOBRE 2014
NEL GIORNO DEL TERRIBILE INCIDENTE A JULES BIANCHI A SUZUKA GIRO A VUOTO, ANZI NO.
STUDIO.
LE CARRIERE DEI MUSICISTI CHE AMO, LE LORO EVOLUZIONI, I LORO FALLIMENTI, I CONTRACCOLPI, I RITORNI IN SCENA QUANDO POSSIBILI, GLI ANNI D'ORO, LE DECADENZE NON ACCETTATE.
MI APPASSIONO A BERRY OAKLEY, SMISURATO BASSISTA DEGLI ALTRETTANTO SMISURATI ALLMAN BROTHERS, ARRIVO AL FIGLIO, BERRY DUANE OAKLEY JR., DI PROFESSIONE BASSISTA, MANCO A PARLARNE.
LA MORTE DI OAKLEY SENIOR IN UN INCIDENTE MOTOCICLISTICO, IMPROVVISA E TRAGICAMENTE RICALCATA SU QUELLA DI DUANE ALLMAN, MI COLPISCE ANCORA OGGI. ERA L'11 NOVEMBRE DEL 1972, IO AVEVO SOLO NOVE MESI. OAKLEY È STATO UN MUSICISTA FONDAMENTALE NELLA STORIA DEL ROCK, UN MAGNIFICO INTERPRETE E ANCHE UN SIMBOLO DEL ROCK VOLGARMENTE ETICHETTATO COME “SUDISTA”.
IL SUO “TRACTOR BASS”, UN FENDER JAZZ BASS MODIFICATO CON PICKUP DI COSTRUZIONE HAGSTROM, HA ROVISTATO E RUGGITO NELLA POLVERE, RICONOSCIBILISSIMO, UN MOTORE DI LIBERTÀ ASSOLUTA.
LA TRAGICA MORTE DI OAKLEY VA IN QUELLA LETTERATURA DELLA DISTRUZIONE CHE HA ACCOMPAGNATO MOLTISSIMI MUSICISTI CHE AMO, E DI CERTO LA MIA NON È UNA MACABRA SCELTA, QUANTO UNA CASUALITÀ O -FORSE- UN CONTRAPPASSO INACCETTABILE: TANTO OSI, TANTO PAGHI. DI BASSISTI MORTI TRAGICAMENTE, E IN MODO SPESSO INSENSATO, CE NE SONO ECCOME, E LA MAGGIOR PARTE DI LORO CONTAVA MOLTO PER ME, AVEVA COLORATO GIORNI, LA CRESCITA DI UNA PASSIONE, AVEVA CEMENTATO UNA SORTA DI STILE DI PENSIERO PARALLELO ALLA MUSICA. PENSO NATURALMENTE A JACO, COME SEMPRE, MA ANCHE A PHIL LYNOTT, UCCISO DA CONSEGUENZE DI OVERDOSE A 36 ANNI, MARK SANDMAN, STRAMAZZATO SUL PALCO DI PALESTRINA A 47 ANNI, RIC GRECH, SCOMPARSO A 43 ANNI PER INSUFFICIENZA RENALE, L'INCREDIBILE RICK DANKO, VIA NEL SONNO A 57 ANNI, IL QUASI DIMENTICATO GARY THAIN, 27 ANNI, EROINA, DOUG RAUCH, BASSISTA ANCHE DEI SANTANA, STRONCATO A 28 ANNI DA OVERDOSE E PER CHIUDERE QUESTA BREVE CARRELLATA MI PIACE RICORDARE UN GRANDISSIMO DEL BASSO, ROLY WYNNE DEGLI OZRIC TENTACLES, SUICIDA A 35 ANNI LA NOTTE DI HALLOWEEN 1999. ROLY WYNNE È UNO DEI RESPONSABILI, PER COSÌ DIRE, DEL MIO AMORE PER LE LINEE DI BASSO CALDE, “TANTRICHE”, CIRCOLARI. FAVOLOSO MUSICISTA.
MI FOCALIZZO SUI BASSISTI, PERCHÉ SONO I MUSICISTI CHE HO SEMPRE SEGUITO CON UN PARTICOLARE SPIRITO DI “FRATELLANZA”, MA LA LISTA DI MORTI PREMATURE E INGIUSTE È INFINITA.
E, CHIARAMENTE, NON A TUTTI È STATA DEDICATA DEVOZIONE E GIUSTI TRIBUTI. TUTTI RICORDANO LA MORTE DI SID VICIOUS E CLIFF BURTON, MA QUANTI SANNO DELLE PARABOLE, TRISTI COME OGNI STELLA TROPPO VELOCE, DI GRANDI MUSICISTI COME BOBBY RAMIREZ DELLA EDGAR WINTER BAND, ALAN “BLIND OWL” WILSON DEI CANNED HEAT E DANNY WHITTEN?
HANNO SCRITTO LIBRI E LIBRI SULLE “VERE” CAUSE DELLA MORTE DI MICHAEL JACKSON, MA IN TANTI CASI L'ESSENZA VIENE FACILMENTE DIMENTICATA. IO NON RIESCO A DIMENTICARE O, PROBABILMENTE, A PASSARCI SOPRA.
BERRY OAKLEY, UNO DEI CAVALIERI DELLA MEZZANOTTE, ERA UN MUSICISTA DAVVERO FANTASTICO, E TROVO CHE SIA BELLISSIMO CHE IL FIGLIO ABBIA SEGUITO LE SUE ORME, EVITANDO QUALSIASI MORBOSO RAFFRONTO FAMILIARE E ARTISTICO (ANCHE FELIX E DAVID PASTORIUS HANNO SCELTO IL BASSO E ANCHE LORO SONO ALLERGICI ALLE DOMANDE RIGUARDANTI IL PADRE, VERO E PROPRIO SANTINO PER OGNI BASSISTA CHE SI RISPETTI).
TANTO OSI, TANTO PAGHI. L'HO SEMPRE PENSATO, PURTROPPO. SOPRATTUTTO SE OSI SENZA TROPPA PROTEZIONE E SE HAI ADDOSSO QUELLA FRETTA, QUELLA SMANIA DI VIVERE CHE SEMBRA ESSERE LA PRIMA E PIÙ VIOLENTA CAUSA DELL'ACCORCIAMENTO DEL TEMPO.
LA CREATIVITÀ SPICCATA, LA SENSIBILITÀ DILANIATA E SPESSO SCONFINATA DI QUESTI ARTISTI NON LI HA SALVATI AFFATTO, ANZI È PALESE CHE ABBIA DETERMINATO UN PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE, UN'ULTERIORE PERDITA DI FRENI ED EQUILIBRIO.
SE NON TI ACCONTENTI, QUASI CERTO CHE SCONTI. SE VUOI MANGIARE STELLE, NIENTE TI PROTEGGERÀ DAL RICHIAMO DEI CIELI NERI. NON SI TRATTA DI BANALE MALEDETTISMO IN PROGRESS, SONO STORIE TRISTI CHE NON TUTTI HANNO VOGLIA DI LEGGERE E APPROFONDIRE. È COMPRENSIBILE.
HO SEMPRE CREDUTO CHE NON SI DEBBA DIMENTICARE. HO SEMPRE VOLUTO EVITARE DI DIMENTICARE E DI DISTRARMI. E DEL RESTO, IO ME NE INTENDO DI STELLE CADENTI E DEL VUOTO CHE RIMANE. ED È FORSE UN DONO, QUELLO CHE IO POSSA CAPIRE COSA SIGNIFICA IL VUOTO, SENZA AVERE PAURA DELLA DEPRESSIONE E DELL'INUTILITÀ. DALLE ASSENZE SI IMPARA COSÌ TANTO CHE POI SI FINISCE PER INIZIARE A CORRERE COME NON VORRESTI.
E QUINDI QUESTO NON VUOLE ESSERE UN SAGGIO O UN TARDIVO COCCODRILLO ADORANTE, UN BIGNAMINO DA BLOGGER MELOMANE COME OGGI SI USA MOLTO, VUOLE ESSERE UNA MANO TESA, MANO DI UMILE FANTASMA IN LOTTA, PICCOLA MANO ARTIGIANA VERSO LE MANI MAGICHE CHE IL TEMPO E IL DESTINO CI HANNO FATTO SMARRIRE, UN SEMPLICE E SENTITO OMAGGIO, PERSINO UN PRESUNTUOSO “RAGAZZI, IO NON VI HO DIMENTICATI”.
PERCHÉ, L'HO SCRITTO, E SPESSO NE HO PAURA, TANTO OSI, TANTO PAGHI. SOPRATTUTTO SE CERCAVI UNA MUSICA DIVERSA, CHE RIVESTISSE L'ANIMA MEGLIO DI TANTI VESTITI E TANTE OCCASIONI.
LUCA DE PASQUALE, 6 OTTOBRE 2014
IL 20 MAGGIO È MORTO RANDY COVEN.
È STATO UNO DEI BASSISTI CHE HO AMATO DI PIÙ, SOPRATTUTTO PERCHÉ HO AVUTO MODO DI CONOSCERE LA SUA MUSICA PROPRIO NEL PERIODO IN CUI ERO IN PIENA SCOPERTA DEL BASSO ELETTRICO E DEI SUOI INTERPRETI.
IL SUO PRIMO ALBUM SOLISTA, “FUNK ME TENDER”, USCÌ NEL 1989, MA IO SCOPRII RANDY A CASA DI UN AMICO CHITARRISTA, DUE ANNI DOPO. MI INCURIOSII DI QUESTA STRANA COPERTINA GIALLA CON QUESTO CAPELLONE CON IL BASSO A TRACOLLA. SI TRATTAVA DI “SAMMY SAYS OUCH!”, IL SECONDO FULL-LENGTH DI RANDY, DATATO 1990. LO ASCOLTAMMO INSIEME, LUI LO AVEVA PER VIA DELLE COLLABORAZIONI DEL BASSISTA CON STEVE VAI, UNO DEI GUITAR HEROES CHE AMAVA DI PIÙ. DOPO L’ASCOLTO, RIMASI IMPRESSIONATO. SI TRATTAVA DI UN BASSISTA SPECIALE, CHE UNIVA UNA TECNICA NOTEVOLISSIMA PERFETTAMENTE BILANCIATA TRA ROCK E FUSION AD UN APPROCCIO PARECCHIO METAL, COSA QUESTA CHE LO SPINSE NEGLI ANNI SUCCESSIVI AD INCIDERE CON GLI ARK, GLI HOLY MOTHER ED ALEX MASI, TRA GLI ALTRI.
GLI ASSOLO BRUCIANTI, MISTO DI SVISATE SLAP FUNKY E PIÙ TRADIZIONALI PROVE DI VELOCITÀ, MI CONVINSERO A TRATTARE CON RICCARDO LA VENDITA DEL CD. ALL’EPOCA NON ERA TANTO SEMPLICE ORDINARE UN DISCO, NON C’ERANO I VARI SITI E ANCHE I NEGOZI FATICAVANO A PROCURARE ROBA D’IMPORTAZIONE O TROPPO SETTARIA (È ANCORA COSÌ, VANNO IN PANICO QUANDO NON CONOSCONO). NON RICORDO COSA GLI OFFRII, PROBABILE UN TRE CONTRO UNO, MA VOLEVO QUEL DISCO. E RIUSCII AD ACCAPARRARMELO. MI PIACEVANO I BASSISTI METAL CHE RIUSCIVANO AD EMERGERE, IN QUEGLI ANNI IL DEATH METAL TECNICO E MOLTO BASSISTICO CHE SI SAREBBE SVILUPPATO POI ERA SOLO UN’UTOPIA INIMMAGINABILE. I DISCHI DI RANDY COVEN, COME DA PRASSI, VENNERO BOLLATI DAI PURISTI E DAI JAZZOFILI ORTODOSSI COME “DIMOSTRATIVI” E “CAFONI”, CONSIDERATO L’ALTO NUMERO DI SHOWDOWN BASSISTICI PRESENTI. NON DIEDI ASCOLTO AI SOLONI DEL CASO E TIRAI AVANTI DRITTO PER LA MIA STRADA, CHE FU COSTELLATA DA ALTRI SUPER-BASSISTI DAL GUSTO NON SEMPRE RAFFINATISSIMO, MA DI UNA POTENZA INCONTESTABILE E DI UNA TECNICA AI LIMITI DELL’INCREDIBILE.
DEL RESTO, ERA IL PERIODO DEL BOOM DI BILLY SHEEHAN E DI STU HAMM. RANDY COVEN ENTRÒ DI PREPOTENZA AD AFFIANCARSI A QUESTI DUE MOSTRI.
RANDY, ALMENO DAL PUNTO DI VISTA DELLA CARRIERA SOLISTA, NON HA PROBABILMENTE MANTENUTO TUTTE LE PROMESSE. I PRIMI DUE DISCHI BOMBA NON SONO STATI SEGUITI DA ALTRI EPISODI COSÌ FELICI, ALMENO SOTTO IL PIANO COMMERCIALE; UN DISCO A NOME CPR CON AL PITRELLI E JOHN O. REILLY, IL SOTTOVALUTATO “WITCH WAY”, UN DISCRETO NUMERO DI COLLABORAZIONI. SE SI PENSA A QUANTI DISCHI DI BASSO SMOOTH JAZZ E FUSION SCOLORITA ANCORA ESCONO OGGI, FA RABBIA.
RANDY COVEN, MORTE DI UN MUSICISTA NON COMMERCIALE. QUESTO SPIEGA TUTTO. LA NOTIZIA È PASSATA PRATICAMENTE INOSSERVATA. SI È DATO UNO SPAZIO OSCENO ALLE ESCANDESCENZE DI GRIGNANI E ALLA NUOVA VILLA DI STING, LA MORTE DI UN BASSISTA ROCK CHE NON HA ELEMENTI PER COMMUOVERE I FINTI SENSIBILI NON FUNZIONA E DUNQUE ZUT, NIENTE.
DEL RESTO, RICORDO CHE PERSINO LA SCOMPARSA DI MICK KARN, LO STRAORDINARIO BASSISTA DEI JAPAN, FU LIQUIDATA CON QUATTRO RIGHE DI CIRCOSTANZA; E SI TRATTAVA DI UN MUSICISTA CHE AVEVA PRATICAMENTE REINVENTATO L’INSERIMENTO DEL BASSO FRETLESS NEL POP, NEL ROCK AMBIENT SINTETICO E IN ALTRI CONTESTI ETEROGENEI.
MI PIACE RICORDARE RANDY COVEN COME UNO DI QUELLI CHE NEGLI ANNI NOVANTA HA NOBILITATO IL BASSO ELETTRICO NELL’HARD ROCK E NEL METAL STRUMENTALE, REAGENDO ALLA STUCCHEVOLE DITTATURA DEI CHITARRISTI; LUI, INSIEME AI GIÀ CITATI BILLY SHEEHAN E STU HAMM, E CON T. M. STEVENS, TONY FRANKLIN, JUAN ALDERETE, CHUCK WRIGHT, HA SPIANATO LA STRADA.
HA LASCIATO UN’EREDITÀ BEN RACCOLTA NELLE MANI DI BASSISTI FAVOLOSI COME STEVE DIGIORGIO, BARRY SPARKS, BRYAN BELLER, BAREND COURBOIS, MICK CERVINO, EVAN BREWER, JOE LESTER, DAN BRIGGS, MASAKI, PATRICE GUERS, MIKE LEPOND, ROB VAN DER LOO, JEROEN PAUL THESSELING E TANTISSIMI ALTRI. RISPETTO DUNQUE PER UN MUSICISTA SOLO APPARENTEMENTE DI SECONDA FASCIA; NON SI TRATTAVA CERTO DI UN COMPRIMARIO, MA HA AVUTO IL BUON SENSO DI NON INTASARE IL MERCATO DI DISCHI INUTILI, ALL’INSEGNA DI UN VIRTUOSISMO STERILE, COSA CHE RIMANE IL BRUTTO VIZIO DI TANTI CHITARRISTI METAL E BASSISTI FUSION. I PRIMI DUE DISCHI SOLISTI SONO PIETRE MILIARI CHE OCCORREREBBE RISCOPRIRE CON UNO SPIRITO CURIOSO E CON L’AMMIRAZIONE CHE SI DEVE A CHI È STATO TRA I PRIMI A LANCIARE IL SASSO NELLO STAGNO.
ANNI FA SCRISSI UNA BREVE MAIL A RANDY, SONO SOLITO CONTATTARE I MUSICISTI CHE STIMO. MI RISPOSE CON DUE RIGHE GENTILI E UN PO’ IMBARAZZATE, NON È STATO UNO DI QUELLI CON I QUALI HO LEGATO FINO A CORRISPONDERE ATTIVAMENTE, MA È RIMASTO SEMPRE UNO DEI RE, PER ME.
QUESTO MIO PICCOLO OMAGGIO NON RIPARA CERTO ALL’INDIFFERENZA DIFFUSA DEL GIORNALISMO MUSICALE, CHE SOPRATTUTTO QUI IN ITALIA PAGA DAZIO AD UNO SNOBISMO STRATIFICATO E ANCHE SPREZZANTE, CHE RIFIUTA SISTEMATICAMENTE TUTTO QUELLO CHE PUZZA DI NON STRAORDINARIA CREATIVITÀ. OGGI, PIÙ DI SEMPRE, UNA SGRAZIATA CANTASTORIE AMERICANA SENZA DUE DENTI DAVANTI, CHE OSSESSIONA CON NENIE DEPRESSIVE E NON SA NEMMENO SUONARE LA CHITARRA ACUSTICA, FA MOLTA PIÙ NOTIZIA DELLA MORTE DI RANDY COVEN A SOLI 54 ANNI. SIAMO ARRIVATI AL PARADOSSO CHE È PIÙ PROBABILE UNA NOTA AGIOGRAFICA E REVISIONISTA SU QUALCHE POP STAR CON PARRUCCHINO CHE UN’ONESTA RETROSPETTIVA SU UN MAGNIFICO STRUMENTISTA.
MA, DEL RESTO, PER MOLTI IL METAL RESTA UN GENERE ADOLESCENZIALE, TUTTO SOMMATO TRASCURABILE, TROPPO SPESSO UGUALE A SE STESSO, E ANCOR DI PIÙ IL BASSO METAL È UNO SCONOSCIUTO, ALLA FACCIA DI STEVE HARRIS E COMPAGNIA.
A QUESTO PROPOSITO, MI HA COLPITO MOLTO NEGATIVAMENTE, SU UN NOTO MAGAZINE MUSICALE ITALIANO, LA SPOCCHIA DEL RECENSORE DI NON SO QUALE DISCO, CHE SI VANTAVA PER L'OCCASIONE DI NON CONOSCERE UNA SOLA NOTA DEGLI AC/DC. NON MI SEMBRA CERTO UN MOTIVO DI VANTO. NEGLI ANNI OTTANTA C'ERANO I PANINARI CHE INFESTAVANO LA SCENA, OGGI LE COSE NON VANNO MEGLIO, SE CERTI PLASTIFICATI TEOSOFI CON LA BARBETTA ISPIDA ANCORA SI SOLLAZZANO A SPARARE GIUDIZI DAL BASSO DELLA LORO IGNORANZA ARROGANTE.
IO SONO FIERO DI ESSERE CRESCIUTO CON I BASSISTI METAL E HARD ROCK, CHE HANNO IMPARATO MOLTO BENE AD ESSERE RICONOSCIBILI NEL FRAGORE E NEL CAOS DEL MOVIMENTO E AD INCIDERE IN MODO DECISIVO SULL’EVOLUZIONE DEL GENERE, CHE SIA BRUTAL, TECH DEATH, TRASH, EXTREME FUSION, SHRED E ALTRE DEFINIZIONI SFUGGENTI COME ANGUILLE.
OGGI, FORSE PIÙ DI IERI, È UN’EMOZIONE STRANIANTE E PARTICOLARE RITROVARSI UN ASSOLO DI BASSO A METÀ O IN CODA AD UN BRANO HARD ROCK, RICONOSCERE UN ARPEGGIO INATTESO IN UNA PAUSA NON PREVISTA, MA ANCHE RENDERSI CONTO CHE SENZA L’IMMENSO EDIFICIO DEL BASSO ELETTRICO TUTTO IL CONTESTO AGGRESSIVO E INCEDENTE DEL METALLO NON AVREBBE RAGIONE DI ESISTERE.
CUORE DI BASSISTA, TESTA DI BASSISTA, ANIMA A QUATTRO CORDE, RENDO OMAGGIO AL FRATELLO RANDY COVEN, RISPETTO E PACE PER TE, E SPERO MAGGIORE INTELLIGENZA E SENSIBILITÀ PER CHI CREDE DI INTENDERSI DI MUSICA.
LUCA DE PASQUALE, 28 LUGLIO 2014
RANDY COVEN DISCOGRAFIA CONSIGLIATA:
SOLO ALBUMS:
FUNK ME TENDER (1989)
SAMMY SAYS OUCH! (1990)
COVEN/PITRELLI/O’REILLY – CPR
WITCH WAY
THE BEST OF RANDY COVEN
COLLABORAZIONI:
VITALIJ KUPRIJ – REVENGE
ARK – BURN THE SUN
HOLY MOTHER – TOXIC RAIN
JACK STARR – A MINOR DISTURBANCE
ORPHEUS - ORPHEUS II (INCISIONI PRE "FUNK ME TENDER")
BLUES SARACENO - NEVER LOOK BACK
LESLIE WEST - DODGIN' THE DIRT
MCM - RITUAL FACTORY (CON ALEX MASI E JOHN MACALUSO)
STEVE VAI - FLEXABLE LEFTOVERS
È STATO UNO DEI BASSISTI CHE HO AMATO DI PIÙ, SOPRATTUTTO PERCHÉ HO AVUTO MODO DI CONOSCERE LA SUA MUSICA PROPRIO NEL PERIODO IN CUI ERO IN PIENA SCOPERTA DEL BASSO ELETTRICO E DEI SUOI INTERPRETI.
IL SUO PRIMO ALBUM SOLISTA, “FUNK ME TENDER”, USCÌ NEL 1989, MA IO SCOPRII RANDY A CASA DI UN AMICO CHITARRISTA, DUE ANNI DOPO. MI INCURIOSII DI QUESTA STRANA COPERTINA GIALLA CON QUESTO CAPELLONE CON IL BASSO A TRACOLLA. SI TRATTAVA DI “SAMMY SAYS OUCH!”, IL SECONDO FULL-LENGTH DI RANDY, DATATO 1990. LO ASCOLTAMMO INSIEME, LUI LO AVEVA PER VIA DELLE COLLABORAZIONI DEL BASSISTA CON STEVE VAI, UNO DEI GUITAR HEROES CHE AMAVA DI PIÙ. DOPO L’ASCOLTO, RIMASI IMPRESSIONATO. SI TRATTAVA DI UN BASSISTA SPECIALE, CHE UNIVA UNA TECNICA NOTEVOLISSIMA PERFETTAMENTE BILANCIATA TRA ROCK E FUSION AD UN APPROCCIO PARECCHIO METAL, COSA QUESTA CHE LO SPINSE NEGLI ANNI SUCCESSIVI AD INCIDERE CON GLI ARK, GLI HOLY MOTHER ED ALEX MASI, TRA GLI ALTRI.
GLI ASSOLO BRUCIANTI, MISTO DI SVISATE SLAP FUNKY E PIÙ TRADIZIONALI PROVE DI VELOCITÀ, MI CONVINSERO A TRATTARE CON RICCARDO LA VENDITA DEL CD. ALL’EPOCA NON ERA TANTO SEMPLICE ORDINARE UN DISCO, NON C’ERANO I VARI SITI E ANCHE I NEGOZI FATICAVANO A PROCURARE ROBA D’IMPORTAZIONE O TROPPO SETTARIA (È ANCORA COSÌ, VANNO IN PANICO QUANDO NON CONOSCONO). NON RICORDO COSA GLI OFFRII, PROBABILE UN TRE CONTRO UNO, MA VOLEVO QUEL DISCO. E RIUSCII AD ACCAPARRARMELO. MI PIACEVANO I BASSISTI METAL CHE RIUSCIVANO AD EMERGERE, IN QUEGLI ANNI IL DEATH METAL TECNICO E MOLTO BASSISTICO CHE SI SAREBBE SVILUPPATO POI ERA SOLO UN’UTOPIA INIMMAGINABILE. I DISCHI DI RANDY COVEN, COME DA PRASSI, VENNERO BOLLATI DAI PURISTI E DAI JAZZOFILI ORTODOSSI COME “DIMOSTRATIVI” E “CAFONI”, CONSIDERATO L’ALTO NUMERO DI SHOWDOWN BASSISTICI PRESENTI. NON DIEDI ASCOLTO AI SOLONI DEL CASO E TIRAI AVANTI DRITTO PER LA MIA STRADA, CHE FU COSTELLATA DA ALTRI SUPER-BASSISTI DAL GUSTO NON SEMPRE RAFFINATISSIMO, MA DI UNA POTENZA INCONTESTABILE E DI UNA TECNICA AI LIMITI DELL’INCREDIBILE.
DEL RESTO, ERA IL PERIODO DEL BOOM DI BILLY SHEEHAN E DI STU HAMM. RANDY COVEN ENTRÒ DI PREPOTENZA AD AFFIANCARSI A QUESTI DUE MOSTRI.
RANDY, ALMENO DAL PUNTO DI VISTA DELLA CARRIERA SOLISTA, NON HA PROBABILMENTE MANTENUTO TUTTE LE PROMESSE. I PRIMI DUE DISCHI BOMBA NON SONO STATI SEGUITI DA ALTRI EPISODI COSÌ FELICI, ALMENO SOTTO IL PIANO COMMERCIALE; UN DISCO A NOME CPR CON AL PITRELLI E JOHN O. REILLY, IL SOTTOVALUTATO “WITCH WAY”, UN DISCRETO NUMERO DI COLLABORAZIONI. SE SI PENSA A QUANTI DISCHI DI BASSO SMOOTH JAZZ E FUSION SCOLORITA ANCORA ESCONO OGGI, FA RABBIA.
RANDY COVEN, MORTE DI UN MUSICISTA NON COMMERCIALE. QUESTO SPIEGA TUTTO. LA NOTIZIA È PASSATA PRATICAMENTE INOSSERVATA. SI È DATO UNO SPAZIO OSCENO ALLE ESCANDESCENZE DI GRIGNANI E ALLA NUOVA VILLA DI STING, LA MORTE DI UN BASSISTA ROCK CHE NON HA ELEMENTI PER COMMUOVERE I FINTI SENSIBILI NON FUNZIONA E DUNQUE ZUT, NIENTE.
DEL RESTO, RICORDO CHE PERSINO LA SCOMPARSA DI MICK KARN, LO STRAORDINARIO BASSISTA DEI JAPAN, FU LIQUIDATA CON QUATTRO RIGHE DI CIRCOSTANZA; E SI TRATTAVA DI UN MUSICISTA CHE AVEVA PRATICAMENTE REINVENTATO L’INSERIMENTO DEL BASSO FRETLESS NEL POP, NEL ROCK AMBIENT SINTETICO E IN ALTRI CONTESTI ETEROGENEI.
MI PIACE RICORDARE RANDY COVEN COME UNO DI QUELLI CHE NEGLI ANNI NOVANTA HA NOBILITATO IL BASSO ELETTRICO NELL’HARD ROCK E NEL METAL STRUMENTALE, REAGENDO ALLA STUCCHEVOLE DITTATURA DEI CHITARRISTI; LUI, INSIEME AI GIÀ CITATI BILLY SHEEHAN E STU HAMM, E CON T. M. STEVENS, TONY FRANKLIN, JUAN ALDERETE, CHUCK WRIGHT, HA SPIANATO LA STRADA.
HA LASCIATO UN’EREDITÀ BEN RACCOLTA NELLE MANI DI BASSISTI FAVOLOSI COME STEVE DIGIORGIO, BARRY SPARKS, BRYAN BELLER, BAREND COURBOIS, MICK CERVINO, EVAN BREWER, JOE LESTER, DAN BRIGGS, MASAKI, PATRICE GUERS, MIKE LEPOND, ROB VAN DER LOO, JEROEN PAUL THESSELING E TANTISSIMI ALTRI. RISPETTO DUNQUE PER UN MUSICISTA SOLO APPARENTEMENTE DI SECONDA FASCIA; NON SI TRATTAVA CERTO DI UN COMPRIMARIO, MA HA AVUTO IL BUON SENSO DI NON INTASARE IL MERCATO DI DISCHI INUTILI, ALL’INSEGNA DI UN VIRTUOSISMO STERILE, COSA CHE RIMANE IL BRUTTO VIZIO DI TANTI CHITARRISTI METAL E BASSISTI FUSION. I PRIMI DUE DISCHI SOLISTI SONO PIETRE MILIARI CHE OCCORREREBBE RISCOPRIRE CON UNO SPIRITO CURIOSO E CON L’AMMIRAZIONE CHE SI DEVE A CHI È STATO TRA I PRIMI A LANCIARE IL SASSO NELLO STAGNO.
ANNI FA SCRISSI UNA BREVE MAIL A RANDY, SONO SOLITO CONTATTARE I MUSICISTI CHE STIMO. MI RISPOSE CON DUE RIGHE GENTILI E UN PO’ IMBARAZZATE, NON È STATO UNO DI QUELLI CON I QUALI HO LEGATO FINO A CORRISPONDERE ATTIVAMENTE, MA È RIMASTO SEMPRE UNO DEI RE, PER ME.
QUESTO MIO PICCOLO OMAGGIO NON RIPARA CERTO ALL’INDIFFERENZA DIFFUSA DEL GIORNALISMO MUSICALE, CHE SOPRATTUTTO QUI IN ITALIA PAGA DAZIO AD UNO SNOBISMO STRATIFICATO E ANCHE SPREZZANTE, CHE RIFIUTA SISTEMATICAMENTE TUTTO QUELLO CHE PUZZA DI NON STRAORDINARIA CREATIVITÀ. OGGI, PIÙ DI SEMPRE, UNA SGRAZIATA CANTASTORIE AMERICANA SENZA DUE DENTI DAVANTI, CHE OSSESSIONA CON NENIE DEPRESSIVE E NON SA NEMMENO SUONARE LA CHITARRA ACUSTICA, FA MOLTA PIÙ NOTIZIA DELLA MORTE DI RANDY COVEN A SOLI 54 ANNI. SIAMO ARRIVATI AL PARADOSSO CHE È PIÙ PROBABILE UNA NOTA AGIOGRAFICA E REVISIONISTA SU QUALCHE POP STAR CON PARRUCCHINO CHE UN’ONESTA RETROSPETTIVA SU UN MAGNIFICO STRUMENTISTA.
MA, DEL RESTO, PER MOLTI IL METAL RESTA UN GENERE ADOLESCENZIALE, TUTTO SOMMATO TRASCURABILE, TROPPO SPESSO UGUALE A SE STESSO, E ANCOR DI PIÙ IL BASSO METAL È UNO SCONOSCIUTO, ALLA FACCIA DI STEVE HARRIS E COMPAGNIA.
A QUESTO PROPOSITO, MI HA COLPITO MOLTO NEGATIVAMENTE, SU UN NOTO MAGAZINE MUSICALE ITALIANO, LA SPOCCHIA DEL RECENSORE DI NON SO QUALE DISCO, CHE SI VANTAVA PER L'OCCASIONE DI NON CONOSCERE UNA SOLA NOTA DEGLI AC/DC. NON MI SEMBRA CERTO UN MOTIVO DI VANTO. NEGLI ANNI OTTANTA C'ERANO I PANINARI CHE INFESTAVANO LA SCENA, OGGI LE COSE NON VANNO MEGLIO, SE CERTI PLASTIFICATI TEOSOFI CON LA BARBETTA ISPIDA ANCORA SI SOLLAZZANO A SPARARE GIUDIZI DAL BASSO DELLA LORO IGNORANZA ARROGANTE.
IO SONO FIERO DI ESSERE CRESCIUTO CON I BASSISTI METAL E HARD ROCK, CHE HANNO IMPARATO MOLTO BENE AD ESSERE RICONOSCIBILI NEL FRAGORE E NEL CAOS DEL MOVIMENTO E AD INCIDERE IN MODO DECISIVO SULL’EVOLUZIONE DEL GENERE, CHE SIA BRUTAL, TECH DEATH, TRASH, EXTREME FUSION, SHRED E ALTRE DEFINIZIONI SFUGGENTI COME ANGUILLE.
OGGI, FORSE PIÙ DI IERI, È UN’EMOZIONE STRANIANTE E PARTICOLARE RITROVARSI UN ASSOLO DI BASSO A METÀ O IN CODA AD UN BRANO HARD ROCK, RICONOSCERE UN ARPEGGIO INATTESO IN UNA PAUSA NON PREVISTA, MA ANCHE RENDERSI CONTO CHE SENZA L’IMMENSO EDIFICIO DEL BASSO ELETTRICO TUTTO IL CONTESTO AGGRESSIVO E INCEDENTE DEL METALLO NON AVREBBE RAGIONE DI ESISTERE.
CUORE DI BASSISTA, TESTA DI BASSISTA, ANIMA A QUATTRO CORDE, RENDO OMAGGIO AL FRATELLO RANDY COVEN, RISPETTO E PACE PER TE, E SPERO MAGGIORE INTELLIGENZA E SENSIBILITÀ PER CHI CREDE DI INTENDERSI DI MUSICA.
LUCA DE PASQUALE, 28 LUGLIO 2014
RANDY COVEN DISCOGRAFIA CONSIGLIATA:
SOLO ALBUMS:
FUNK ME TENDER (1989)
SAMMY SAYS OUCH! (1990)
COVEN/PITRELLI/O’REILLY – CPR
WITCH WAY
THE BEST OF RANDY COVEN
COLLABORAZIONI:
VITALIJ KUPRIJ – REVENGE
ARK – BURN THE SUN
HOLY MOTHER – TOXIC RAIN
JACK STARR – A MINOR DISTURBANCE
ORPHEUS - ORPHEUS II (INCISIONI PRE "FUNK ME TENDER")
BLUES SARACENO - NEVER LOOK BACK
LESLIE WEST - DODGIN' THE DIRT
MCM - RITUAL FACTORY (CON ALEX MASI E JOHN MACALUSO)
STEVE VAI - FLEXABLE LEFTOVERS
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RANDY COVEN'S MAIN DISCOGRAPHY |
Arrivano periodi in cui si scrive meno facilmente; forse perché si preferisce vivere. Non è stato infrequente che rileggendo qualcosa di mio io abbia pensato “ma che cazzo vuoi...” e abbia cestinato senza pietà. Frase, questa, che mi capita di considerare spesso quando qualcuno mi parla, ma è evidentemente un altro discorso. Oggi ho fatto la mia uscita in società, mezz'ora di passeggiata vestito come un tennista senior eterosessuale con il vizio del fumo. Ho contato uno sguardo profondo di una sconosciuta, una coppietta che faceva pettegolezzi come solo chi sta insieme si mette in testa di fare, un docente universitario dall'aria espansiva che faceva i complimenti al violinista in funicolare. Poco altro. Sono giorni che giro intorno alla mia simpatia per il bassista Ian Hill dei Judas Priest. Sono giorni figli di anni, perché ho sempre tenuto in considerazione Ian Hill, uno che in decenni di onorata carriera non ha fatto un assolo di basso che sia uno, è sempre stato nelle retrovie, nei video dei Judas quasi non lo inquadravano: i bassisti hard rock di oggi non lo considerano un'influenza e spesso ne criticano la remissività. Sono degli ingrati. Fior di professionista, persona garbata, Ian Hill ha sempre avuto la mia stima per il totale e sincero anti-divismo che ha professato con continuità. Sono cresciuto con i Judas Priest, che senza il suo basso non invadente ma di certo fondantem nei diversi anthem granitici che ci hanno consegnato avrebbero perso propulsione, base, dinamismo.
Apprezzo di Ian anche lo spirito e la tolleranza; al posto suo avrei cacciato la testa dal sacco e avrei rotto i coglioni a K.K. Downing, Glen Tipton e al grande Rob Halford, chiedendo un po' di visibilità. E invece. Quindi, surplus di stima. Ian Hill sapeva stare al suo posto, ma quello era il suo posto. Non se ne può più di primedonne, ovunque. Ian, nelle numerose interviste concesse alla stampa specializzata (perché ancora oggi, con il suo aplomb, sembra essere quello delegato maggiormente ai rapporti con la stampa), non giocava a fare la vittima, anzi spiegava il concept della band con dovizia di particolari e con sincero entusiasmo. Sembrava sempre voler dire “so che non apprezzate che non mi si veda e so anche di aver scritto poche canzoni, ma sono fatti miei, senza di me non sarebbero i Judas Priest”. Tutta la mia devozione a Ian Hill, che naturalmente è assurto subito, nelle nebbie della mia adolescenza, a mio Judas prediletto. E lo è ancora.
Sono stato metallaro per anni e anni. Questo non si dimentica. È stato un imprinting di autoghettizzazione, almeno in quegli anni. Mentre i miei compagni di scuola cresi e figli di professionisti si dilettavano nella dicotomia tra Duran Duran e Spandau, io macinavo metallo pesante e rabbia sociale. Mi è servito molto. E non rinnego. Non rinnego proprio niente di quel periodo. Ad una sgangherata e mal riuscita festa per i miei diciassette anni, consolai i pochi e annoiati invitati con dischi di Armored Saint, Attacker, Celtic Frost, Abattoir, Venom, Accept e Metal Church. Mi chiesero di smetterla, nonostante fossi il festeggiato, e le giovani fiche rivolsero definitivamente le loro attenzioni altrove. Non mi importava, sentivo di avere molta rabbia dentro e dovevo esibire la mia diversità per non farmi sopraffare, per cui il metal andava più che bene per non essere inquadrato da subito. Negli anni successivi ho deviato in modo naturale verso altro, ma sono spesso tornato al metal, dopo abbuffate di fusion bassistica o post punk, di class pop e di blues, ed è sempre stato soddisfacente tornare in quella vecchia cantina piena di ragnatele. Riascoltando oggi quei dischi, mi viene il magone. Ricordo quante ballate ho consumato per ragazze che nemmeno mi conoscevano, e quante cavalcate sonore ho sostenuto per infondermi quel coraggio che era un misto tra scemenza e trascendenza pura. Poi ho iniziato a soffrire e a far soffrire, a sporcarmi di vita e di scelte, di addii e ritorni, ho cercato di essere uomo senza farmela sotto, ho cercato quantomeno di essere una persona decente, non sempre riuscendoci. Maledettamente imperfetto, schifosamente spartano e perfezionista, ho giocato nel ruolo, di Ian Hill, ma senza la sua infinita pazienza e la sua bonarietà. Chissà come mi era venuto il gusto dei conflitti, dei confronti, dei botta e risposta, delle vendette, fatto sta che la compostezza di Ian Hill io me la sono sempre sognata. E questo è un rimpianto, sì, almeno questo.
Oggi sono invecchiato, quel che serve, quel che basta. Da primadonna in malasorte esibita sono passato a vecchia bagascia che si rifugia nei fiori quando rimane sola e dimentica tutto il fiume di pelle, baci e abbracci trascorsi, tutte le chimere mai levigate per bene, tutti gli equivoci generati dal cercare di amare e vivere, come un contrappasso in tempo reale. Non sento grossi rammarichi addosso, anzi le questioni più spinose mi hanno visto risoluto e piuttosto rapido. Sento il peso di frasi che non ho pronunciato, di esitazioni fatali, di entusiasmi mal gestiti, ma niente che possa davvero somigliare a rimpianti, rimorsi o desideri di espiazione. Ho fatto quel che potevo e ho protestato anche troppo, con chiunque, senza deferenza, senza timori. Ho voltato pagina quando necessario e quando l’aria non era più tersa. Per fortuna, i veri eroismi sono altrove, qui è solo sopravvivenza e serbatoio di rabbia che serve ad accendere gli occhi al mattino. Il vero eroismo è banalmente diventato credere negli altri e nelle opportunità che la vita offre, dedicarsi a qualcuno senza chiedere danni e risarcimenti al primo ostacolo, l'eroismo è confondersi agli altri e non lamentarsi per lo scarso rilievo delle nostre azioni.
Ma torniamo a Ian Hill, che è il punto focale di questo pezzo.
Ian è, grazie a Dio, ancora vivo e suona ancora. Jaco Pastorius, Phil Lynott e Sid Vicious sono morti. Vorrà pur dire qualcosa. Ian Hill è stato al suo posto; doveva avere le spalle larghe e una larga visuale di comprensione delle cose e degli equilibri. Non si possono amare solo i rompicollo e gli uomini straordinari. Mi piacerebbe iniziare a comportarmi un po' come Ian Hill, che forse si fumava una sigaretta per cazzi suoi mentre gli axemen e il frontman della band riscuotevano consensi e acclamazioni. Non ho mai visto qualcuno impazzire per le controllate movenze di Ian, invece Rob Halford ha -giustamente- un seguito di fedelissimi che lo hanno seguito anche in imprese musicali non perfettamente a fuoco. Ci sarà sempre qualcuno, almeno è auspicabile, che sarà attento a te anche se non strepiti. Il Luca diciassettenne che ascoltava tutti i dischi dei Judas si attaccava alle casse dello stereo antidiluviano per distinguere il basso di Hill, si emozionava per le tante e belle note profuse dall'uomo-ombra nel pezzo “Here come the tears”, e oggi scrive di lui a distanza di venticinque anni da quei battesimi. Con un senso di gratitudine. Senza esagerare. Mi sembra, a tutti gli effetti, la prova che non tutti preferiscono i primi piani e la luce, ma riescono a volte a scorgere oggetti ed anime nascoste nei margini, negli sfondi, in quell'oblio che è spesso una meravigliosa mimesi. E dunque gloria a Ian Hill, nonostante la passione che ho per bassisti onnipresenti e dal suono certamente più ingombrante e riconoscibile come Steve Harris, Rudy Sarzo, Cliff Burton, Tony Franklin, Randy Coven, Billy Sheehan, Barry Sparks, Marcel Jacob, Barend Courbois, Steve DiGiorgio, Jeroen Paul Thesseling, tanto per rimanere nel genere. Come metafora di una crescita nel vedere le cose e le persone, mi piace utilizzare lui, uno dei grandi “invisibili di sostanza”. Forse il mio eroe adolescenziale meglio conservato, più sano e lungimirante, dolcemente attivo in una macchina perfetta di metallo che si chiama Judas Priest ed io ho avuto la fortuna di incontrare ed amare.
Luca De Pasquale, 12 gennaio 2014
Apprezzo di Ian anche lo spirito e la tolleranza; al posto suo avrei cacciato la testa dal sacco e avrei rotto i coglioni a K.K. Downing, Glen Tipton e al grande Rob Halford, chiedendo un po' di visibilità. E invece. Quindi, surplus di stima. Ian Hill sapeva stare al suo posto, ma quello era il suo posto. Non se ne può più di primedonne, ovunque. Ian, nelle numerose interviste concesse alla stampa specializzata (perché ancora oggi, con il suo aplomb, sembra essere quello delegato maggiormente ai rapporti con la stampa), non giocava a fare la vittima, anzi spiegava il concept della band con dovizia di particolari e con sincero entusiasmo. Sembrava sempre voler dire “so che non apprezzate che non mi si veda e so anche di aver scritto poche canzoni, ma sono fatti miei, senza di me non sarebbero i Judas Priest”. Tutta la mia devozione a Ian Hill, che naturalmente è assurto subito, nelle nebbie della mia adolescenza, a mio Judas prediletto. E lo è ancora.
Sono stato metallaro per anni e anni. Questo non si dimentica. È stato un imprinting di autoghettizzazione, almeno in quegli anni. Mentre i miei compagni di scuola cresi e figli di professionisti si dilettavano nella dicotomia tra Duran Duran e Spandau, io macinavo metallo pesante e rabbia sociale. Mi è servito molto. E non rinnego. Non rinnego proprio niente di quel periodo. Ad una sgangherata e mal riuscita festa per i miei diciassette anni, consolai i pochi e annoiati invitati con dischi di Armored Saint, Attacker, Celtic Frost, Abattoir, Venom, Accept e Metal Church. Mi chiesero di smetterla, nonostante fossi il festeggiato, e le giovani fiche rivolsero definitivamente le loro attenzioni altrove. Non mi importava, sentivo di avere molta rabbia dentro e dovevo esibire la mia diversità per non farmi sopraffare, per cui il metal andava più che bene per non essere inquadrato da subito. Negli anni successivi ho deviato in modo naturale verso altro, ma sono spesso tornato al metal, dopo abbuffate di fusion bassistica o post punk, di class pop e di blues, ed è sempre stato soddisfacente tornare in quella vecchia cantina piena di ragnatele. Riascoltando oggi quei dischi, mi viene il magone. Ricordo quante ballate ho consumato per ragazze che nemmeno mi conoscevano, e quante cavalcate sonore ho sostenuto per infondermi quel coraggio che era un misto tra scemenza e trascendenza pura. Poi ho iniziato a soffrire e a far soffrire, a sporcarmi di vita e di scelte, di addii e ritorni, ho cercato di essere uomo senza farmela sotto, ho cercato quantomeno di essere una persona decente, non sempre riuscendoci. Maledettamente imperfetto, schifosamente spartano e perfezionista, ho giocato nel ruolo, di Ian Hill, ma senza la sua infinita pazienza e la sua bonarietà. Chissà come mi era venuto il gusto dei conflitti, dei confronti, dei botta e risposta, delle vendette, fatto sta che la compostezza di Ian Hill io me la sono sempre sognata. E questo è un rimpianto, sì, almeno questo.
Oggi sono invecchiato, quel che serve, quel che basta. Da primadonna in malasorte esibita sono passato a vecchia bagascia che si rifugia nei fiori quando rimane sola e dimentica tutto il fiume di pelle, baci e abbracci trascorsi, tutte le chimere mai levigate per bene, tutti gli equivoci generati dal cercare di amare e vivere, come un contrappasso in tempo reale. Non sento grossi rammarichi addosso, anzi le questioni più spinose mi hanno visto risoluto e piuttosto rapido. Sento il peso di frasi che non ho pronunciato, di esitazioni fatali, di entusiasmi mal gestiti, ma niente che possa davvero somigliare a rimpianti, rimorsi o desideri di espiazione. Ho fatto quel che potevo e ho protestato anche troppo, con chiunque, senza deferenza, senza timori. Ho voltato pagina quando necessario e quando l’aria non era più tersa. Per fortuna, i veri eroismi sono altrove, qui è solo sopravvivenza e serbatoio di rabbia che serve ad accendere gli occhi al mattino. Il vero eroismo è banalmente diventato credere negli altri e nelle opportunità che la vita offre, dedicarsi a qualcuno senza chiedere danni e risarcimenti al primo ostacolo, l'eroismo è confondersi agli altri e non lamentarsi per lo scarso rilievo delle nostre azioni.
Ma torniamo a Ian Hill, che è il punto focale di questo pezzo.
Ian è, grazie a Dio, ancora vivo e suona ancora. Jaco Pastorius, Phil Lynott e Sid Vicious sono morti. Vorrà pur dire qualcosa. Ian Hill è stato al suo posto; doveva avere le spalle larghe e una larga visuale di comprensione delle cose e degli equilibri. Non si possono amare solo i rompicollo e gli uomini straordinari. Mi piacerebbe iniziare a comportarmi un po' come Ian Hill, che forse si fumava una sigaretta per cazzi suoi mentre gli axemen e il frontman della band riscuotevano consensi e acclamazioni. Non ho mai visto qualcuno impazzire per le controllate movenze di Ian, invece Rob Halford ha -giustamente- un seguito di fedelissimi che lo hanno seguito anche in imprese musicali non perfettamente a fuoco. Ci sarà sempre qualcuno, almeno è auspicabile, che sarà attento a te anche se non strepiti. Il Luca diciassettenne che ascoltava tutti i dischi dei Judas si attaccava alle casse dello stereo antidiluviano per distinguere il basso di Hill, si emozionava per le tante e belle note profuse dall'uomo-ombra nel pezzo “Here come the tears”, e oggi scrive di lui a distanza di venticinque anni da quei battesimi. Con un senso di gratitudine. Senza esagerare. Mi sembra, a tutti gli effetti, la prova che non tutti preferiscono i primi piani e la luce, ma riescono a volte a scorgere oggetti ed anime nascoste nei margini, negli sfondi, in quell'oblio che è spesso una meravigliosa mimesi. E dunque gloria a Ian Hill, nonostante la passione che ho per bassisti onnipresenti e dal suono certamente più ingombrante e riconoscibile come Steve Harris, Rudy Sarzo, Cliff Burton, Tony Franklin, Randy Coven, Billy Sheehan, Barry Sparks, Marcel Jacob, Barend Courbois, Steve DiGiorgio, Jeroen Paul Thesseling, tanto per rimanere nel genere. Come metafora di una crescita nel vedere le cose e le persone, mi piace utilizzare lui, uno dei grandi “invisibili di sostanza”. Forse il mio eroe adolescenziale meglio conservato, più sano e lungimirante, dolcemente attivo in una macchina perfetta di metallo che si chiama Judas Priest ed io ho avuto la fortuna di incontrare ed amare.
Luca De Pasquale, 12 gennaio 2014
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IAN HILL'S DISCOGRAPHY WITH JUDAS PRIEST |
LA PRIMA VOLTA CHE HO ASCOLTATO IL BASSO DI JULIUS FARMER NON LO SAPEVO; SI TRATTAVA DELLE SIGLE DI ATLAS UFO ROBOT, BRANI NEI QUALI JULIUS SI DIVIDEVA LE PARTI DI BASSO CON IL GRANDE ARES TAVOLAZZI.
SCOPRII SOLO MOLTI ANNI DOPO QUESTO DETTAGLIO, QUANDO DECISI DI APPROFONDIRE LA CARRIERA DEL BASSISTA AMERICANO. PROVENIENTE DA NEW ORLEANS, COLLABORATORE TRA GLI ALTRI DI PROFESSOR LONGHAIR E WILD MAGNOLIAS, JULIUS SI STABILÌ IN ITALIA, DOVE FU PORTATO DALL'ECCELLENTE PIANISTA GIORGIO GASLINI.
IL SUO BASSO CORPOSO, CARICO DI GROOVE E MAI MERO RIEMPITIVO, HA PERCORSO UN BUON DECENNIO DI MUSICA ITALIANA DI QUALITÀ, TROVANDO CLIMAX E PALCOSCENICO IDEALE NEI DISCHI DI ALBERTO RADIUS, SERGIO CAPUTO, RICCARDO ZAPPA E NEL DUO CON GIANFRANCO PILLOT.
NON EMULO MA DEBITORE ANCHE DI JACO, FARMER PORTAVA UNA VENTATA DI FRESCHEZZA E UNA GRANDE COMPETENZA IN DISCHI APPARENTEMENTE POP, MA CERTO DI UNO SPESSORE DIVERSO DAL POP PARAVAGINALE DI OGGI, PENSO PROPRIO AD UN DISCO IRRIPETIBILE COME “CARTA STRACCIA” DEL SUCCITATO RADIUS.
L'INCIPIT DI “SPICCHIO DI LUNA” NEL LIVE “NE APPROFITTO PER FARE UN PO' DI MUSICA” DI SERGIO CAPUTO È UNA PICCOLA MA EFFICACISSIMA DIMOSTRAZIONE DELLA VERSATILITÀ DI FARMER E DELLA SUA DENSITÀ DI SUONO. JULIUS FARMER SUONAVA BASSO JAZZ IN DISCHI POP O JAZZ ROCK, POTEVA TRANQUILLAMENTE ELABORARE UN GIRO DISCO (VEDI COLLABORAZIONE CON KANO) QUANTO ACCOMPAGNARE SOBRIAMENTE IL RAFFINATO PIANISTA RENATO SELLANI (A NOSTRO MODO).
GLI ANNI SETTANTA E OTTANTA, ANCHE IN ITALIA, SONO STATI UN RICETTACOLO FORMIDABILE DI DOTATISSIMI BASSISTI DA STUDIO E TURNISTI IMPORTATI. IN ITALIA RICORDO VELOCEMENTE DINO D'AUTORIO, STEFANO CERRI, NANNI CIVITENGA, PAOLO DONNARUMMA, DINO KAPPA DEI LIBRA, BOB CALLERO, SOLO PER CITARNE ALCUNI. ABBIAMO IMPORTATO MUSISCISTI DEL CALIBRO DEL GRANDE, INDIMENTICATO HUGH BULLEN E TONY WALMSLEY CHE SUONÒ BENISSIMO NEL PRIMO STORICO DISCO DEI NAPOLI CENTRALE DI SENESE E DEL PRETE.
MA DI BASSISTI TURNISTI CE NE SONO STATI DI VALIDISSIMI, IL PIÙ DELLE VOLTE IMPEGNATI ANCHE COME SOLISTI O COME MEMBRI FISSI DI BAND. TRA QUELLI CHE HO PREFERITO, ALAN THOMSON (JOHN MARTYN), JOHN GIBLIN (BRAND X, SIMPLE MINDS), JANNICK TOP, PINO PALLADINO, JEREMY MEEK, MO FOSTER, GUY PRATT...
GLI STATI UNITI, SOLO PER FARE UN NOME, HANNO PRODOTTO PROBABILMENTE IL PIÙ DOTATO BASSISTA ELETTRICO DA STUDIO DEGLI ULTIMI TRENT'ANNI, E CIOÈ NEIL STUBENHAUS.
DUE LUSTRI MAGNIFICI DUNQUE PER IL BASSO ELETTRICO NELLA SUA SILENZIOSA EMANCIPAZIONE DA STUDIO, LONTANA DALLO STARDOM DI PASTORIUS, CLARKE E BERLIN.
JULIUS FARMER, SCOMPARSO PREMATURAMENTE NEL 2001 A SOLI 52 ANNI, ERA UN ACCOMPAGNATORE E UN BASSISTA DI GUSTO SOPRAFFINO, INTELLIGENTE, REGOLARE MA CREATIVO. DEVO A LUI UNA LARGA FETTA DI RESPONSABILITÀ CIRCA LA MIA FOLGORAZIONE PER LO STRUMENTO ELETTRICO, E ANCORA OGGI NEI DISCHI POP MI ASPETTO GIRI DI BASSO SCONFINATI CHE INVECE, MA PREVEDIBILMENTE, NON ARRIVANO MAI.
JULIUS FARMER MERITA UNA RISCOPERTA, SE AVRETE LA PAZIENZA DI ASCOLTARE DISCHI DI AUTORI CHE MAGARI MAL SOPPORTATE O IGNORATE; SE SI AMA IL BASSO ELETTRICO IL LAVORO DEI TURNISTI È FONDAMENTALE PER COMPRENDERNE LE BASI, IL FUNZIONAMENTO, LO SVILUPPO E IL RANGE SONORO, PUR SENZA PERDERSI IN INUTILI E FUNAMBOLICI ASSOLO. RESTANDO IN UN CONTESTO ITALIANO, CONVIENE ASCOLTARE DISCHI DI IVAN GRAZIANI (HUGH BULLEN), PINO DANIELE (RINO ZURZOLO, JEREMY MEEK, ALPHONSO JOHNSON, PINO PALLADINO), NINO BUONOCORE (ANCORA MEEK E PALLADINO), RICCARDO COCCIANTE (DINO KAPPA), MINA (MASSIMO MORICONI, RICCARDO FIORAVANTI) E TANTISSIMI ALTRI.
DA RAGAZZO IMPAZZIVO PER JACO, MARCUS MILLER, STANLEY CLARKE ED IN GENERE I VIRTUOSI TOUT-COURT; OGGI SONO PIÙ INTERESSATO AL GROOVE CHE A UN CERTO ESIBIZIONISMO DERIVATIVO. PERCHÉ GLI JACO E I PERCY JONES E I BUNNY BRUNEL NON POSSONO NASCERE CERTO OGNI GIORNO E PROLIFICARE, TRA FUSION BAND ANACRONISTICHE E MASTURBAZIONI DI TAPPING E SLAP.
QUANDO RIASCOLTO “SPICCHIO DI LUNA” RIPENSO A JULIUS FARMER, MI SAREBBE PIACIUTO MOLTO CONOSCERLO, CHIEDERGLI COM'È CHE SI FA A BRILLARE DI LUCE PROPRIA PUR RIMANENDO NELLE RETROVIE, E RENDERE AUREI CONTESTI DI TUTT'ALTRA PASTA, ACCLAMATI E RISPETTATI DAGLI ADDETTI AI LAVORI MA IGNORATI DAL PUBBLICO MEDIO, QUELLO PIÙ NUMEROSO E RUMOROSO.
JULIUS FARMER È STATO, PER QUESTE E ALTRE RAGIONI, IL BASSISTA ELETTRICO PIÙ IMPORTANTE NEL MIO PERCORSO CONOSCITIVO. COSTRETTO DA UN'IMPROBABILE PISTOLA ALLA TESTA A CITARE I DIECI BASSISTI PIÙ IMPORTANTI NELLA MIA STORIA PERSONALE, DIREI, IN ORDINE SPARSO: JULIUS, JACK BRUCE, JACO PASTORIUS, NEIL STUBENHAUS, DAVID PATON, JEAN JACQUES BURNEL, JOHN ENTWISTLE, JOHN WETTON, CHRIS SQUIRE, TIM BOGERT.
CIAO JULIUS, MI MANCHI DA TROPPI ANNI E NON COMPRO QUASI PIÙ DISCHI POP.
LUCA DE PASQUALE, 13 NOVEMBRE 2013
DISCOGRAFIA CONSIGLIATA:
FARMER/PILLOT – BROTHER MAN (SOLO VINILE, CAROSELLO)
SERGIO CAPUTO – NE APPROFITTO PER FARE UN PO' DI MUSICA LIVE;
ALBERTO RADIUS – CARTA STRACCIA;
VVAA – ATLAS UFO ROBOT (RISTAMPATO DALLA WEA ITALIANA IN CD);
WILD MAGNOLIAS – THEY CALL US WILD;
FRANCO BATTIATO – L'ERA DEL CINGHIALE BIANCO;
RENATO SELLANI – A NOSTRO MODO;
RICCARDO ZAPPA – CELESTION;
RICCARDO ZAPPA – CHATKA;
JOHNNY DORELLI – GIORGIO;
FAUST'O – POCO ZUCCHERO;
FABIO CONCATO – ZIO TOM;
SILVIO DONATI – BLUE SERENADE;
ROCCHI/DE PISCOPO – METAMORPHOSIS;
BENJAMIN FRANKLIN GROUP – ROCK'N'ROLL (45 GIRI)
SCOPRII SOLO MOLTI ANNI DOPO QUESTO DETTAGLIO, QUANDO DECISI DI APPROFONDIRE LA CARRIERA DEL BASSISTA AMERICANO. PROVENIENTE DA NEW ORLEANS, COLLABORATORE TRA GLI ALTRI DI PROFESSOR LONGHAIR E WILD MAGNOLIAS, JULIUS SI STABILÌ IN ITALIA, DOVE FU PORTATO DALL'ECCELLENTE PIANISTA GIORGIO GASLINI.
IL SUO BASSO CORPOSO, CARICO DI GROOVE E MAI MERO RIEMPITIVO, HA PERCORSO UN BUON DECENNIO DI MUSICA ITALIANA DI QUALITÀ, TROVANDO CLIMAX E PALCOSCENICO IDEALE NEI DISCHI DI ALBERTO RADIUS, SERGIO CAPUTO, RICCARDO ZAPPA E NEL DUO CON GIANFRANCO PILLOT.
NON EMULO MA DEBITORE ANCHE DI JACO, FARMER PORTAVA UNA VENTATA DI FRESCHEZZA E UNA GRANDE COMPETENZA IN DISCHI APPARENTEMENTE POP, MA CERTO DI UNO SPESSORE DIVERSO DAL POP PARAVAGINALE DI OGGI, PENSO PROPRIO AD UN DISCO IRRIPETIBILE COME “CARTA STRACCIA” DEL SUCCITATO RADIUS.
L'INCIPIT DI “SPICCHIO DI LUNA” NEL LIVE “NE APPROFITTO PER FARE UN PO' DI MUSICA” DI SERGIO CAPUTO È UNA PICCOLA MA EFFICACISSIMA DIMOSTRAZIONE DELLA VERSATILITÀ DI FARMER E DELLA SUA DENSITÀ DI SUONO. JULIUS FARMER SUONAVA BASSO JAZZ IN DISCHI POP O JAZZ ROCK, POTEVA TRANQUILLAMENTE ELABORARE UN GIRO DISCO (VEDI COLLABORAZIONE CON KANO) QUANTO ACCOMPAGNARE SOBRIAMENTE IL RAFFINATO PIANISTA RENATO SELLANI (A NOSTRO MODO).
GLI ANNI SETTANTA E OTTANTA, ANCHE IN ITALIA, SONO STATI UN RICETTACOLO FORMIDABILE DI DOTATISSIMI BASSISTI DA STUDIO E TURNISTI IMPORTATI. IN ITALIA RICORDO VELOCEMENTE DINO D'AUTORIO, STEFANO CERRI, NANNI CIVITENGA, PAOLO DONNARUMMA, DINO KAPPA DEI LIBRA, BOB CALLERO, SOLO PER CITARNE ALCUNI. ABBIAMO IMPORTATO MUSISCISTI DEL CALIBRO DEL GRANDE, INDIMENTICATO HUGH BULLEN E TONY WALMSLEY CHE SUONÒ BENISSIMO NEL PRIMO STORICO DISCO DEI NAPOLI CENTRALE DI SENESE E DEL PRETE.
MA DI BASSISTI TURNISTI CE NE SONO STATI DI VALIDISSIMI, IL PIÙ DELLE VOLTE IMPEGNATI ANCHE COME SOLISTI O COME MEMBRI FISSI DI BAND. TRA QUELLI CHE HO PREFERITO, ALAN THOMSON (JOHN MARTYN), JOHN GIBLIN (BRAND X, SIMPLE MINDS), JANNICK TOP, PINO PALLADINO, JEREMY MEEK, MO FOSTER, GUY PRATT...
GLI STATI UNITI, SOLO PER FARE UN NOME, HANNO PRODOTTO PROBABILMENTE IL PIÙ DOTATO BASSISTA ELETTRICO DA STUDIO DEGLI ULTIMI TRENT'ANNI, E CIOÈ NEIL STUBENHAUS.
DUE LUSTRI MAGNIFICI DUNQUE PER IL BASSO ELETTRICO NELLA SUA SILENZIOSA EMANCIPAZIONE DA STUDIO, LONTANA DALLO STARDOM DI PASTORIUS, CLARKE E BERLIN.
JULIUS FARMER, SCOMPARSO PREMATURAMENTE NEL 2001 A SOLI 52 ANNI, ERA UN ACCOMPAGNATORE E UN BASSISTA DI GUSTO SOPRAFFINO, INTELLIGENTE, REGOLARE MA CREATIVO. DEVO A LUI UNA LARGA FETTA DI RESPONSABILITÀ CIRCA LA MIA FOLGORAZIONE PER LO STRUMENTO ELETTRICO, E ANCORA OGGI NEI DISCHI POP MI ASPETTO GIRI DI BASSO SCONFINATI CHE INVECE, MA PREVEDIBILMENTE, NON ARRIVANO MAI.
JULIUS FARMER MERITA UNA RISCOPERTA, SE AVRETE LA PAZIENZA DI ASCOLTARE DISCHI DI AUTORI CHE MAGARI MAL SOPPORTATE O IGNORATE; SE SI AMA IL BASSO ELETTRICO IL LAVORO DEI TURNISTI È FONDAMENTALE PER COMPRENDERNE LE BASI, IL FUNZIONAMENTO, LO SVILUPPO E IL RANGE SONORO, PUR SENZA PERDERSI IN INUTILI E FUNAMBOLICI ASSOLO. RESTANDO IN UN CONTESTO ITALIANO, CONVIENE ASCOLTARE DISCHI DI IVAN GRAZIANI (HUGH BULLEN), PINO DANIELE (RINO ZURZOLO, JEREMY MEEK, ALPHONSO JOHNSON, PINO PALLADINO), NINO BUONOCORE (ANCORA MEEK E PALLADINO), RICCARDO COCCIANTE (DINO KAPPA), MINA (MASSIMO MORICONI, RICCARDO FIORAVANTI) E TANTISSIMI ALTRI.
DA RAGAZZO IMPAZZIVO PER JACO, MARCUS MILLER, STANLEY CLARKE ED IN GENERE I VIRTUOSI TOUT-COURT; OGGI SONO PIÙ INTERESSATO AL GROOVE CHE A UN CERTO ESIBIZIONISMO DERIVATIVO. PERCHÉ GLI JACO E I PERCY JONES E I BUNNY BRUNEL NON POSSONO NASCERE CERTO OGNI GIORNO E PROLIFICARE, TRA FUSION BAND ANACRONISTICHE E MASTURBAZIONI DI TAPPING E SLAP.
QUANDO RIASCOLTO “SPICCHIO DI LUNA” RIPENSO A JULIUS FARMER, MI SAREBBE PIACIUTO MOLTO CONOSCERLO, CHIEDERGLI COM'È CHE SI FA A BRILLARE DI LUCE PROPRIA PUR RIMANENDO NELLE RETROVIE, E RENDERE AUREI CONTESTI DI TUTT'ALTRA PASTA, ACCLAMATI E RISPETTATI DAGLI ADDETTI AI LAVORI MA IGNORATI DAL PUBBLICO MEDIO, QUELLO PIÙ NUMEROSO E RUMOROSO.
JULIUS FARMER È STATO, PER QUESTE E ALTRE RAGIONI, IL BASSISTA ELETTRICO PIÙ IMPORTANTE NEL MIO PERCORSO CONOSCITIVO. COSTRETTO DA UN'IMPROBABILE PISTOLA ALLA TESTA A CITARE I DIECI BASSISTI PIÙ IMPORTANTI NELLA MIA STORIA PERSONALE, DIREI, IN ORDINE SPARSO: JULIUS, JACK BRUCE, JACO PASTORIUS, NEIL STUBENHAUS, DAVID PATON, JEAN JACQUES BURNEL, JOHN ENTWISTLE, JOHN WETTON, CHRIS SQUIRE, TIM BOGERT.
CIAO JULIUS, MI MANCHI DA TROPPI ANNI E NON COMPRO QUASI PIÙ DISCHI POP.
LUCA DE PASQUALE, 13 NOVEMBRE 2013
DISCOGRAFIA CONSIGLIATA:
FARMER/PILLOT – BROTHER MAN (SOLO VINILE, CAROSELLO)
SERGIO CAPUTO – NE APPROFITTO PER FARE UN PO' DI MUSICA LIVE;
ALBERTO RADIUS – CARTA STRACCIA;
VVAA – ATLAS UFO ROBOT (RISTAMPATO DALLA WEA ITALIANA IN CD);
WILD MAGNOLIAS – THEY CALL US WILD;
FRANCO BATTIATO – L'ERA DEL CINGHIALE BIANCO;
RENATO SELLANI – A NOSTRO MODO;
RICCARDO ZAPPA – CELESTION;
RICCARDO ZAPPA – CHATKA;
JOHNNY DORELLI – GIORGIO;
FAUST'O – POCO ZUCCHERO;
FABIO CONCATO – ZIO TOM;
SILVIO DONATI – BLUE SERENADE;
ROCCHI/DE PISCOPO – METAMORPHOSIS;
BENJAMIN FRANKLIN GROUP – ROCK'N'ROLL (45 GIRI)
DA MESI STO METICOLOSAMENTE RIASCOLTANDO TUTTI I DISCHI DI JACK BRUCE. SONO LEGATISSIMO ALLA SUA MUSICA, LA AMO, MI ACCOMPAGNA DA QUANDO ERO POCO PIÙ CHE RAGAZZO, E HA ATTRAVERSATO MOLTISSIME FASI DELLA MIA VITA.
HO ADORATO I CREAM, NEI QUALI PER ME ERIC CLAPTON È IL PERSONAGGIO DI MINORE SPICCO. GINGER BAKER È STATO UN BATTERISTA FENOMENALE, MA COLUI CHE HA SEMPRE CATALIZZATO LA MIA ATTENZIONE È STATO JACK BRUCE.
BASSISTA STRAORDINARIO E CANTANTE SENSIBILE, JACK HA PERCORSO PIÙ GENERI MUSICALI CON UNA DISINVOLTURA CHE HA DEL MIRACOLOSO.
DA QUANDO, NEL LONTANISSIMO 1987, ACQUISTAI PER CASO “HARMONY ROW” NON MI SONO PIÙ STACCATO DA LUI. ANCORA OGGI QUEL DISCO MI IMPRESSIONA PER UNA SEQUENZA DI CANZONI PERFETTE, PER LA SCELTA DEI SUONI, PER L'EMOZIONE DELLA VOCE E LA PRECISIONE DEL BASSO.
TRASCORRO QUINDI PARTE DI QUESTA NOTTE INSONNE PROPRIO CON “HARMONY ROW”, A MO' DI BILANCIO, PER RIORDINARE LE IDEE, PER ACCANTONARE QUANTO C'È DI IRRISOLTO E SBRIGARE VELOCEMENTE IL RESTO.
IL SONNO NON MI HA CONVINTO, STANOTTE. LE LENZUOLA AVEVANO UN ODORE IRRICONOSCIBILE. MI ATTIRAVANO DI PIÙ ALTRE COSE, IL PACCHETTO DI SIGARETTE SUL TAVOLO, IL LIBRO DELLA BANCARELLA, LE TROPPE PENNE SPARSE PER CASA, L'AMMUTINAMENTO DISORGANICO DEI RICORDI E DELLE SENSAZIONI.
RESTO QUINDI SVEGLIO QUESTA NOTTE, IL CUI MARCATEMPO È LA ROTELLA DELL'ACCENDINO E LE VARIANTI DEL MIO RESPIRO.
È UNA NOTTE IN CUI CHI SI È SCELTO DOVREBBE ACCONTENTARSI E RESTARE CALMO; È UNA NOTTE CHE CHIEDE CONFERME E NON INVERSIONI. I TANTI RUOLI IMPERSONATI SONO VECCHIE DIVISE DIVORATE DAI TARLI, DIVISE CHE NON SI POSSONO PIÙ ESIBIRE NEANCHE PER ORGOGLIO INVECCHIATO.
È UNA DI QUELLE NOTTI IN CUI AMARSI NON BASTA. CERCARE IL SONNO SUL VENTRE DI UN ALTRO ESSERE UMANO È PRATICAMENTE IMPOSSIBILE. SONO NOTTI CHE SI DEVONO TRASCORRERE DA SOLI, SENZA UN PIANO, SENZA UNA STRATEGIA E SENZA APPOSITE DISTRAZIONI.
NOTTI DA GUARDIANO CHE FINIRÀ ALL'ALBA A SPARARE A DEI CONIGLI, O MIRARE A VECCHIE BOTTIGLIE. NOTTI DA TROPPE SIGARETTE, E CHI SE NE FREGA. NOTTI CHE SCRIVI E DISTRUGGI, CHE FAI SPARIRE LETTERE E CONFESSIONI, E GUAI A SOFFERMARSI SU PROVE D'OLFATTO E DI MEMORIA, SONO FALLACI, SONO TRAPPOLE, SONO PENE.
RICORDO QUANTO ERO FELICE QUELLA VOLTA CHE TORNAI A PRANZO CON IL DISCO DI JACK BRUCE. AVEVO QUINDICI ANNI ED ERO FELICE, QUEL GIORNO SÌ. TROVAI SOLO MIA MADRE A CASA, MIO PADRE ERA AL LAVORO ED IO AVEVO SALTATO LA SCUOLA. ODIAVO LA SCUOLA, ERA UNA GABBIA, UNA PRIGIONE, UNA COERCIZIONE NOIOSA. ERO FELICE PER QUEL DISCO E LO ASCOLTAI TUTTO IL POMERIGGIO. NON SAPEVO NIENTE DI NIENTE. NON SAPEVO UN CAZZO DI NIENTE. FANTASTICAVO. SENZA SOSTA, INGENUAMENTE, CON PERSEVERANZA, FANTASTICAVO SU TUTTO, AVEVO GIÀ VOGLIA DI SCRIVERE, ANCOR DI PIÙ AVEVO VOGLIA DI AVERE MILLE NOMI E MILLE STORIE DIVERSE, NON MI BASTAVA QUEL CHE AVEVO E ANCOR PEGGIO QUEL CHE AVREI AVUTO.
ALL'EPOCA INTERNET NON C'ERA ED IO VOLEVO SAPERE TUTTO DI JACK BRUCE. COSÌ, IL GIORNO DOPO MI ASSENTAI NUOVAMENTE DA SCUOLA E TORNAI AL NEGOZIO DI DISCHI. IL COMMESSO, AL QUALE CREDEVO QUASI CIECAMENTE, MI SPIEGÒ CHE ERA IL BASSISTA DEI CREAM E AVEVA INCISO QUALCHE DISCO SOLISTA. GLI ORDINAI ANCHE GLI ALTRI E TROVAI POI IL CORAGGIO DI CHIEDERE UN EXTRA A MIO PADRE PER ONORARE L'IMPEGNO. DOVEVO CONOSCERE TUTTO, VELOCEMENTE E CON UNA VORACITÀ DISPERATA, COSA ALLA QUALE OGGI SONO ABITUATO, È DIVENTATO UN METODO SCIENTIFICO, UN TRATTO DISTINTIVO, ANCORA OGGI DEVO ABBOFFARMI FINO A SCOPPIARE E PERDERE TUTTI GLI ALTRI ORIENTAMENTI. HO FRETTA DI CONOSCERE, SENTO IL TEMPO CHE MI SFUGGE, CHE SI SGRETOLA E CERTO NON MI CHIEDE PERMESSO. IL TEMPO A VOLTE È UNA VIOLENZA E LE SCADENZE SONO UNA PURA OSCENITÀ.
MA IN FONDO ERO SPENSIERATO, E MI SEMBRAVA DI AVERE A DISPOSIZIONE TANTO DI QUEL TEMPO E DI QUELLE RISORSE. INFATTI, HO AVUTO TUTTO IL TEMPO PER CONOSCERE LA MUSICA DI JACK BRUCE, COME ALTRE COSE, E COME PER ALTRI AMORI NON HO VOLUTO LASCIARE NIENTE AL CASO.
COME PER ALTRI EROI DELLA MIA ADOLESCENZA, HO CERCATO DI ENTRARE IN CONTATTO CON JACK, MA CON LUI NON È ANDATA A BUON FINE, NON RISPOSE AD UNA MIA LETTERA, A DIFFERENZA DI ALTRI MUSICISTI E SCRITTORI CON I QUALI HO INSTAURATO UN RAPPORTO. DEL RESTO, SEMBRAVA NOTORIO E ACCERTATO CHE JACK BRUCE FOSSE RESTIO A DAR RETTA AI FAN, COSA CHE COMPRESI BENISSIMO E CHE NON HA MAI SCALFITO NEANCHE LONTANAMENTE LA MIA DEVOZIONE ALL'ARTISTA.
E ARRIVO ALLA MATTINA CON “HARMONY ROW” IN CUFFIA, ED È SINGOLARE CHE IO RIAPRA GLI OCCHI DURANTE “FOLK SONG” E MI APPAIA NELLO SCHERMO MIA CERAN, CHE TROVO MOLTO BELLA, PIÙ BELLA DI CHI DELLA BELLEZZA FA UNA PROFESSIONE.
GUARDO LA SCHERMO, STANCO MA SERENO, E ASCOLTO LA FANTASTICA CODA DI “SMILES AND GRINS”, OVVEROSSIA COME DOVEVA ESSERE IL BASSO NEGLI ANNI SETTANTA, SENZA ECCESSI, CON POESIA, BASSO ROCK VENATO DI BLUES E DI JAZZ. IN UN SOLO CONCETTO, IL SIGNOR JACK BRUCE.
MI LAVO FISCHIETTANDO “SUNSHINE OF YOUR LOVE”, DEVO ESSERE ANCHE UN PO' PATETICO. SONO IN SCIOPERO E DUNQUE NON MI RADO. MI INCROCIO ALLO SPECCHIO, COME SI POTREBBE INCROCIARE UN PASSANTE ABITUDINARIO, E MI VIENE DA CHIEDERMI CHE FACCIA DOVREBBE AVERE UNO TRA I 41 E I 42 ANNI. FORSE NON LA MIA.
DI CERTO, SE DOVESSI AVERE LA FACCIA DEL MIO STOMACO SAREI UN CESSO ABBRUTITO. E SE DOVESSI SOMIGLIARE AI MIEI POLMONI, DOVREI ESSERE UNO SPAZZACAMINO CON LA SIGARETTA IN BOCCA.
IN OVERDOSE DI CREAM E SEVENTIES, SCELGO UN PANTALONE ECCENTRICO E INGOLLO L'ENNESIMO CAFFÈ SENZA ZUCCHERO, STO BENE, STO VERAMENTE ABBASTANZA BENE MI DICO, MA COME VORREI RIASSAPORARE QUELLA FELICITÀ DI QUEL LONTANISSIMO POMERIGGIO CON “HARMONY ROW” E LE MIE SIGARETTE DI NASCOSTO IN CAMERA DI MIO PADRE.
RITROVO UN FOGLIO SUL QUALE DEVO AVERE ABBOZZATO DELLE SENSAZIONI NOTTURNE. LEGGO VELOCEMENTE: “SIAMO VENE SCURE, SIAMO LIANE NERE DA UNA NOTTE ALL'ALTRA, E TENTANDO DI AMARE SCRIVEREMO UN BREVE RICORDO DELLA NOSTRA ASSURDA INCONSAPEVOLEZZA”.
L'HO SCRITTA IO.
MA VAI A FARTI FOTTERE, VAI.
HO ADORATO I CREAM, NEI QUALI PER ME ERIC CLAPTON È IL PERSONAGGIO DI MINORE SPICCO. GINGER BAKER È STATO UN BATTERISTA FENOMENALE, MA COLUI CHE HA SEMPRE CATALIZZATO LA MIA ATTENZIONE È STATO JACK BRUCE.
BASSISTA STRAORDINARIO E CANTANTE SENSIBILE, JACK HA PERCORSO PIÙ GENERI MUSICALI CON UNA DISINVOLTURA CHE HA DEL MIRACOLOSO.
DA QUANDO, NEL LONTANISSIMO 1987, ACQUISTAI PER CASO “HARMONY ROW” NON MI SONO PIÙ STACCATO DA LUI. ANCORA OGGI QUEL DISCO MI IMPRESSIONA PER UNA SEQUENZA DI CANZONI PERFETTE, PER LA SCELTA DEI SUONI, PER L'EMOZIONE DELLA VOCE E LA PRECISIONE DEL BASSO.
TRASCORRO QUINDI PARTE DI QUESTA NOTTE INSONNE PROPRIO CON “HARMONY ROW”, A MO' DI BILANCIO, PER RIORDINARE LE IDEE, PER ACCANTONARE QUANTO C'È DI IRRISOLTO E SBRIGARE VELOCEMENTE IL RESTO.
IL SONNO NON MI HA CONVINTO, STANOTTE. LE LENZUOLA AVEVANO UN ODORE IRRICONOSCIBILE. MI ATTIRAVANO DI PIÙ ALTRE COSE, IL PACCHETTO DI SIGARETTE SUL TAVOLO, IL LIBRO DELLA BANCARELLA, LE TROPPE PENNE SPARSE PER CASA, L'AMMUTINAMENTO DISORGANICO DEI RICORDI E DELLE SENSAZIONI.
RESTO QUINDI SVEGLIO QUESTA NOTTE, IL CUI MARCATEMPO È LA ROTELLA DELL'ACCENDINO E LE VARIANTI DEL MIO RESPIRO.
È UNA NOTTE IN CUI CHI SI È SCELTO DOVREBBE ACCONTENTARSI E RESTARE CALMO; È UNA NOTTE CHE CHIEDE CONFERME E NON INVERSIONI. I TANTI RUOLI IMPERSONATI SONO VECCHIE DIVISE DIVORATE DAI TARLI, DIVISE CHE NON SI POSSONO PIÙ ESIBIRE NEANCHE PER ORGOGLIO INVECCHIATO.
È UNA DI QUELLE NOTTI IN CUI AMARSI NON BASTA. CERCARE IL SONNO SUL VENTRE DI UN ALTRO ESSERE UMANO È PRATICAMENTE IMPOSSIBILE. SONO NOTTI CHE SI DEVONO TRASCORRERE DA SOLI, SENZA UN PIANO, SENZA UNA STRATEGIA E SENZA APPOSITE DISTRAZIONI.
NOTTI DA GUARDIANO CHE FINIRÀ ALL'ALBA A SPARARE A DEI CONIGLI, O MIRARE A VECCHIE BOTTIGLIE. NOTTI DA TROPPE SIGARETTE, E CHI SE NE FREGA. NOTTI CHE SCRIVI E DISTRUGGI, CHE FAI SPARIRE LETTERE E CONFESSIONI, E GUAI A SOFFERMARSI SU PROVE D'OLFATTO E DI MEMORIA, SONO FALLACI, SONO TRAPPOLE, SONO PENE.
RICORDO QUANTO ERO FELICE QUELLA VOLTA CHE TORNAI A PRANZO CON IL DISCO DI JACK BRUCE. AVEVO QUINDICI ANNI ED ERO FELICE, QUEL GIORNO SÌ. TROVAI SOLO MIA MADRE A CASA, MIO PADRE ERA AL LAVORO ED IO AVEVO SALTATO LA SCUOLA. ODIAVO LA SCUOLA, ERA UNA GABBIA, UNA PRIGIONE, UNA COERCIZIONE NOIOSA. ERO FELICE PER QUEL DISCO E LO ASCOLTAI TUTTO IL POMERIGGIO. NON SAPEVO NIENTE DI NIENTE. NON SAPEVO UN CAZZO DI NIENTE. FANTASTICAVO. SENZA SOSTA, INGENUAMENTE, CON PERSEVERANZA, FANTASTICAVO SU TUTTO, AVEVO GIÀ VOGLIA DI SCRIVERE, ANCOR DI PIÙ AVEVO VOGLIA DI AVERE MILLE NOMI E MILLE STORIE DIVERSE, NON MI BASTAVA QUEL CHE AVEVO E ANCOR PEGGIO QUEL CHE AVREI AVUTO.
ALL'EPOCA INTERNET NON C'ERA ED IO VOLEVO SAPERE TUTTO DI JACK BRUCE. COSÌ, IL GIORNO DOPO MI ASSENTAI NUOVAMENTE DA SCUOLA E TORNAI AL NEGOZIO DI DISCHI. IL COMMESSO, AL QUALE CREDEVO QUASI CIECAMENTE, MI SPIEGÒ CHE ERA IL BASSISTA DEI CREAM E AVEVA INCISO QUALCHE DISCO SOLISTA. GLI ORDINAI ANCHE GLI ALTRI E TROVAI POI IL CORAGGIO DI CHIEDERE UN EXTRA A MIO PADRE PER ONORARE L'IMPEGNO. DOVEVO CONOSCERE TUTTO, VELOCEMENTE E CON UNA VORACITÀ DISPERATA, COSA ALLA QUALE OGGI SONO ABITUATO, È DIVENTATO UN METODO SCIENTIFICO, UN TRATTO DISTINTIVO, ANCORA OGGI DEVO ABBOFFARMI FINO A SCOPPIARE E PERDERE TUTTI GLI ALTRI ORIENTAMENTI. HO FRETTA DI CONOSCERE, SENTO IL TEMPO CHE MI SFUGGE, CHE SI SGRETOLA E CERTO NON MI CHIEDE PERMESSO. IL TEMPO A VOLTE È UNA VIOLENZA E LE SCADENZE SONO UNA PURA OSCENITÀ.
MA IN FONDO ERO SPENSIERATO, E MI SEMBRAVA DI AVERE A DISPOSIZIONE TANTO DI QUEL TEMPO E DI QUELLE RISORSE. INFATTI, HO AVUTO TUTTO IL TEMPO PER CONOSCERE LA MUSICA DI JACK BRUCE, COME ALTRE COSE, E COME PER ALTRI AMORI NON HO VOLUTO LASCIARE NIENTE AL CASO.
COME PER ALTRI EROI DELLA MIA ADOLESCENZA, HO CERCATO DI ENTRARE IN CONTATTO CON JACK, MA CON LUI NON È ANDATA A BUON FINE, NON RISPOSE AD UNA MIA LETTERA, A DIFFERENZA DI ALTRI MUSICISTI E SCRITTORI CON I QUALI HO INSTAURATO UN RAPPORTO. DEL RESTO, SEMBRAVA NOTORIO E ACCERTATO CHE JACK BRUCE FOSSE RESTIO A DAR RETTA AI FAN, COSA CHE COMPRESI BENISSIMO E CHE NON HA MAI SCALFITO NEANCHE LONTANAMENTE LA MIA DEVOZIONE ALL'ARTISTA.
E ARRIVO ALLA MATTINA CON “HARMONY ROW” IN CUFFIA, ED È SINGOLARE CHE IO RIAPRA GLI OCCHI DURANTE “FOLK SONG” E MI APPAIA NELLO SCHERMO MIA CERAN, CHE TROVO MOLTO BELLA, PIÙ BELLA DI CHI DELLA BELLEZZA FA UNA PROFESSIONE.
GUARDO LA SCHERMO, STANCO MA SERENO, E ASCOLTO LA FANTASTICA CODA DI “SMILES AND GRINS”, OVVEROSSIA COME DOVEVA ESSERE IL BASSO NEGLI ANNI SETTANTA, SENZA ECCESSI, CON POESIA, BASSO ROCK VENATO DI BLUES E DI JAZZ. IN UN SOLO CONCETTO, IL SIGNOR JACK BRUCE.
MI LAVO FISCHIETTANDO “SUNSHINE OF YOUR LOVE”, DEVO ESSERE ANCHE UN PO' PATETICO. SONO IN SCIOPERO E DUNQUE NON MI RADO. MI INCROCIO ALLO SPECCHIO, COME SI POTREBBE INCROCIARE UN PASSANTE ABITUDINARIO, E MI VIENE DA CHIEDERMI CHE FACCIA DOVREBBE AVERE UNO TRA I 41 E I 42 ANNI. FORSE NON LA MIA.
DI CERTO, SE DOVESSI AVERE LA FACCIA DEL MIO STOMACO SAREI UN CESSO ABBRUTITO. E SE DOVESSI SOMIGLIARE AI MIEI POLMONI, DOVREI ESSERE UNO SPAZZACAMINO CON LA SIGARETTA IN BOCCA.
IN OVERDOSE DI CREAM E SEVENTIES, SCELGO UN PANTALONE ECCENTRICO E INGOLLO L'ENNESIMO CAFFÈ SENZA ZUCCHERO, STO BENE, STO VERAMENTE ABBASTANZA BENE MI DICO, MA COME VORREI RIASSAPORARE QUELLA FELICITÀ DI QUEL LONTANISSIMO POMERIGGIO CON “HARMONY ROW” E LE MIE SIGARETTE DI NASCOSTO IN CAMERA DI MIO PADRE.
RITROVO UN FOGLIO SUL QUALE DEVO AVERE ABBOZZATO DELLE SENSAZIONI NOTTURNE. LEGGO VELOCEMENTE: “SIAMO VENE SCURE, SIAMO LIANE NERE DA UNA NOTTE ALL'ALTRA, E TENTANDO DI AMARE SCRIVEREMO UN BREVE RICORDO DELLA NOSTRA ASSURDA INCONSAPEVOLEZZA”.
L'HO SCRITTA IO.
MA VAI A FARTI FOTTERE, VAI.
“OUT OF THE BLUE
AND INTO THE BLACK
THEY GIVE YOU THIS,
BUT YOU PAY FOR THAT
AND ONCE YOU'RE GONE,
YOU CAN NEVER COME BACK
WHEN YOU'RE OUT OF THE BLUE
AND INTO THE BLACK”
NEIL YOUNG
L'ANNO INIZIA CON LA RADIO CHE MI REGALA “HEY HEY MY MY” DI NEIL YOUNG, MENTRE MI RADO DALL'INTERO 2013, ANNO PIUTTOSTO INFAME, ANNO LESTOFANTE, SCENEGGIATO A PUNTATE CON TUTTI GLI ELEMENTI TIPICI DELLA FARSA PER FAMIGLIE IGNORANTI.
UN ANNO CON SBIADITI COLPI DI SCENA TIPICI DEL CONCETTO ABUSATO “È UNA GIUNGLA LÌ FUORI”, CON RECRIMINAZIONI DIVENUTE VENDETTE A PASSO D'UOMO, CON IL SELVAGGIO CHE ENTRA IN SOCIETÀ PER MISURARE LA FORZA DEI SUOI PRIVILEGI E CRITICA CHI NON OSTENTA, CHI NON SI METTE AL RIPARO, CHI NON SFILA CON I BENI UTILI SOTTO GLI OCCHI DEGLI AVVERSARI.
È STATO L'ANNO IN CUI L'ORGOGLIO È PARSO MANCANZA DI FURBIZIA E LA DIGNITÀ COME UN RINUNCIABILE VIZIO DI FORMA; E HA FATTO CAPOLINO ANCHE UN ALTRO CONCETTO OSCENO, E CIOÈ CHE UN CURRICULUM DI PASSIONI SIA STATO SEMPLICEMENTE SFORTUNA.
MA ALLORA TANTO VALEVA NON VIVERE AFFATTO; TANTO VALEVA RESTARE SOTTO LA CAMPANA DI VETRO DEL BUON FATO A VENIRE, ABBRACCIATI A QUEL VERME SPAVENTOSO E VISCIDO CHE UFFICIALMENTE CHIAMIAMO SPERANZA.
IL DESTINO CHE RISARCISCE È UNA STRONZATA MONTATA SU PER ALLUNGARE I TEMPI. IL RISCATTO E LA RIBELLIONE NON HANNO NULLA A CHE FARE CON LA FORTUNA E LA PAZIENZA. NON SI TRATTA DI ASPETTARE. SI TRATTA DI RESISTERE. CERCANDO DI NON SPUTARSI IN FACCIA.
TUTTO CIÒ CHE NON SI REALIZZA, FA ACIDO. DIVENTA ACIDO. DIVENTA UNO SFREGIO CHE CONTINUA A STRISCIARE SU PAVIMENTI DI VECCHIE CASE, DI LUOGHI NON PIÙ ABITATI, DI RICORDI. TUTTO CIÒ CHE NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA DI SPERANZA FA MALE.
NON SI FA CHE VIVERE CON QUESTA MALEDETTA FISSAZIONE DI ESSERE STATI TRADITI, IN CONTINUAZIONE; TRADITI DALLE PREMESSE E DALLE PROMESSE, TRADITI DAI VOLTI AMICI O DALLE BRACCIA E GAMBE CHE CI HANNO SERRATO, SEMBRAVA, CON TANTA PASSIONE.
LA SQUAMOSA SENSAZIONE DI ESSERE STATI TURLUPINATI E INGANNATI COSTRINGE A DIVENTARE OSTILI, SECCHI, SQUADRATI, A COSTITUIRE CATEGORIE DI RIFUGI E MALESSERI, RENDE COSTIPATI E CONVALESCENTI, DI CERTO PIÙ SILENZIOSI, PIÙ ATTENTI.
MA SI TRATTA PRINCIPALMENTE DI FISSAZIONI.
OGNI ANNO CHE ARRIVA DISTRUGGO METICOLOSAMENTE LA GRAN PARTE DEL PRECEDENTE. NON SONO CONSERVATIVO. MAI STATO. LE EMOZIONI NON MERITANO TROPPI ALTARINI E NON SI PUÒ PROLUNGARE QUALCOSA CHE HA ESAURITO LA SUA FASCINAZIONE E LA SUA FORZA.
IO GUARDO E PENSO QUASI ESCLUSIVAMENTE ALL'ATTIMO SUCCESSIVO; ED È QUESTO CHE MI FOTTERÀ, UN GIORNO O L'ALTRO, PERCHÉ RIMARRÒ SPIAZZATO.
CONSAPEVOLE DI QUESTO LIMITE COSÌ OSTINATO, MI ADEGUO. COME MI SONO ADEGUATO A TANTO ALTRO, PUR COMBATTENDO, PUR PROTESTANDO.
MI INTERESSA IL MOMENTO SUCCESSIVO, E QUESTA VISIONE È ESALTATA DALLA PRECARIETÀ TOTALE, AVVOLGENTE, CHE PULISCE E SCARNIFICA, DELIMITA E RIFIUTA I VIAGGI DELLA SPERANZA, È PRESENTE CON CARNE E SANGUE E NON CON PENSIERI E PROIEZIONI.
QUELL'ADOLESCENTE CHE SI COSTERNAVA CON GLI ARPEGGI DI CHRIS DEGARMO E IDOLATRAVA GENE SIMMONS DEI KISS OGGI È UN UOMO, HA LETTO LIBRI, HA VIAGGIATO IL GIUSTO, HA MANGIATO MUSICA SENZA SOSTA, HA SCRITTO COSE ALTERNE, HA AMATO NEI GIORNI DISPARI ED È FUGGITO NEI GIORNI PARI, ED È CON TRANQUILLITÀ CHE RIESCE A DIRSI OGNI MATTINA “LA STRADA NON È ANCORA STATA TROVATA”, PERCHÉ NON È AFFATTO OBBLIGATORIO MOSTRARSI SULLA RETTA VIA.
NON RILEGGO MAI QUEL CHE HO SCRITTO IN PASSATO. È SANGUE VECCHIO E PUÒ DISTURBARMI, SCOLLARMI DA QUELLO CHE SENTO AL PRESENTE, È SOLO UN SOUVENIR DI CUI SOLO QUALCUN ALTRO PUÒ TENERE CURA.
CAPITA CHE QUALCUNO MI DICA “HO MOLTO AMATO QUEL RACCONTO” E MI RICORDI CHE L'HO SCRITTO IO. QUASI SEMPRE NON SO DI COSA SI STIA PARLANDO, POSSO SOLO RICORDARE COME MI SENTIVO DURANTE LA SCRITTURA, CHE MOMENTO VIVEVO. NON ALTRO. E NON LO RIVIVO VOLENTIERI.
NON SI TRATTA DI UNA SINDROME ANNICHILENTE, È CHE PROPRIO NON MI PIACE CALARMI IN QUEL CHE SI È SUPERATO, QUALCHE VOLTA BRILLANTEMENTE. È COME TENTARE DI RICORDARE I BACI DEGLI INIZI CON QUALCUNO CHE INIZIAVA INSIEME A TE; PERFETTAMENTE INUTILE E NON ADERENTE AL RESPIRO DEL MOMENTO. LA COSA TRISTISSIMA È CHE LA MAGGIOR PARTE DELLE COPPIE SI REGGE SUL RICORDO DEGLI INIZI, PERCHÉ DOPO SI È SOLO BRUCIATA DELLA STERPAGLIA E SI SONO TENUTI A FRENO ISTINTI SCONVENIENTI, CHE COZZAVANO CON IL LATO PRATICO E TUTELANTE DELLA QUOTIDIANITÀ SPERIMENTATA.
SCRIVENDO CERCO DI COMPORRE IL MIO BLUES. CERCO ANCHE DI FARLO FUNZIONARE E DARE ENERGIA A ME STESSO E AI QUATTRO COWBOYS CHE SONO VENUTI A SENTIRMI CON LE LORO DONNE ALLEGRE. CON IL BLUES SI ESORCIZZA QUESTA INSOSTENIBILE CATTIVITÀ DI OGNI AMBITO, LO STREPITARE NELLE GABBIE E FARE NUMERI PER I BAMBINI CURIOSI.
“IT’S ALMOST THE DEADLINE / DON’T MISS THE DEADLINE DARLING /CONSEQUENCES ARE EASILY MISCONSTRUED”, SOSTENEVANO I GRANDI BLUE OYSTER CULT.
HO GIÀ PIÙ VOLTE SCRITTO DI JACK BRUCE. COME DIREBBE QUALCUNO, “JACK BRUCE IS MY CO-PILOT”.
JACK RAPPRESENTA TUTTO QUELLO CHE MI HA FORMATO E IN CUI HO CREDUTO, NON STIAMO PARLANDO SOLO DI MUSICA. LE SUE UMILI ORIGINI, LA VISIONE ALLARGATA DELLA REALTÀ IN CUI SI MUOVEVA, SIA SOCIALE CHE ARTISTICA, LO HANNO RESO INEVITABILMENTE UN PUNTO DI RIFERIMENTO. IERI SERA MI SONO REGALATO LA VISIONE DI UN SUO CONCERTO DEGLI ANNI OTTANTA, CON UNA FORMAZIONE CHE COMPRENDEVA CLEM CLEMPSON ALLA CHITARRA, BILLY COBHAM ALLA BATTERIA E DAVID SANCIOUS A TASTIERE E CHITARRA AGGIUNTA. JACK ERA GIÀ USCITO DA UN PEZZO DALLA DIMENSIONE POST-CREAM E VESTITO DI GIALLO DAVANTI ALLA PLATEA TEDESCA ALTERNAVA CLASSICI COME “POLITICIAN” E “SUNSHINE OF YOUR LOVE” E BRANI DELL'ALBUM CHE STAVA PROMUOVENDO “I'VE ALWAYS WANTED TO DO THIS”. NESSUN DIVISMO, NESSUNA POSA, SOLO L'ESSENZIALITÀ PIÙ FRANCA E GENUINA, OLTRE NATURALMENTE AD UNA VOCE ESPRESSIVA E UNA PERIZIA BASSISTICA MONUMENTALE. GUARDANDO IL VIDEO, MI SONO SENTITO UN UOMO FORTUNATO, ALLA FINE. PERCHÉ I TESTI DI JACK E LA SUA MUSICA SONO STATI ELEMENTI DELLA MIA CRESCITA, ERANO VALORI POST-SETTANTINI, DICIAMO COSÌ, CHE NON BARATTEREI MAI CON TUTTE LE FACILITAZIONI TECNOLOGICHE DI OGGI. PUÒ SEMBRARE PASSATISMO, FORSE LO È, MA È DIFFICILE SPIEGARE CHE EFFETTO MI HA FATTO RIVEDERE IL MIO MITO -PERCHÉ DI MITO SI TRATTA, NON LO NEGO- SALTELLARE SU UN PALCO E COINVOLGERE IL PUBBLICO SENZA AVER MAI STRIZZATO L'OCCHIO ALLO STAR SYSTEM.
IL GIORNO IN CUI NON CI SARÀ PIÙ JACK BRUCE IO SARÒ UN UOMO TRISTE. PERCHÉ PIÙ DI ALTRI ARTISTI CHE MI ACCOMPAGNANO DA UNA VITA, GAINSBOURG, PASTORIUS, MINGUS, DEWAERE, ZURLINI, SI È COLLOCATO COME COLONNA PORTANTE DEI MIEI EVENTI, BELLI E BRUTTI, INGENUI E CRUDI, INSPERATI O DIFFICILI. AL SUO “HARMONY ROW” HO DEDICATO DA POCO UNA NOTA SPECIFICA, MA MI SONO RIMASTI APPICCICATI ALTRI SUOI PEZZI, INTESI NON COME BRANI MA COME PARTI DI UN LUNGHISSIMO PERCORSO.
E CAPITA SEMPRE CHE DI FRONTE A QUALCHE RAGAZZINO CHE MI CHIEDE LUMI SU JACO PASTORIUS, BILLY SHEEHAN O VICTOR WOOTEN E CHE MI CONFESSA DI AVER ACQUISTATO UN BASSO DA POCO, IO DICA, CON ARIA GENITORIALE E UN PO' VINTAGE, “MA HAI MAI ASCOLTATO JACK BRUCE?”
BREVE SILENZIO, ED IN GENERE IL RAGAZZINO-TIPO DICE: “ERA IL BASSISTA DEI CREAM, COME NO”
MA NON HA UN'ESPRESSIONE CONVINTA, QUASI MAI. ED È LÌ CHE GLI CONSIGLIO, ANZI LO PRETENDO, DI ASCOLTARE LA PRODUZIONE SOLISTA DI JACK, E LE COLLABORAZIONI. PERCHÉ HA TANTO DA INSEGNARE, COME MELODIA, COME SPIRITO D'ARTISTA, ANCHE COME LEGGENDA VIVENTE. UN ARTISTA COMPLETO, CHE NASCE DAL BLUES, PASSA PER IL ROCK COME UN DIO E SFOCIA NEL JAZZ E NELLA MUSICA ALTRA; UN ARTISTA CHE COMPONE AL PIANOFORTE E FA LIEVITARE IL BASSO, CHE SIA UN VECCHIO GIBSON, UN OBSOLETO FENDER VI O UN WARWICK FRETLESS DAL SUONO TONDO E ANGOLARE. E JACK, IL VECCHIO JACK, LO TROVI TANTO NEI CREAM CHE CON MANFRED MANN, NEI SOGNI E NELLE DERIVE URBANE NOIR DI KIP HANRAHAN, NELLE MISTERIOSE OPERAZIONI DI MICHAEL MANTLER COME NEL BLUES CASERECCIO DI BERNIE MARSDEN, PUOI ADDIRITTURA APPREZZARLO CIMENTARSI CON UNA BIG BAND O ESERCITARE LA VOCE À LA STRATOS IN UN DISCO DI SOLE PERCUSSIONI DI MARK NAUSEEF.
CERCO DI PASSARE QUESTA MIA FORTUNA A CHIUNQUE VOGLIA RECEPIRLA, SENZA SACCENZA E MEN CHE MENO CON QUELL'INVASATO PROSELITISMO TIPICO DI CHI PRESUME DI CUSTODIRE UNA VERITÀ O UN TESORO NASCOSTO, CHE SI TRATTI DI FEDE, DI SESSO, DI MUSICA O DI POLITICA.
QUANDO HO POTUTO, HO MESSO NELLE MANI DEL RAGAZZINO DI TURNO “SONGS FOR A TAILOR”, ANCHE SE DOVE LAVORAVO LA MUSICA DI QUALITÀ ERA QUASI FUORILEGGE. È ANCHE CAPITATO CHE IL RAGAZZINO LASCIASSE LA COPIA DI JACK BRUCE NELLA MUSICA ITALIANA, SPERANDO CHE NON ME NE ACCORGESSI, ED HO SCOPERTO CHE AVEVA ACQUISTATO UN CD DEI DREAM THEATER.
NESSUN PROBLEMA. NON È PIÙ EPOCA PER INFLUENZE DI UN CERTO TIPO, È FACILE ANDARE PER LA MAGGIORE E RIEMPIRE DI POLVERE MAESTRI E ANTENATI. L'ARTE NON PUÒ DIVENTARE CERTO OLIO DI RICINO E DUNQUE, A POCHI GIORNI DAI MIEI QUARANTADUE, MI ARROGO LA LIBERTÀ DI SENTIRE IL CUORE BATTERE FORTE PER UN VECCHIO CONCERTO DEL MIO MITO, COSÌ ADERENTE AI POCHI VALORI CHE MI SONO RIMASTI.
LUCA DE PASQUALE, 2 GENNAIO 2014
JACK BRUCE DISCOGRAFIA CONSIGLIATA:
SONGS FOR A TAILOR 1969;
HARMONY ROW, 1971;
WILLPOWER (COMPILATION) 1989;
A QUESTION OF TIME 1989;
CAN YOU FOLLOW? (BOX ESOTERIC 6 CD) 2008;
CREAM – THOSE WERE THE DAYS BOX;
DICK HECKSTALL-SMITH – THIS THAT;
TONY WILLIAMS LIFETIME – EGO;
TONY WILLIAMS LIFETIME – TURN IT OVER;
WEST, BRUCE&LAING – WHY DONTCHA;
MICHAEL MANTLER – NO ANSWER;
COZY POWELL – OVER THE TOP;
BERNIE MARSDEN – AND ABOUT TIME TOO;
BRUCE/TROWER/LORDAN – BLT/TRUCE;
KIP HANRAHAN – DAYS AND NIGHTS OF BLUE LUCK INVERTED;
KIP HANRAHAN – VERTICAL'S CURRENCY;
KIP HANRAHAN – ALL ROADS ARE MADE OF THE FLESH
“OUT OF THE BLUE
AND INTO THE BLACK
THEY GIVE YOU THIS,
BUT YOU PAY FOR THAT
AND ONCE YOU'RE GONE,
YOU CAN NEVER COME BACK
WHEN YOU'RE OUT OF THE BLUE
AND INTO THE BLACK”
NEIL YOUNG
L'ANNO INIZIA CON LA RADIO CHE MI REGALA “HEY HEY MY MY” DI NEIL YOUNG, MENTRE MI RADO DALL'INTERO 2013, ANNO PIUTTOSTO INFAME, ANNO LESTOFANTE, SCENEGGIATO A PUNTATE CON TUTTI GLI ELEMENTI TIPICI DELLA FARSA PER FAMIGLIE IGNORANTI.
UN ANNO CON SBIADITI COLPI DI SCENA TIPICI DEL CONCETTO ABUSATO “È UNA GIUNGLA LÌ FUORI”, CON RECRIMINAZIONI DIVENUTE VENDETTE A PASSO D'UOMO, CON IL SELVAGGIO CHE ENTRA IN SOCIETÀ PER MISURARE LA FORZA DEI SUOI PRIVILEGI E CRITICA CHI NON OSTENTA, CHI NON SI METTE AL RIPARO, CHI NON SFILA CON I BENI UTILI SOTTO GLI OCCHI DEGLI AVVERSARI.
È STATO L'ANNO IN CUI L'ORGOGLIO È PARSO MANCANZA DI FURBIZIA E LA DIGNITÀ COME UN RINUNCIABILE VIZIO DI FORMA; E HA FATTO CAPOLINO ANCHE UN ALTRO CONCETTO OSCENO, E CIOÈ CHE UN CURRICULUM DI PASSIONI SIA STATO SEMPLICEMENTE SFORTUNA.
MA ALLORA TANTO VALEVA NON VIVERE AFFATTO; TANTO VALEVA RESTARE SOTTO LA CAMPANA DI VETRO DEL BUON FATO A VENIRE, ABBRACCIATI A QUEL VERME SPAVENTOSO E VISCIDO CHE UFFICIALMENTE CHIAMIAMO SPERANZA.
IL DESTINO CHE RISARCISCE È UNA STRONZATA MONTATA SU PER ALLUNGARE I TEMPI. IL RISCATTO E LA RIBELLIONE NON HANNO NULLA A CHE FARE CON LA FORTUNA E LA PAZIENZA. NON SI TRATTA DI ASPETTARE. SI TRATTA DI RESISTERE. CERCANDO DI NON SPUTARSI IN FACCIA.
TUTTO CIÒ CHE NON SI REALIZZA, FA ACIDO. DIVENTA ACIDO. DIVENTA UNO SFREGIO CHE CONTINUA A STRISCIARE SU PAVIMENTI DI VECCHIE CASE, DI LUOGHI NON PIÙ ABITATI, DI RICORDI. TUTTO CIÒ CHE NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA DI SPERANZA FA MALE.
NON SI FA CHE VIVERE CON QUESTA MALEDETTA FISSAZIONE DI ESSERE STATI TRADITI, IN CONTINUAZIONE; TRADITI DALLE PREMESSE E DALLE PROMESSE, TRADITI DAI VOLTI AMICI O DALLE BRACCIA E GAMBE CHE CI HANNO SERRATO, SEMBRAVA, CON TANTA PASSIONE.
LA SQUAMOSA SENSAZIONE DI ESSERE STATI TURLUPINATI E INGANNATI COSTRINGE A DIVENTARE OSTILI, SECCHI, SQUADRATI, A COSTITUIRE CATEGORIE DI RIFUGI E MALESSERI, RENDE COSTIPATI E CONVALESCENTI, DI CERTO PIÙ SILENZIOSI, PIÙ ATTENTI.
MA SI TRATTA PRINCIPALMENTE DI FISSAZIONI.
OGNI ANNO CHE ARRIVA DISTRUGGO METICOLOSAMENTE LA GRAN PARTE DEL PRECEDENTE. NON SONO CONSERVATIVO. MAI STATO. LE EMOZIONI NON MERITANO TROPPI ALTARINI E NON SI PUÒ PROLUNGARE QUALCOSA CHE HA ESAURITO LA SUA FASCINAZIONE E LA SUA FORZA.
IO GUARDO E PENSO QUASI ESCLUSIVAMENTE ALL'ATTIMO SUCCESSIVO; ED È QUESTO CHE MI FOTTERÀ, UN GIORNO O L'ALTRO, PERCHÉ RIMARRÒ SPIAZZATO.
CONSAPEVOLE DI QUESTO LIMITE COSÌ OSTINATO, MI ADEGUO. COME MI SONO ADEGUATO A TANTO ALTRO, PUR COMBATTENDO, PUR PROTESTANDO.
MI INTERESSA IL MOMENTO SUCCESSIVO, E QUESTA VISIONE È ESALTATA DALLA PRECARIETÀ TOTALE, AVVOLGENTE, CHE PULISCE E SCARNIFICA, DELIMITA E RIFIUTA I VIAGGI DELLA SPERANZA, È PRESENTE CON CARNE E SANGUE E NON CON PENSIERI E PROIEZIONI.
QUELL'ADOLESCENTE CHE SI COSTERNAVA CON GLI ARPEGGI DI CHRIS DEGARMO E IDOLATRAVA GENE SIMMONS DEI KISS OGGI È UN UOMO, HA LETTO LIBRI, HA VIAGGIATO IL GIUSTO, HA MANGIATO MUSICA SENZA SOSTA, HA SCRITTO COSE ALTERNE, HA AMATO NEI GIORNI DISPARI ED È FUGGITO NEI GIORNI PARI, ED È CON TRANQUILLITÀ CHE RIESCE A DIRSI OGNI MATTINA “LA STRADA NON È ANCORA STATA TROVATA”, PERCHÉ NON È AFFATTO OBBLIGATORIO MOSTRARSI SULLA RETTA VIA.
NON RILEGGO MAI QUEL CHE HO SCRITTO IN PASSATO. È SANGUE VECCHIO E PUÒ DISTURBARMI, SCOLLARMI DA QUELLO CHE SENTO AL PRESENTE, È SOLO UN SOUVENIR DI CUI SOLO QUALCUN ALTRO PUÒ TENERE CURA.
CAPITA CHE QUALCUNO MI DICA “HO MOLTO AMATO QUEL RACCONTO” E MI RICORDI CHE L'HO SCRITTO IO. QUASI SEMPRE NON SO DI COSA SI STIA PARLANDO, POSSO SOLO RICORDARE COME MI SENTIVO DURANTE LA SCRITTURA, CHE MOMENTO VIVEVO. NON ALTRO. E NON LO RIVIVO VOLENTIERI.
NON SI TRATTA DI UNA SINDROME ANNICHILENTE, È CHE PROPRIO NON MI PIACE CALARMI IN QUEL CHE SI È SUPERATO, QUALCHE VOLTA BRILLANTEMENTE. È COME TENTARE DI RICORDARE I BACI DEGLI INIZI CON QUALCUNO CHE INIZIAVA INSIEME A TE; PERFETTAMENTE INUTILE E NON ADERENTE AL RESPIRO DEL MOMENTO. LA COSA TRISTISSIMA È CHE LA MAGGIOR PARTE DELLE COPPIE SI REGGE SUL RICORDO DEGLI INIZI, PERCHÉ DOPO SI È SOLO BRUCIATA DELLA STERPAGLIA E SI SONO TENUTI A FRENO ISTINTI SCONVENIENTI, CHE COZZAVANO CON IL LATO PRATICO E TUTELANTE DELLA QUOTIDIANITÀ SPERIMENTATA.
SCRIVENDO CERCO DI COMPORRE IL MIO BLUES. CERCO ANCHE DI FARLO FUNZIONARE E DARE ENERGIA A ME STESSO E AI QUATTRO COWBOYS CHE SONO VENUTI A SENTIRMI CON LE LORO DONNE ALLEGRE. CON IL BLUES SI ESORCIZZA QUESTA INSOSTENIBILE CATTIVITÀ DI OGNI AMBITO, LO STREPITARE NELLE GABBIE E FARE NUMERI PER I BAMBINI CURIOSI.
“IT’S ALMOST THE DEADLINE / DON’T MISS THE DEADLINE DARLING /CONSEQUENCES ARE EASILY MISCONSTRUED”, SOSTENEVANO I GRANDI BLUE OYSTER CULT.
HO GIÀ PIÙ VOLTE SCRITTO DI JACK BRUCE. COME DIREBBE QUALCUNO, “JACK BRUCE IS MY CO-PILOT”.
JACK RAPPRESENTA TUTTO QUELLO CHE MI HA FORMATO E IN CUI HO CREDUTO, NON STIAMO PARLANDO SOLO DI MUSICA. LE SUE UMILI ORIGINI, LA VISIONE ALLARGATA DELLA REALTÀ IN CUI SI MUOVEVA, SIA SOCIALE CHE ARTISTICA, LO HANNO RESO INEVITABILMENTE UN PUNTO DI RIFERIMENTO. IERI SERA MI SONO REGALATO LA VISIONE DI UN SUO CONCERTO DEGLI ANNI OTTANTA, CON UNA FORMAZIONE CHE COMPRENDEVA CLEM CLEMPSON ALLA CHITARRA, BILLY COBHAM ALLA BATTERIA E DAVID SANCIOUS A TASTIERE E CHITARRA AGGIUNTA. JACK ERA GIÀ USCITO DA UN PEZZO DALLA DIMENSIONE POST-CREAM E VESTITO DI GIALLO DAVANTI ALLA PLATEA TEDESCA ALTERNAVA CLASSICI COME “POLITICIAN” E “SUNSHINE OF YOUR LOVE” E BRANI DELL'ALBUM CHE STAVA PROMUOVENDO “I'VE ALWAYS WANTED TO DO THIS”. NESSUN DIVISMO, NESSUNA POSA, SOLO L'ESSENZIALITÀ PIÙ FRANCA E GENUINA, OLTRE NATURALMENTE AD UNA VOCE ESPRESSIVA E UNA PERIZIA BASSISTICA MONUMENTALE. GUARDANDO IL VIDEO, MI SONO SENTITO UN UOMO FORTUNATO, ALLA FINE. PERCHÉ I TESTI DI JACK E LA SUA MUSICA SONO STATI ELEMENTI DELLA MIA CRESCITA, ERANO VALORI POST-SETTANTINI, DICIAMO COSÌ, CHE NON BARATTEREI MAI CON TUTTE LE FACILITAZIONI TECNOLOGICHE DI OGGI. PUÒ SEMBRARE PASSATISMO, FORSE LO È, MA È DIFFICILE SPIEGARE CHE EFFETTO MI HA FATTO RIVEDERE IL MIO MITO -PERCHÉ DI MITO SI TRATTA, NON LO NEGO- SALTELLARE SU UN PALCO E COINVOLGERE IL PUBBLICO SENZA AVER MAI STRIZZATO L'OCCHIO ALLO STAR SYSTEM.
IL GIORNO IN CUI NON CI SARÀ PIÙ JACK BRUCE IO SARÒ UN UOMO TRISTE. PERCHÉ PIÙ DI ALTRI ARTISTI CHE MI ACCOMPAGNANO DA UNA VITA, GAINSBOURG, PASTORIUS, MINGUS, DEWAERE, ZURLINI, SI È COLLOCATO COME COLONNA PORTANTE DEI MIEI EVENTI, BELLI E BRUTTI, INGENUI E CRUDI, INSPERATI O DIFFICILI. AL SUO “HARMONY ROW” HO DEDICATO DA POCO UNA NOTA SPECIFICA, MA MI SONO RIMASTI APPICCICATI ALTRI SUOI PEZZI, INTESI NON COME BRANI MA COME PARTI DI UN LUNGHISSIMO PERCORSO.
E CAPITA SEMPRE CHE DI FRONTE A QUALCHE RAGAZZINO CHE MI CHIEDE LUMI SU JACO PASTORIUS, BILLY SHEEHAN O VICTOR WOOTEN E CHE MI CONFESSA DI AVER ACQUISTATO UN BASSO DA POCO, IO DICA, CON ARIA GENITORIALE E UN PO' VINTAGE, “MA HAI MAI ASCOLTATO JACK BRUCE?”
BREVE SILENZIO, ED IN GENERE IL RAGAZZINO-TIPO DICE: “ERA IL BASSISTA DEI CREAM, COME NO”
MA NON HA UN'ESPRESSIONE CONVINTA, QUASI MAI. ED È LÌ CHE GLI CONSIGLIO, ANZI LO PRETENDO, DI ASCOLTARE LA PRODUZIONE SOLISTA DI JACK, E LE COLLABORAZIONI. PERCHÉ HA TANTO DA INSEGNARE, COME MELODIA, COME SPIRITO D'ARTISTA, ANCHE COME LEGGENDA VIVENTE. UN ARTISTA COMPLETO, CHE NASCE DAL BLUES, PASSA PER IL ROCK COME UN DIO E SFOCIA NEL JAZZ E NELLA MUSICA ALTRA; UN ARTISTA CHE COMPONE AL PIANOFORTE E FA LIEVITARE IL BASSO, CHE SIA UN VECCHIO GIBSON, UN OBSOLETO FENDER VI O UN WARWICK FRETLESS DAL SUONO TONDO E ANGOLARE. E JACK, IL VECCHIO JACK, LO TROVI TANTO NEI CREAM CHE CON MANFRED MANN, NEI SOGNI E NELLE DERIVE URBANE NOIR DI KIP HANRAHAN, NELLE MISTERIOSE OPERAZIONI DI MICHAEL MANTLER COME NEL BLUES CASERECCIO DI BERNIE MARSDEN, PUOI ADDIRITTURA APPREZZARLO CIMENTARSI CON UNA BIG BAND O ESERCITARE LA VOCE À LA STRATOS IN UN DISCO DI SOLE PERCUSSIONI DI MARK NAUSEEF.
CERCO DI PASSARE QUESTA MIA FORTUNA A CHIUNQUE VOGLIA RECEPIRLA, SENZA SACCENZA E MEN CHE MENO CON QUELL'INVASATO PROSELITISMO TIPICO DI CHI PRESUME DI CUSTODIRE UNA VERITÀ O UN TESORO NASCOSTO, CHE SI TRATTI DI FEDE, DI SESSO, DI MUSICA O DI POLITICA.
QUANDO HO POTUTO, HO MESSO NELLE MANI DEL RAGAZZINO DI TURNO “SONGS FOR A TAILOR”, ANCHE SE DOVE LAVORAVO LA MUSICA DI QUALITÀ ERA QUASI FUORILEGGE. È ANCHE CAPITATO CHE IL RAGAZZINO LASCIASSE LA COPIA DI JACK BRUCE NELLA MUSICA ITALIANA, SPERANDO CHE NON ME NE ACCORGESSI, ED HO SCOPERTO CHE AVEVA ACQUISTATO UN CD DEI DREAM THEATER.
NESSUN PROBLEMA. NON È PIÙ EPOCA PER INFLUENZE DI UN CERTO TIPO, È FACILE ANDARE PER LA MAGGIORE E RIEMPIRE DI POLVERE MAESTRI E ANTENATI. L'ARTE NON PUÒ DIVENTARE CERTO OLIO DI RICINO E DUNQUE, A POCHI GIORNI DAI MIEI QUARANTADUE, MI ARROGO LA LIBERTÀ DI SENTIRE IL CUORE BATTERE FORTE PER UN VECCHIO CONCERTO DEL MIO MITO, COSÌ ADERENTE AI POCHI VALORI CHE MI SONO RIMASTI.
LUCA DE PASQUALE, 2 GENNAIO 2014
JACK BRUCE DISCOGRAFIA CONSIGLIATA:
SONGS FOR A TAILOR 1969;
HARMONY ROW, 1971;
WILLPOWER (COMPILATION) 1989;
A QUESTION OF TIME 1989;
CAN YOU FOLLOW? (BOX ESOTERIC 6 CD) 2008;
CREAM – THOSE WERE THE DAYS BOX;
DICK HECKSTALL-SMITH – THIS THAT;
TONY WILLIAMS LIFETIME – EGO;
TONY WILLIAMS LIFETIME – TURN IT OVER;
WEST, BRUCE&LAING – WHY DONTCHA;
MICHAEL MANTLER – NO ANSWER;
COZY POWELL – OVER THE TOP;
BERNIE MARSDEN – AND ABOUT TIME TOO;
BRUCE/TROWER/LORDAN – BLT/TRUCE;
KIP HANRAHAN – DAYS AND NIGHTS OF BLUE LUCK INVERTED;
KIP HANRAHAN – VERTICAL'S CURRENCY;
KIP HANRAHAN – ALL ROADS ARE MADE OF THE FLESH
AND INTO THE BLACK
THEY GIVE YOU THIS,
BUT YOU PAY FOR THAT
AND ONCE YOU'RE GONE,
YOU CAN NEVER COME BACK
WHEN YOU'RE OUT OF THE BLUE
AND INTO THE BLACK”
NEIL YOUNG
L'ANNO INIZIA CON LA RADIO CHE MI REGALA “HEY HEY MY MY” DI NEIL YOUNG, MENTRE MI RADO DALL'INTERO 2013, ANNO PIUTTOSTO INFAME, ANNO LESTOFANTE, SCENEGGIATO A PUNTATE CON TUTTI GLI ELEMENTI TIPICI DELLA FARSA PER FAMIGLIE IGNORANTI.
UN ANNO CON SBIADITI COLPI DI SCENA TIPICI DEL CONCETTO ABUSATO “È UNA GIUNGLA LÌ FUORI”, CON RECRIMINAZIONI DIVENUTE VENDETTE A PASSO D'UOMO, CON IL SELVAGGIO CHE ENTRA IN SOCIETÀ PER MISURARE LA FORZA DEI SUOI PRIVILEGI E CRITICA CHI NON OSTENTA, CHI NON SI METTE AL RIPARO, CHI NON SFILA CON I BENI UTILI SOTTO GLI OCCHI DEGLI AVVERSARI.
È STATO L'ANNO IN CUI L'ORGOGLIO È PARSO MANCANZA DI FURBIZIA E LA DIGNITÀ COME UN RINUNCIABILE VIZIO DI FORMA; E HA FATTO CAPOLINO ANCHE UN ALTRO CONCETTO OSCENO, E CIOÈ CHE UN CURRICULUM DI PASSIONI SIA STATO SEMPLICEMENTE SFORTUNA.
MA ALLORA TANTO VALEVA NON VIVERE AFFATTO; TANTO VALEVA RESTARE SOTTO LA CAMPANA DI VETRO DEL BUON FATO A VENIRE, ABBRACCIATI A QUEL VERME SPAVENTOSO E VISCIDO CHE UFFICIALMENTE CHIAMIAMO SPERANZA.
IL DESTINO CHE RISARCISCE È UNA STRONZATA MONTATA SU PER ALLUNGARE I TEMPI. IL RISCATTO E LA RIBELLIONE NON HANNO NULLA A CHE FARE CON LA FORTUNA E LA PAZIENZA. NON SI TRATTA DI ASPETTARE. SI TRATTA DI RESISTERE. CERCANDO DI NON SPUTARSI IN FACCIA.
TUTTO CIÒ CHE NON SI REALIZZA, FA ACIDO. DIVENTA ACIDO. DIVENTA UNO SFREGIO CHE CONTINUA A STRISCIARE SU PAVIMENTI DI VECCHIE CASE, DI LUOGHI NON PIÙ ABITATI, DI RICORDI. TUTTO CIÒ CHE NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA DI SPERANZA FA MALE.
NON SI FA CHE VIVERE CON QUESTA MALEDETTA FISSAZIONE DI ESSERE STATI TRADITI, IN CONTINUAZIONE; TRADITI DALLE PREMESSE E DALLE PROMESSE, TRADITI DAI VOLTI AMICI O DALLE BRACCIA E GAMBE CHE CI HANNO SERRATO, SEMBRAVA, CON TANTA PASSIONE.
LA SQUAMOSA SENSAZIONE DI ESSERE STATI TURLUPINATI E INGANNATI COSTRINGE A DIVENTARE OSTILI, SECCHI, SQUADRATI, A COSTITUIRE CATEGORIE DI RIFUGI E MALESSERI, RENDE COSTIPATI E CONVALESCENTI, DI CERTO PIÙ SILENZIOSI, PIÙ ATTENTI.
MA SI TRATTA PRINCIPALMENTE DI FISSAZIONI.
OGNI ANNO CHE ARRIVA DISTRUGGO METICOLOSAMENTE LA GRAN PARTE DEL PRECEDENTE. NON SONO CONSERVATIVO. MAI STATO. LE EMOZIONI NON MERITANO TROPPI ALTARINI E NON SI PUÒ PROLUNGARE QUALCOSA CHE HA ESAURITO LA SUA FASCINAZIONE E LA SUA FORZA.
IO GUARDO E PENSO QUASI ESCLUSIVAMENTE ALL'ATTIMO SUCCESSIVO; ED È QUESTO CHE MI FOTTERÀ, UN GIORNO O L'ALTRO, PERCHÉ RIMARRÒ SPIAZZATO.
CONSAPEVOLE DI QUESTO LIMITE COSÌ OSTINATO, MI ADEGUO. COME MI SONO ADEGUATO A TANTO ALTRO, PUR COMBATTENDO, PUR PROTESTANDO.
MI INTERESSA IL MOMENTO SUCCESSIVO, E QUESTA VISIONE È ESALTATA DALLA PRECARIETÀ TOTALE, AVVOLGENTE, CHE PULISCE E SCARNIFICA, DELIMITA E RIFIUTA I VIAGGI DELLA SPERANZA, È PRESENTE CON CARNE E SANGUE E NON CON PENSIERI E PROIEZIONI.
QUELL'ADOLESCENTE CHE SI COSTERNAVA CON GLI ARPEGGI DI CHRIS DEGARMO E IDOLATRAVA GENE SIMMONS DEI KISS OGGI È UN UOMO, HA LETTO LIBRI, HA VIAGGIATO IL GIUSTO, HA MANGIATO MUSICA SENZA SOSTA, HA SCRITTO COSE ALTERNE, HA AMATO NEI GIORNI DISPARI ED È FUGGITO NEI GIORNI PARI, ED È CON TRANQUILLITÀ CHE RIESCE A DIRSI OGNI MATTINA “LA STRADA NON È ANCORA STATA TROVATA”, PERCHÉ NON È AFFATTO OBBLIGATORIO MOSTRARSI SULLA RETTA VIA.
NON RILEGGO MAI QUEL CHE HO SCRITTO IN PASSATO. È SANGUE VECCHIO E PUÒ DISTURBARMI, SCOLLARMI DA QUELLO CHE SENTO AL PRESENTE, È SOLO UN SOUVENIR DI CUI SOLO QUALCUN ALTRO PUÒ TENERE CURA.
CAPITA CHE QUALCUNO MI DICA “HO MOLTO AMATO QUEL RACCONTO” E MI RICORDI CHE L'HO SCRITTO IO. QUASI SEMPRE NON SO DI COSA SI STIA PARLANDO, POSSO SOLO RICORDARE COME MI SENTIVO DURANTE LA SCRITTURA, CHE MOMENTO VIVEVO. NON ALTRO. E NON LO RIVIVO VOLENTIERI.
NON SI TRATTA DI UNA SINDROME ANNICHILENTE, È CHE PROPRIO NON MI PIACE CALARMI IN QUEL CHE SI È SUPERATO, QUALCHE VOLTA BRILLANTEMENTE. È COME TENTARE DI RICORDARE I BACI DEGLI INIZI CON QUALCUNO CHE INIZIAVA INSIEME A TE; PERFETTAMENTE INUTILE E NON ADERENTE AL RESPIRO DEL MOMENTO. LA COSA TRISTISSIMA È CHE LA MAGGIOR PARTE DELLE COPPIE SI REGGE SUL RICORDO DEGLI INIZI, PERCHÉ DOPO SI È SOLO BRUCIATA DELLA STERPAGLIA E SI SONO TENUTI A FRENO ISTINTI SCONVENIENTI, CHE COZZAVANO CON IL LATO PRATICO E TUTELANTE DELLA QUOTIDIANITÀ SPERIMENTATA.
SCRIVENDO CERCO DI COMPORRE IL MIO BLUES. CERCO ANCHE DI FARLO FUNZIONARE E DARE ENERGIA A ME STESSO E AI QUATTRO COWBOYS CHE SONO VENUTI A SENTIRMI CON LE LORO DONNE ALLEGRE. CON IL BLUES SI ESORCIZZA QUESTA INSOSTENIBILE CATTIVITÀ DI OGNI AMBITO, LO STREPITARE NELLE GABBIE E FARE NUMERI PER I BAMBINI CURIOSI.
“IT’S ALMOST THE DEADLINE / DON’T MISS THE DEADLINE DARLING /CONSEQUENCES ARE EASILY MISCONSTRUED”, SOSTENEVANO I GRANDI BLUE OYSTER CULT.
HO GIÀ PIÙ VOLTE SCRITTO DI JACK BRUCE. COME DIREBBE QUALCUNO, “JACK BRUCE IS MY CO-PILOT”.
JACK RAPPRESENTA TUTTO QUELLO CHE MI HA FORMATO E IN CUI HO CREDUTO, NON STIAMO PARLANDO SOLO DI MUSICA. LE SUE UMILI ORIGINI, LA VISIONE ALLARGATA DELLA REALTÀ IN CUI SI MUOVEVA, SIA SOCIALE CHE ARTISTICA, LO HANNO RESO INEVITABILMENTE UN PUNTO DI RIFERIMENTO. IERI SERA MI SONO REGALATO LA VISIONE DI UN SUO CONCERTO DEGLI ANNI OTTANTA, CON UNA FORMAZIONE CHE COMPRENDEVA CLEM CLEMPSON ALLA CHITARRA, BILLY COBHAM ALLA BATTERIA E DAVID SANCIOUS A TASTIERE E CHITARRA AGGIUNTA. JACK ERA GIÀ USCITO DA UN PEZZO DALLA DIMENSIONE POST-CREAM E VESTITO DI GIALLO DAVANTI ALLA PLATEA TEDESCA ALTERNAVA CLASSICI COME “POLITICIAN” E “SUNSHINE OF YOUR LOVE” E BRANI DELL'ALBUM CHE STAVA PROMUOVENDO “I'VE ALWAYS WANTED TO DO THIS”. NESSUN DIVISMO, NESSUNA POSA, SOLO L'ESSENZIALITÀ PIÙ FRANCA E GENUINA, OLTRE NATURALMENTE AD UNA VOCE ESPRESSIVA E UNA PERIZIA BASSISTICA MONUMENTALE. GUARDANDO IL VIDEO, MI SONO SENTITO UN UOMO FORTUNATO, ALLA FINE. PERCHÉ I TESTI DI JACK E LA SUA MUSICA SONO STATI ELEMENTI DELLA MIA CRESCITA, ERANO VALORI POST-SETTANTINI, DICIAMO COSÌ, CHE NON BARATTEREI MAI CON TUTTE LE FACILITAZIONI TECNOLOGICHE DI OGGI. PUÒ SEMBRARE PASSATISMO, FORSE LO È, MA È DIFFICILE SPIEGARE CHE EFFETTO MI HA FATTO RIVEDERE IL MIO MITO -PERCHÉ DI MITO SI TRATTA, NON LO NEGO- SALTELLARE SU UN PALCO E COINVOLGERE IL PUBBLICO SENZA AVER MAI STRIZZATO L'OCCHIO ALLO STAR SYSTEM.
IL GIORNO IN CUI NON CI SARÀ PIÙ JACK BRUCE IO SARÒ UN UOMO TRISTE. PERCHÉ PIÙ DI ALTRI ARTISTI CHE MI ACCOMPAGNANO DA UNA VITA, GAINSBOURG, PASTORIUS, MINGUS, DEWAERE, ZURLINI, SI È COLLOCATO COME COLONNA PORTANTE DEI MIEI EVENTI, BELLI E BRUTTI, INGENUI E CRUDI, INSPERATI O DIFFICILI. AL SUO “HARMONY ROW” HO DEDICATO DA POCO UNA NOTA SPECIFICA, MA MI SONO RIMASTI APPICCICATI ALTRI SUOI PEZZI, INTESI NON COME BRANI MA COME PARTI DI UN LUNGHISSIMO PERCORSO.
E CAPITA SEMPRE CHE DI FRONTE A QUALCHE RAGAZZINO CHE MI CHIEDE LUMI SU JACO PASTORIUS, BILLY SHEEHAN O VICTOR WOOTEN E CHE MI CONFESSA DI AVER ACQUISTATO UN BASSO DA POCO, IO DICA, CON ARIA GENITORIALE E UN PO' VINTAGE, “MA HAI MAI ASCOLTATO JACK BRUCE?”
BREVE SILENZIO, ED IN GENERE IL RAGAZZINO-TIPO DICE: “ERA IL BASSISTA DEI CREAM, COME NO”
MA NON HA UN'ESPRESSIONE CONVINTA, QUASI MAI. ED È LÌ CHE GLI CONSIGLIO, ANZI LO PRETENDO, DI ASCOLTARE LA PRODUZIONE SOLISTA DI JACK, E LE COLLABORAZIONI. PERCHÉ HA TANTO DA INSEGNARE, COME MELODIA, COME SPIRITO D'ARTISTA, ANCHE COME LEGGENDA VIVENTE. UN ARTISTA COMPLETO, CHE NASCE DAL BLUES, PASSA PER IL ROCK COME UN DIO E SFOCIA NEL JAZZ E NELLA MUSICA ALTRA; UN ARTISTA CHE COMPONE AL PIANOFORTE E FA LIEVITARE IL BASSO, CHE SIA UN VECCHIO GIBSON, UN OBSOLETO FENDER VI O UN WARWICK FRETLESS DAL SUONO TONDO E ANGOLARE. E JACK, IL VECCHIO JACK, LO TROVI TANTO NEI CREAM CHE CON MANFRED MANN, NEI SOGNI E NELLE DERIVE URBANE NOIR DI KIP HANRAHAN, NELLE MISTERIOSE OPERAZIONI DI MICHAEL MANTLER COME NEL BLUES CASERECCIO DI BERNIE MARSDEN, PUOI ADDIRITTURA APPREZZARLO CIMENTARSI CON UNA BIG BAND O ESERCITARE LA VOCE À LA STRATOS IN UN DISCO DI SOLE PERCUSSIONI DI MARK NAUSEEF.
CERCO DI PASSARE QUESTA MIA FORTUNA A CHIUNQUE VOGLIA RECEPIRLA, SENZA SACCENZA E MEN CHE MENO CON QUELL'INVASATO PROSELITISMO TIPICO DI CHI PRESUME DI CUSTODIRE UNA VERITÀ O UN TESORO NASCOSTO, CHE SI TRATTI DI FEDE, DI SESSO, DI MUSICA O DI POLITICA.
QUANDO HO POTUTO, HO MESSO NELLE MANI DEL RAGAZZINO DI TURNO “SONGS FOR A TAILOR”, ANCHE SE DOVE LAVORAVO LA MUSICA DI QUALITÀ ERA QUASI FUORILEGGE. È ANCHE CAPITATO CHE IL RAGAZZINO LASCIASSE LA COPIA DI JACK BRUCE NELLA MUSICA ITALIANA, SPERANDO CHE NON ME NE ACCORGESSI, ED HO SCOPERTO CHE AVEVA ACQUISTATO UN CD DEI DREAM THEATER.
NESSUN PROBLEMA. NON È PIÙ EPOCA PER INFLUENZE DI UN CERTO TIPO, È FACILE ANDARE PER LA MAGGIORE E RIEMPIRE DI POLVERE MAESTRI E ANTENATI. L'ARTE NON PUÒ DIVENTARE CERTO OLIO DI RICINO E DUNQUE, A POCHI GIORNI DAI MIEI QUARANTADUE, MI ARROGO LA LIBERTÀ DI SENTIRE IL CUORE BATTERE FORTE PER UN VECCHIO CONCERTO DEL MIO MITO, COSÌ ADERENTE AI POCHI VALORI CHE MI SONO RIMASTI.
LUCA DE PASQUALE, 2 GENNAIO 2014
JACK BRUCE DISCOGRAFIA CONSIGLIATA:
SONGS FOR A TAILOR 1969;
HARMONY ROW, 1971;
WILLPOWER (COMPILATION) 1989;
A QUESTION OF TIME 1989;
CAN YOU FOLLOW? (BOX ESOTERIC 6 CD) 2008;
CREAM – THOSE WERE THE DAYS BOX;
DICK HECKSTALL-SMITH – THIS THAT;
TONY WILLIAMS LIFETIME – EGO;
TONY WILLIAMS LIFETIME – TURN IT OVER;
WEST, BRUCE&LAING – WHY DONTCHA;
MICHAEL MANTLER – NO ANSWER;
COZY POWELL – OVER THE TOP;
BERNIE MARSDEN – AND ABOUT TIME TOO;
BRUCE/TROWER/LORDAN – BLT/TRUCE;
KIP HANRAHAN – DAYS AND NIGHTS OF BLUE LUCK INVERTED;
KIP HANRAHAN – VERTICAL'S CURRENCY;
KIP HANRAHAN – ALL ROADS ARE MADE OF THE FLESH
LEGGO LA BIOGRAFIA DI SCOTT LAFARO E NEMMENO MI ACCORGO CHE SI FANNO LE TRE DI NOTTE.
I GRANDI SONO MORTI PRESTO. I MIEI GRANDI. LAFARO A 25 ANNI, JENNY-CLARK A 54, JACO PASTORIUS A 36, PATRICK DEWAERE A 35, MASSIMO URBANI A 36, WARREN OATES A 54 E POTREI CONTINUARE.
COME SE ESSERE VISIONARI E FUORI DAI CANONI SI DOVESSE PAGARE SCOMPARENDO PRESTO DALLA CIRCOLAZIONE. MA SONO PENSIERI STUPIDI, VOGLIO PENSARE CHE SIANO STUPIDI.
PENSO CHE SCOTT LAFARO È STATO UN GENIO. UN VERO GENIO. UNA STELLA CADENTE. UNA DELLE STELLE CADENTI CHE AMERÒ SEMPRE. PENSO CHE GRAZIE A QUESTI GENI HO VISSUTO MEGLIO E IN UN CERTO SENSO HO TROVATO CONSOLAZIONI A TUTTA UNA SERIE DI CONTI CHE NON TORNAVANO. LA MIA VITA SENZA QUESTE STELLE CADENTI SAREBBE STATA UN SELVAGGIO E CONTINUO BRANCOLARE NELLE TENEBRE.
MA PER ALCUNI UOMINI LE TENEBRE SONO LA CARTA DA PARATI SCELTA GIÀ PER LE LORO CAMERETTE QUAND'ERANO BAMBINI. SONO UNO DI QUEGLI UOMINI, NIENTE DI STRAORDINARIO, NE SONO CONSAPEVOLE E NON MI ATTEGGIO AD ANIMA SENSIBILE, MI CARICO IL FARDELLO SENZA CREDERMI UN ILLUMINATO O UN GROTTESCO E VATICINANTE BEOTA DA ORE PICCOLE.
MI DIVERTO AD ACCENDERE E SPEGNERE LA LUCE MENTRE VIVO E MENTRE RESPIRO, A VOLTE GLI EFFETTI SONO DISASTROSI, ALTRE VOLTE MI STAGLIO BELLO SU UNO SFONDO IMPRECISATO, ACQUA DI STELLE E POZZI SENZA FONDO.
NESSUNA EUFORIA DURA A LUNGO. E, AL CONTEMPO, NESSUN DOLORE SEMBRA POTER ASSURGERE AD UNO STATUS DEFINITIVO. È UNA CONTINUA IMPROVVISAZIONE NEI PANNI DI UNA MERDOSA MARIONETTA DELL'ALBA.
PER QUESTO MI PIACE IL JAZZ, FORSE. SONO COSTRETTO AD IMPROVVISARE CONTINUAMENTE, SU PRECISE REGOLE ARMONICHE DA ELUDERE E MODIFICARE IN QUALCHE MODO. PER QUESTO FORSE MI PIACE IL JAZZ, E COMUNQUE ANCHE IL JAZZ NON È MONDO CONCLUSO DOVE FERMARSI SODDISFATTI.
IL CD DI LONNIE LISTON SMITH NELLE ORECCHIE, PER STRADA. OCCHIALI DA SOLE. TEMPO FERMO E INCONSISTENTE. ATTESA DI UNA PRIMA INCRESPATURA.
IN ORE DEL GENERE SAREBBE IMPOSSIBILE FARE L'AMORE. TROPPO DOLOROSO.
CI SI PUÒ CONCEDERE POCO, SPESSO QUANDO IL SILENZIO DORME. UNA RAGAZZA CON UN'ASSURDA MINIGONNA PASSA SVOLAZZANTE, I MIEI VICINI DI TAVOLINO SI GIRANO A NOVANTA GRADI, SEMBRA UN FILM CON LANDO BUZZANCA E SO CHE HANNO PURE RAGIONE, POTEVA VALERNE LA PENA. MI SORRIDONO COMPLICI E IO RICAMBIO, FESSERIE TRA MASCHI.
FACCIO SKIP E VADO SU NATHAN DAVIS, MENTRE LA SIGARETTA DOPO IL CAFFÈ MI SEMBRA LA SESSANTESIMA ANCHE SE SONO LE DIECI DI MATTINA. SEZIONE RITMICA DA PAURA, CON ABE LABORIEL AL BASSO ELETTRICO, PRIMA DELL'INOPINATA E IMPROVVIDA SVOLTA FUSION. RITMO E GROOVE A MANETTA E LA SIGARETTA CHE SA DI ESAGERAZIONE.
SECONDO ME LA RAGAZZA IN MINIGONNA ANDAVA A SCOPARE. NON PER LA MINIGONNA, MA AVEVA L'ARIA MALIZIOSA DI CHI VA A SCOPARE E NON INTENDE ALZARSI DAL LETTO SENZA ESSERE VENUTA BENE, IN PIENA LIBERTÀ.
FORSE SCOPERÀ CON LA GONNA ANCORA ADDOSSO. FANTASIE DA MASCHIO PER QUALCHE ORA FUORI DALLA GABBIA. SCOPATA ALLEGRA, SOSTANZIOSA, POTENTE, A PIENA VOCE E CON TUTTI GLI ODORI FUORI. NON MI INTERESSA PERCHÉ SAREBBE SOLO CONFUSIONE. LE SCOPATE TROPPO ALLEGRE MI FANNO PENSARE A DEI FILM GIRATI MALE O A INUTILI ACROBAZIE SEMI-PROFESSIONISTICHE.
LE SCOPATE TRISTI, NARRATIVE, TRASCENDENTI, INVECE PROFUMANO DI MAI CHIARITE MALATTIE MENTALI E MI TRAMUTANO IN UNA BESTIA INARIDITA, PERCHÉ ABORRO I SIMBOLISMI, I RIMANDI E LE COINCIDENZE VESTITE A COMUNIONE.
FACCIO DIETROLOGIA SULLE SCOPATE MENTRE MI APPARE AL TAVOLO IL VENDITORE DI PENNE E FAZZOLETTINI, CHE MI ASSEDIAVA ANCHE QUANDO LAVORAVO AL MERDAIO.
“SONO IN MOBILITÀ, GIÀ CI CONOSCIAMO”, GLI DICO.
“COME?”, FA L'UOMO OTTUSAMENTE.
“SONO DISOCCUPATO”
L'UOMO ASSUME UN'ESPRESSIONE ANCORA PIÙ EBETE: “MA TU NON LAVORAV..”
NON LO FACCIO NEANCHE FINIRE: “MI HANNO LICENZIATO”
“SCUSA”, FA LUI.
“PREGO”, FACCIO IO.
BUONA FORTUNA DA LUCKY LUKE, AMICO.
MI ALZO E STO SU BUGGE WESSELTOFT. AL CONTRABBASSO INGEBRIGT HÅKER FLATEN, POSSENTE E LIQUIDO. NEW CONCEPTION OF JAZZ.
STAMATTINA NAPOLI SA DI RANCIDO. CI CAMMINO E MI SENTO IN COLPA. CONTINUO A SOGNARE FIORDI O CITTÀ TEDESCHE. MI PIACEREBBE CHIAMARMI BO JESPERSEN, ESSERE BIONDO E AVERE UN BUON LAVORO E SAPER PESCARE. MI PIACEREBBE DA MORIRE NON FARE COMPRAVENDITA DI DEMONI OGNI GIORNO.
CAMMINANDO, INTERCETTO QUELLA TIZIA CHE ANNI FA HO CONOSCIUTO AD UNA FESTA; PARLAMMO CINQUE ORE QUASI E NON ACCADDE NIENTE, TRE GIORNI DOPO VENNE A CASA MIA E NON CI PROVAI PERCHÉ NON ERO CONVINTO.
LA TRENTASETTENNE, TANTO DEVE AVERE, È SEMPRE UNA FESTA DELLA CARNE E MI VEDE ANCHE LEI. GIRA LA FACCIA DALL'ALTRA PARTE, SI FISSA SU UNA VETRINA DI ABITI PER BAMBINI. AVRÀ FATTO FIGLI, OPPURE PROPRIO NON MI SOPPORTA. NON LA FORZO A SALUTARMI, NON SAPREI COSA DIRLE, SE PROPRIO MI USCISSE DI DIRLE CHE SONO IN MOBILITÀ ASSUMEREBBE UN'ARIA IMBARAZZATA E NEGATIVAMENTE SORPRESA CHE MI PORTEREBBE AL PUNTO PIÙ BASSO DELLA SETTIMANA.
“MA COME, UNO COME TE SENZA LAVORO?”
“EH, CHE CI VUOI FARE, MA NON PREOCCUPARTI, GRAZIE”
NO, NO, PER DIO, NO. NON POTREI SOSTENERLO.
LEI AVEVA TRE CASE DI PROPRIETÀ, QUANDO VENNE A CASA MIA RIMASE SORPRESA DAL MIO STILE (???) SPARTANO, EBBE UN CONATO DI INAPPARTENENZA MA VOLEVA FARE DEL SESSO ALLA GRIGLIA, CON ORGOGLIO: AVREI POTUTO SOLO PROVARCI IO.
NON LO FECI PERCHÉ MI SENTIVO UNA MEZZA MAPPINA CON L'UMORE, ANCHE SE IL CORPO FUNZIONAVA COME UN NAVIGATO CENTROMEDIANO ANCORA IN FORMA.
RICORDO SOLO DEI DETTAGLI, I SUOI PANTALONI BIANCHI ADERENTI E IL MIO SENSO DI NAUSEA PER LA FRETTOLOSITÀ DELL'APPUNTAMENTO, ORGANIZZATO PROBABILMENTE CON SALIVA E BATTICUORE, SENZA ANIMA. COME SPESSO MI È CAPITATO, HO PISCIATO ADDOSSO ALLA MIA SCHIFOSA ANIMA SENSIBILE E NEANCHE SONO GUARITO.
ADESSO È QUASI NOTTE. CI SONO STATE DELLE PAUSE. DELLE PAUSE CHE DOMANI NEMMENO RICORDERÒ. SE MUOVESSI LE MANI IN QUESTO MEZZO BUIO, COMUNQUE NON CATTUREREI NIENTE, NEMMENO IL RICORDO DELLE MIE STELLE CADENTI. ASCOLTO IL CONTRABBASSISTA ROBERTO OCCHIPINTI E LA SUA MERAVIGLIOSA VERSIONE DI “NAIMA”, FA MALE, FA MOLTO MALE, QUASI PIÙ DI LAUTRÉAMONT. PERCHÉ, MALEDIZIONE, NELLE EMOZIONI NON MI COMPIO, PERCHÉ MI RENDO CONTO DI AFFERRARE LE STELLE QUANDO SONO GIÀ IN CADUTA, POSSO SOLO VIVERE DELLA LORO ULTIMA LUCE E POI TORNO AL BUIO.
TORNO AL BUIO, DA DOVE SONO NATO, DA DOVE PIANGEVO DI UNA PAURA TROPPO SINCERA PER TROVARE UNA VERA VOCE. SORRIDENDO, UOMO ADULTO, UOMO DI POCHE INTENSE PASSIONI, UOMO DA MAREMOTO E NON DA VACANZA, REDUCE DA QUALCOSA CHE NON CONOSCO E DI CUI NON SO PARLARE, MI RENDO CONTO, SENZA DOLORE, SENZA PESSIMISMO, CHE SALVARSI DA QUESTA CODA DI PAVONE PIENA DI SPINE È AL DI SOPRA DELLE MIE POSSIBILITÀ, CHE MI STO COMPIENDO SENZA VOLERLO E CHE I BEI GESTI CHE COMPIO SARANNO LACRIME DI ALTRI A TEMPO DEBITO, MA CHISSÀ SE SARANNO MAI LA MIA LIBERTÀ BLU, QUELLA CHE MI SPINGE A SCRIVERE SENZA COMPRENDERE MAI DI COSA VORREI RACCONTARE E DOVE STO ANDANDO A FINIRE.
TORNO AL BUIO A BRACCETTO DI NAIMA, NON CON IL VESTITO MIGLIORE, CON IL MIO GIORNALE DI BORDO SOTTOBRACCIO, QUELLO CHE SEMBRA PIACERE AD ALCUNI MA NON PIACERÀ MAI A ME. PERCHÉ AD OGNI PAGINA MI PUNGO, E NON TROVO MAI LA SPINA CHE MI HA FERITO.
Luca De Pasquale, 5 maggio 2014
APPROFITTO DI GIORNATE MORTE PER RIASCOLTARE VECCHIE COSE. PER ESEMPIO L'INTERA DISCOGRAFIA DEI WEATHER REPORT, TIM BOGERT NEI VANILLA FUDGE E NEI CACTUS, GLI STRANI DISCHI SOLISTI DI JEAN-JACQUES BURNEL DEGLI STRANGLERS, DIVERSI ALBUM DI WEST COAST ROCK CON AL BASSO TURNISTI COME ABE LABORIEL, WILL LEE, NEIL STUBENHAUS, NEIL JASON, DENNIS BELFIELD, JIMMY HASLIP, FRANCISCO CENTENO. UNA CONTINUA RISCOPERTA CHE DI CERTO NON MI FARÀ MALE. NON HO MAI AVUTO LA PUZZA SOTTO IL NASO, I PURISTI CONTINUANO A FARMI ORRORE, LI TROVO OTTUSI; MI PIACE PASSARE -ANCHE NEL GIRO DI UN'ORA- DAL JAZZ SPIRITUALE ALLA FUSION GIAPPONESE TUTTA BASSO SLAPPATO, MI TROVO BENE A GIOSTRARE TRA BLACK ROCK COALITION E M-BASE, E BEN VENGA ANCHE L'OSCURO BASSISTA FRETLESS CON IL SANTINO DI JACO SUL COMODINO, NON TROVO POCO NOBILE PASSARE DAL CONTRABBASSISTA D'AVANGUARDIA A JOHN TAYLOR DEI DURAN DURAN, CHE PER INCISO MI PIACEVA COME STRUMENTISTA.
CI SONO PERIODI IN CUI PREFERISCO ASCOLTARE IL CONTRABBASSO E ALTRI IN CUI MI RIBUTTO SUL BASSO ELETTRICO, DIPENDE DALL'UMORE, DIPENDE ANCHE DA PICCOLE MA FONDAMENTALI CONNOTAZIONI ESISTENZIALI. IN QUESTI GIORNI MI PIACE RISPOLVERARE IL MIO MAI RINNEGATO AMORE PER I TURNISTI ELETTRICI.
HO SEMPRE SCRITTO CHE IL BASSO È UN MODO DI PENSARE. UN MODO DI MISURARE LE GIORNATE E IL MONDO; UN RESPIRO LARGO E RITMICO, UN MOTORE INESAUSTO, UNA MACCHINA STRITOLANTE DI GESTI E PENSIERI, ADDIRITTURA UN MODO DI SCRIVERE, DI FARE SESSO, DI ASTRARSI.
IN METROPOLITANA, SU QUELLA BASE DI CLANGORE CI METTO UN BASSO; COME SUI TASTI DEL COMPUTER, NEL MODO DI CAMMINARE, DI FUMARE.
È PER QUESTO, FORSE, CHE NON SONO DIVENTATO UN BASSISTA. ME NE FOTTEVO DI IMPARARE “WITH OR WITHOUT YOU” E FARE IL CARINO NELLA BAND LICEALE, MI INTERESSAVA PRINCIPALMENTE LA RICERCA, È ANCORA COSÌ.
E QUESTO VALE, IN TUTTA PROBABILITÀ, ANCHE PER LE PERSONE, PER LA SCRITTURA E LA VITA IN GENERE. NON FERMARE LA CURIOSITÀ. NON ACCONTENTARSI DI QUANTO CONOSCIUTO FINORA. CREPERÒ CON ANCORA UN NUMERO IMPRECISATO DI COSE DA APPROFONDIRE, SARÀ INEVITABILE. MI CHIEDO SEMPRE COME SIA POSSIBILE FERMARSI, LO TROVO UMILIANTE.
“DOPO I GENESIS NON C'È STATO PIÙ NULLA CHE MI HA COINVOLTO”.
ODDIO.
“IL JAZZ PER ME È MILES DAVIS, JOHN COLTRANE, CHARLIE PARKER”.
DOPPIO ODDIO.
BEATI -PER MODO DI DIRE- QUELLI FERMI AI PROPRI LIMITI. IN FONDO SI SOFFRE DI MENO.
GIÀ. I LIMITI. DOVE GUARDO, DOVE MI GIRO, CI SONO LIMITI. DI PENSIERO, DI COMPORTAMENTO, DI SOFFERENZA, DI FANTASIA, DI RISCHIO, DI INTRAPRENDENZA.
LE DELINEATE CERTEZZE SONO UN PROFONDO LIMITE. LA MANCANZA DI CURIOSITÀ, L'OSTRACISMO IMPAURITO VERSO IL NUOVO, SONO VERE E PROPRIE TARE SOCIALI.
SARÀ PER QUESTO CHE ALLA FINE RISULTO AMBIGUO, PER UNA QUESTIONE DI APERTURA SCONSIDERATA. EPPURE, DETESTO UN DISCRETO NUMERO DI COSE.
IL REGGAE. IL SESSO ACROBATICO IMITATIVO. L'IPOCRISIA ORGANIZZATA. IL MORALISMO DOGMATICO. QUELLI CHE SI SPOSANO E DIVENTANO DEI COGLIONI SENZIENTI. QUELLI CHE FALLISCONO AFFETTIVAMENTE E INVENTANO DISPREZZO COMMISURATO ALLE IMPOSSIBILITÀ. DETESTO LA SIGARETTA ELETTRONICA. NON SOPPORTO I CREDENTI CHE TI TRATTANO COME UNO SFORTUNATO, UNO SPROVVEDUTO CHE NON SI È ACCORTO DEL SIGNORE. IL REVISIONISMO SENTIMENTALE. QUELLI CHE TI FANNO FAVORI -DA TE NON CHIESTI- PER ANDARE IN CREDITO E RISERVARSI L'ACCOGLIENZA DELLA PROSSIMA RICHIESTA. LE EX AVVENTURE IMBOLSITE CHE TI RITROVANO IN UN'AGENDA E FANNO FINTA CHE NON SIA SUCCESSO NIENTE IN TANTI ANNI. QUEGLI OMINICCHI CHE CI TENGONO A FARTI SAPERE CHE NON SI MASTURBANO PIÙ PERCHÉ ORMAI SONO “MATURI”. LE REGINE DEL CAZZO CHE CONTINUANO A SPOPOLARE TRA I RELITTI DI UOMINI CHE NON LO SONO DIVENTATI. L'OMOSESSUALE CHE SI SENTE COSTRETTO, IN TUA PRESENZA, A FARE COMMENTI SCONCI E POCO CONVINTI SU UNA DONNA, PER DISSIPARE I TUOI SOSPETTI. MA CHE VUOI ME NE FREGHI COSA TI PIACE, CON CHI E DOVE? MA ANCHE LE DONNE CHE TI ANNUNCIANO PARADISI CHE NON HAI MAI CONOSCIUTO. “TI FARÒ IMPAZZIRE, CREDIMI”. UNA FRASE DEL GENERE A ME FA PASSARE DEFINITIVAMENTE LA VOGLIA, COME IL “SONO BRAVA, ME LO HANNO DETTO”. MOLTO INTERESSANTE, DAVVERO.
MI FA PASSARE OGNI VOGLIA ANCHE LA LACRIMEVOLEZZA DELLE LETTERE, DEI MESSAGGI, DELLE TELEFONATE; NON SI DICE NIENTE E TI SI FA CREDERE CHE CI SIA UNA PROFONDITÀ AVVOLGENTE, UNA SENSIBILITÀ INCOMMENSURABILE, UN NASCOSTO E ARCAICO DOLORE MAI RISOLTO.
MI INFASTIDISCONO GLI UOMINI CHE HANNO PAURA DELLA TENEREZZA, MA ANCOR DI PIÙ QUELLI CHE VOGLIONO SEMPRE RISULTARE IMPECCABILI, UMANI, AFFIDABILI.
CIÒ CHE SOPPORTO MENO È LO SNOBISMO, IL FINGERE UN INTERESSE CHE NON C'È, PENSARE DI ESSERE CONTINUAMENTE NEL GIUSTO E DUNQUE SOTTOVALUTARE CHI HAI DI FRONTE. IO HO VISSUTO QUESTA MERDA, UN SEMPLICE COMMESSO, UN LAVORO SENZA RESPONSABILITÀ, SPESSO GESTITO DA PERSONALITÀ IMPROBABILI O INESISTENTI, NON SEI LAUREATO E SEI UN SEMPLICE COMMESSO, HAI MANCATO MOLTE COSE IMPORTANTI DELLA VITA. PROBABILE, MA ALMENO NON VIVO TRA STECCATI, FILI SPINATI, OBBLIGHI FAMILIARI ANDATI A MALE, IDEE NOBILI DA RISPETTARE OBBLIGATORIAMENTE, PERFEZIONISMI COMPORTAMENTALI E QUESTIONI DI PRINCIPIO ANCHE PER UNO STARNUTO.
HO SEMPRE AVUTO LA FORTUNA, QUASI SEMPRE, DI SCARTARE PRIMA DI ESSERE SCARTATO, ANDARMENE PRIMA CHE FOSSI DEFINITIVAMENTE SGRADITO, TAGLIARE CHI PREPARAVA IL MAREMOTO DI RANCORE DA CHISSÀ QUANTO TEMPO.
HO UNA VISIONE SPIETATA DI CHI CIURLA NEL MANICO DEL GIUSTO DALLA MATTINA A SERA; HO UNA VISIONE POCO PROFITTATORIA DEI RAPPORTI UMANI, NON LISCIO LE RUOTE A CHI MI SERVIREBBE, NON FACCIO NEANCHE LONTANAMENTE PENSARE DI ESSERE UN CAMERIERE, NEL SENSO DISPREGIATIVO E TRASLATO DEI COMPORTAMENTI.
LA VITA MI HA INSEGNATO CHE SARANNO QUASI SEMPRE I SERVI A DIRMI COSA DOVREI FARE, COME DOVREI COMPORTARMI, COSA STO SBAGLIANDO. MA NON SI PUÒ LITIGARE CON TUTTI; PER FORTUNA ESISTE LA STRAFOTTENZA, E POI IL DISPREZZO PUÒ ESSERE UNA TENUTA MIMETICA MOLTO EFFICACE.
E DUNQUE DISPREZZO IL MARITINO CHE PARLA DELLA SUA GIOVINEZZA COME SCAPESTRATA E ORA È AL SERVIZIO DELL'ISTERICA RADDRIZZANTE, TUTTO COMPUNTO E VERGOGNOSO, CON UN BELL'OROLOGIO AL POLSO E I MODI DA PAPÀ E MARITO ILLUMINATO; DISPREZZO IL VASSALLO DA UFFICIO, MODI UNTUOSI E ANIMA COME UNA MUTANDA LARGA, A SBAVARE PER UN FAVORE, PER UN TURNO, PER UN TRASFERIMENTO, PER UN AUMENTO, PER UN COMPLIMENTO.
NON TI PREOCCUPARE, COMUNQUE: CI VEDREMO ALL'INFERNO E LÌ CI SARANNO ALTRI EQUILIBRI, CHE TU SICURAMENTE NON RIUSCIRAI A PREVEDERE.
OGNI TANTO MI SCRIVE GENTE CHE MI FA I COMPLIMENTI PER IL BLOG. NON SI TRATTA DI RICEVERE COMPLIMENTI. NON MI PIACCIONO I COMPLIMENTI, SPESSO SONO VISCIDI.
“LE HAI MANDATE A DIRE, EH! BRAVO LUCA”
BRAVO UN CAZZO. IO NON MANDO A DIRE PROPRIO NIENTE. SCRIVO SEMPLICEMENTE QUEL CHE MI PARE. ECCO PERCHÉ HO UN BLOG. NON ACCETTO CENSURE DI SORTE. E PECCATO POI CHE I COMPLIMENTI ARRIVINO FREQUENTEMENTE DA INVERTEBRATI, I QUALI NON SI SONO MOSTRATI MINIMAMENTE CAPACI DI ESPRIMERE UN SOLO CONCETTO DI DISSENSO E AUTONOMIA NEL CORSO DI UN'INTERA ESISTENZA. LACCHÈ DI QUALCUNO E DI QUALCOSA, INTIMORITI DALLA PROPRIA OMBRA, NATI PER FARSI DIREZIONARE, E PER SBARELLARE NEI MOMENTI PIÙ DIFFICILI. OGNI COMPLIMENTO CHE PROVIENE DA PERSONE DEL GENERE È UN'OFFESA O UN PARADOSSO, PER CUI NON RISPONDO QUASI MAI.
MENTRE I LIVING COLOUR VOLTEGGIANO NEL MIO MINUSCOLO MONOLOCALE, MENTRE I VICINI LITIGANO, MENTRE PASSANO TURISTI TEDESCHI DALLE VOCI ORSESCHE, IL TEMPO SEMBRA ESSERE IMMOBILE, NON CARICO DI PROMESSE E NON STILLICIDIO DI ASPETTATIVE, È SOLO TEMPO STANCO CHE SI FERMA IN PROSSIMITÀ DELLE MIE MANI E MI CHIEDE DI SUBENTRARE NELL'ORGANIZZAZIONE DELLA RESISTENZA, SENZA MORTI E FERITI.
NON È UN TEMPO CHE PREVEDE “GRAZIE” E NEANCHE “PREGO”, È UNA LINEA DI BLU ELETTRICO CHE SBIADISCE E SI RINCUORA A SECONDA DELLE MIE INIZIATIVE. CERTI GIORNI MI TROVO BRUTTO E INVECCHIATO, IN ALTRI MI SENTO VIGOROSO E ANCORA GIOVANE, STA DI FATTO CHE NON SOPRAVVALUTO LE MIE CARATTERISTICHE E NON SONO NEMMENO DISPOSTE A GETTARLE NEL CESSO PERCHÉ “IL MOMENTO È DIFFICILE”.
TRA PAROLAI DEMAGOGICI, MARCHESINE DALL'UTERO AFFOLLATO, DISPENSER UMANI DI NEW AGE PERSONALIZZATA, GROTTESCHI DARK DIVENUTI MISTO TRA UN PLASTICO DI WEIMAR E L'ANDROGINIA FASULLA DI PRASSI, SPIRITUALISTI IN TENUTA CONDOM, ZERBINI PERMALOSI DALL'INESAUSTA PROPENSIONE ALLA SODOMIA SALVIFICA, PENSO DI AVER GIÀ PAGATO IL GROSSO DEL DAZIO IN ALTRI TEMPI, IN ALTRI MOMENTI.
MI GODO DUNQUE, OGNI TANTO, ANCHE LA FUSION TANTO OLTRAGGIATA E OSTEGGIATA, SARÀ OSCENO PASSARE DA MINGUS AGLI SPYRO GYRA, MA A CHI DEVO DARE CONTO, QUALE GIUDIZIO POTRÒ MAI TEMERE?
NON CONOSCO UN SOLO IPERCRITICO CONSERVATORE CHE SIA PERÒ CAPACE DI SUONARE COME I BRAND X DI PERCY JONES, NON CONOSCO UN SOLO SCRITTORE PURISTA CHE SIA CAPACE DI USCIRE DALLA STITICHEZZA PRUGNESCA DEL PROPRIO EGO E RIESCA A SCRIVERE CON LEGGEREZZA, SENZA ROMPERE IL CAZZO AL PROSSIMO.
VOLGARMENTE PARLANDO, LA QUESTIONE È PROPRIO NON ROMPERE IL CAZZO A CHI CI CIRCONDA, CON L'OSTENTATA SERIETÀ IN PUNTA D'ANO, PALESANDO I PROPRI DIKTAT LIMITANTI E NEVROTICI COME ORTODOSSIA DA ACCETTARE PEDISSEQUAMENTE, NON ESISTONO DOGMI INCONTESTABILI, NON CREDO MINIMAMENTE A COLORO CHE SI CONSIDERANO ILLUMINATI E IN DOVERE DI ILLUMINARE.
SE OGGI MI VA, LEGGERÒ PAPERINO, POI FARÒ UNA DOCCIA E POTREI ANCHE MASTURBARMI PENSANDO A QUALCUNO, POTREI POI MANGIARE MALE E SENZA ACCORGIMENTI PARTICOLARI, POTREI RUTTARE E SUCCESSIVAMENTE LEGGERE VON KLEIST CON QUALCHE DIFFICOLTÀ, GRATTANDOMI LE COSCE NUDE SU UN LETTO UMIDO.
QUESTO NON MI CONFERISCE GRAZIA O MI RENDE REIETTO, NON C'È GIUDIZIO CHE TENGA, NON C'È MORALE CHE PENDA DAL SOFFITTO, SONO SOLO UNA PERSONA CHE CERCA DI VIVERE QUALCOSA DI SIMILE ALLA LIBERTÀ SENZA STROFINARSI AGLI ALTRI CON QUELL'IRRICHIESTO VOLONTARIATO ESPLICATIVO CHE DENUNCIA BEN ALTRI TRAUMI.
NON SONO UNA GATTA IN CALORE E NEMMENO UN MOSTRO DI LONTANANZE. NON SONO UN RAGGUARDEVOLE SCRITTORE O UN OTTIMO VENDITORE DI DISCHI DALLE MILLE SORPRESE.
NON SONO ALTRO CHE UN TIZIO. UN TIZIO CHE ORA VA A FARSI UN CAFFÈ, STANDO IN MUTANDE, MENTRE LO STEREO MANDA FORSE I GRANDI LIVE WIRE, CHE QUALCUNO SCAMBIERÀ PER I DIRE STRAITS.
“LUCA, CARINO IL TUO DIARIO PERSONALE ON LINE”
DIARIO PERSONALE ON LINE? CARINO?
OH, CERTO. OH, GRAZIE. PUÒ ESSERE CARINO IL DIARIO PERSONALE ON LINE.
MA VAFFANCULO, VA.
CI SONO PERIODI IN CUI PREFERISCO ASCOLTARE IL CONTRABBASSO E ALTRI IN CUI MI RIBUTTO SUL BASSO ELETTRICO, DIPENDE DALL'UMORE, DIPENDE ANCHE DA PICCOLE MA FONDAMENTALI CONNOTAZIONI ESISTENZIALI. IN QUESTI GIORNI MI PIACE RISPOLVERARE IL MIO MAI RINNEGATO AMORE PER I TURNISTI ELETTRICI.
HO SEMPRE SCRITTO CHE IL BASSO È UN MODO DI PENSARE. UN MODO DI MISURARE LE GIORNATE E IL MONDO; UN RESPIRO LARGO E RITMICO, UN MOTORE INESAUSTO, UNA MACCHINA STRITOLANTE DI GESTI E PENSIERI, ADDIRITTURA UN MODO DI SCRIVERE, DI FARE SESSO, DI ASTRARSI.
IN METROPOLITANA, SU QUELLA BASE DI CLANGORE CI METTO UN BASSO; COME SUI TASTI DEL COMPUTER, NEL MODO DI CAMMINARE, DI FUMARE.
È PER QUESTO, FORSE, CHE NON SONO DIVENTATO UN BASSISTA. ME NE FOTTEVO DI IMPARARE “WITH OR WITHOUT YOU” E FARE IL CARINO NELLA BAND LICEALE, MI INTERESSAVA PRINCIPALMENTE LA RICERCA, È ANCORA COSÌ.
E QUESTO VALE, IN TUTTA PROBABILITÀ, ANCHE PER LE PERSONE, PER LA SCRITTURA E LA VITA IN GENERE. NON FERMARE LA CURIOSITÀ. NON ACCONTENTARSI DI QUANTO CONOSCIUTO FINORA. CREPERÒ CON ANCORA UN NUMERO IMPRECISATO DI COSE DA APPROFONDIRE, SARÀ INEVITABILE. MI CHIEDO SEMPRE COME SIA POSSIBILE FERMARSI, LO TROVO UMILIANTE.
“DOPO I GENESIS NON C'È STATO PIÙ NULLA CHE MI HA COINVOLTO”.
ODDIO.
“IL JAZZ PER ME È MILES DAVIS, JOHN COLTRANE, CHARLIE PARKER”.
DOPPIO ODDIO.
BEATI -PER MODO DI DIRE- QUELLI FERMI AI PROPRI LIMITI. IN FONDO SI SOFFRE DI MENO.
GIÀ. I LIMITI. DOVE GUARDO, DOVE MI GIRO, CI SONO LIMITI. DI PENSIERO, DI COMPORTAMENTO, DI SOFFERENZA, DI FANTASIA, DI RISCHIO, DI INTRAPRENDENZA.
LE DELINEATE CERTEZZE SONO UN PROFONDO LIMITE. LA MANCANZA DI CURIOSITÀ, L'OSTRACISMO IMPAURITO VERSO IL NUOVO, SONO VERE E PROPRIE TARE SOCIALI.
SARÀ PER QUESTO CHE ALLA FINE RISULTO AMBIGUO, PER UNA QUESTIONE DI APERTURA SCONSIDERATA. EPPURE, DETESTO UN DISCRETO NUMERO DI COSE.
IL REGGAE. IL SESSO ACROBATICO IMITATIVO. L'IPOCRISIA ORGANIZZATA. IL MORALISMO DOGMATICO. QUELLI CHE SI SPOSANO E DIVENTANO DEI COGLIONI SENZIENTI. QUELLI CHE FALLISCONO AFFETTIVAMENTE E INVENTANO DISPREZZO COMMISURATO ALLE IMPOSSIBILITÀ. DETESTO LA SIGARETTA ELETTRONICA. NON SOPPORTO I CREDENTI CHE TI TRATTANO COME UNO SFORTUNATO, UNO SPROVVEDUTO CHE NON SI È ACCORTO DEL SIGNORE. IL REVISIONISMO SENTIMENTALE. QUELLI CHE TI FANNO FAVORI -DA TE NON CHIESTI- PER ANDARE IN CREDITO E RISERVARSI L'ACCOGLIENZA DELLA PROSSIMA RICHIESTA. LE EX AVVENTURE IMBOLSITE CHE TI RITROVANO IN UN'AGENDA E FANNO FINTA CHE NON SIA SUCCESSO NIENTE IN TANTI ANNI. QUEGLI OMINICCHI CHE CI TENGONO A FARTI SAPERE CHE NON SI MASTURBANO PIÙ PERCHÉ ORMAI SONO “MATURI”. LE REGINE DEL CAZZO CHE CONTINUANO A SPOPOLARE TRA I RELITTI DI UOMINI CHE NON LO SONO DIVENTATI. L'OMOSESSUALE CHE SI SENTE COSTRETTO, IN TUA PRESENZA, A FARE COMMENTI SCONCI E POCO CONVINTI SU UNA DONNA, PER DISSIPARE I TUOI SOSPETTI. MA CHE VUOI ME NE FREGHI COSA TI PIACE, CON CHI E DOVE? MA ANCHE LE DONNE CHE TI ANNUNCIANO PARADISI CHE NON HAI MAI CONOSCIUTO. “TI FARÒ IMPAZZIRE, CREDIMI”. UNA FRASE DEL GENERE A ME FA PASSARE DEFINITIVAMENTE LA VOGLIA, COME IL “SONO BRAVA, ME LO HANNO DETTO”. MOLTO INTERESSANTE, DAVVERO.
MI FA PASSARE OGNI VOGLIA ANCHE LA LACRIMEVOLEZZA DELLE LETTERE, DEI MESSAGGI, DELLE TELEFONATE; NON SI DICE NIENTE E TI SI FA CREDERE CHE CI SIA UNA PROFONDITÀ AVVOLGENTE, UNA SENSIBILITÀ INCOMMENSURABILE, UN NASCOSTO E ARCAICO DOLORE MAI RISOLTO.
MI INFASTIDISCONO GLI UOMINI CHE HANNO PAURA DELLA TENEREZZA, MA ANCOR DI PIÙ QUELLI CHE VOGLIONO SEMPRE RISULTARE IMPECCABILI, UMANI, AFFIDABILI.
CIÒ CHE SOPPORTO MENO È LO SNOBISMO, IL FINGERE UN INTERESSE CHE NON C'È, PENSARE DI ESSERE CONTINUAMENTE NEL GIUSTO E DUNQUE SOTTOVALUTARE CHI HAI DI FRONTE. IO HO VISSUTO QUESTA MERDA, UN SEMPLICE COMMESSO, UN LAVORO SENZA RESPONSABILITÀ, SPESSO GESTITO DA PERSONALITÀ IMPROBABILI O INESISTENTI, NON SEI LAUREATO E SEI UN SEMPLICE COMMESSO, HAI MANCATO MOLTE COSE IMPORTANTI DELLA VITA. PROBABILE, MA ALMENO NON VIVO TRA STECCATI, FILI SPINATI, OBBLIGHI FAMILIARI ANDATI A MALE, IDEE NOBILI DA RISPETTARE OBBLIGATORIAMENTE, PERFEZIONISMI COMPORTAMENTALI E QUESTIONI DI PRINCIPIO ANCHE PER UNO STARNUTO.
HO SEMPRE AVUTO LA FORTUNA, QUASI SEMPRE, DI SCARTARE PRIMA DI ESSERE SCARTATO, ANDARMENE PRIMA CHE FOSSI DEFINITIVAMENTE SGRADITO, TAGLIARE CHI PREPARAVA IL MAREMOTO DI RANCORE DA CHISSÀ QUANTO TEMPO.
HO UNA VISIONE SPIETATA DI CHI CIURLA NEL MANICO DEL GIUSTO DALLA MATTINA A SERA; HO UNA VISIONE POCO PROFITTATORIA DEI RAPPORTI UMANI, NON LISCIO LE RUOTE A CHI MI SERVIREBBE, NON FACCIO NEANCHE LONTANAMENTE PENSARE DI ESSERE UN CAMERIERE, NEL SENSO DISPREGIATIVO E TRASLATO DEI COMPORTAMENTI.
LA VITA MI HA INSEGNATO CHE SARANNO QUASI SEMPRE I SERVI A DIRMI COSA DOVREI FARE, COME DOVREI COMPORTARMI, COSA STO SBAGLIANDO. MA NON SI PUÒ LITIGARE CON TUTTI; PER FORTUNA ESISTE LA STRAFOTTENZA, E POI IL DISPREZZO PUÒ ESSERE UNA TENUTA MIMETICA MOLTO EFFICACE.
E DUNQUE DISPREZZO IL MARITINO CHE PARLA DELLA SUA GIOVINEZZA COME SCAPESTRATA E ORA È AL SERVIZIO DELL'ISTERICA RADDRIZZANTE, TUTTO COMPUNTO E VERGOGNOSO, CON UN BELL'OROLOGIO AL POLSO E I MODI DA PAPÀ E MARITO ILLUMINATO; DISPREZZO IL VASSALLO DA UFFICIO, MODI UNTUOSI E ANIMA COME UNA MUTANDA LARGA, A SBAVARE PER UN FAVORE, PER UN TURNO, PER UN TRASFERIMENTO, PER UN AUMENTO, PER UN COMPLIMENTO.
NON TI PREOCCUPARE, COMUNQUE: CI VEDREMO ALL'INFERNO E LÌ CI SARANNO ALTRI EQUILIBRI, CHE TU SICURAMENTE NON RIUSCIRAI A PREVEDERE.
OGNI TANTO MI SCRIVE GENTE CHE MI FA I COMPLIMENTI PER IL BLOG. NON SI TRATTA DI RICEVERE COMPLIMENTI. NON MI PIACCIONO I COMPLIMENTI, SPESSO SONO VISCIDI.
“LE HAI MANDATE A DIRE, EH! BRAVO LUCA”
BRAVO UN CAZZO. IO NON MANDO A DIRE PROPRIO NIENTE. SCRIVO SEMPLICEMENTE QUEL CHE MI PARE. ECCO PERCHÉ HO UN BLOG. NON ACCETTO CENSURE DI SORTE. E PECCATO POI CHE I COMPLIMENTI ARRIVINO FREQUENTEMENTE DA INVERTEBRATI, I QUALI NON SI SONO MOSTRATI MINIMAMENTE CAPACI DI ESPRIMERE UN SOLO CONCETTO DI DISSENSO E AUTONOMIA NEL CORSO DI UN'INTERA ESISTENZA. LACCHÈ DI QUALCUNO E DI QUALCOSA, INTIMORITI DALLA PROPRIA OMBRA, NATI PER FARSI DIREZIONARE, E PER SBARELLARE NEI MOMENTI PIÙ DIFFICILI. OGNI COMPLIMENTO CHE PROVIENE DA PERSONE DEL GENERE È UN'OFFESA O UN PARADOSSO, PER CUI NON RISPONDO QUASI MAI.
MENTRE I LIVING COLOUR VOLTEGGIANO NEL MIO MINUSCOLO MONOLOCALE, MENTRE I VICINI LITIGANO, MENTRE PASSANO TURISTI TEDESCHI DALLE VOCI ORSESCHE, IL TEMPO SEMBRA ESSERE IMMOBILE, NON CARICO DI PROMESSE E NON STILLICIDIO DI ASPETTATIVE, È SOLO TEMPO STANCO CHE SI FERMA IN PROSSIMITÀ DELLE MIE MANI E MI CHIEDE DI SUBENTRARE NELL'ORGANIZZAZIONE DELLA RESISTENZA, SENZA MORTI E FERITI.
NON È UN TEMPO CHE PREVEDE “GRAZIE” E NEANCHE “PREGO”, È UNA LINEA DI BLU ELETTRICO CHE SBIADISCE E SI RINCUORA A SECONDA DELLE MIE INIZIATIVE. CERTI GIORNI MI TROVO BRUTTO E INVECCHIATO, IN ALTRI MI SENTO VIGOROSO E ANCORA GIOVANE, STA DI FATTO CHE NON SOPRAVVALUTO LE MIE CARATTERISTICHE E NON SONO NEMMENO DISPOSTE A GETTARLE NEL CESSO PERCHÉ “IL MOMENTO È DIFFICILE”.
TRA PAROLAI DEMAGOGICI, MARCHESINE DALL'UTERO AFFOLLATO, DISPENSER UMANI DI NEW AGE PERSONALIZZATA, GROTTESCHI DARK DIVENUTI MISTO TRA UN PLASTICO DI WEIMAR E L'ANDROGINIA FASULLA DI PRASSI, SPIRITUALISTI IN TENUTA CONDOM, ZERBINI PERMALOSI DALL'INESAUSTA PROPENSIONE ALLA SODOMIA SALVIFICA, PENSO DI AVER GIÀ PAGATO IL GROSSO DEL DAZIO IN ALTRI TEMPI, IN ALTRI MOMENTI.
MI GODO DUNQUE, OGNI TANTO, ANCHE LA FUSION TANTO OLTRAGGIATA E OSTEGGIATA, SARÀ OSCENO PASSARE DA MINGUS AGLI SPYRO GYRA, MA A CHI DEVO DARE CONTO, QUALE GIUDIZIO POTRÒ MAI TEMERE?
NON CONOSCO UN SOLO IPERCRITICO CONSERVATORE CHE SIA PERÒ CAPACE DI SUONARE COME I BRAND X DI PERCY JONES, NON CONOSCO UN SOLO SCRITTORE PURISTA CHE SIA CAPACE DI USCIRE DALLA STITICHEZZA PRUGNESCA DEL PROPRIO EGO E RIESCA A SCRIVERE CON LEGGEREZZA, SENZA ROMPERE IL CAZZO AL PROSSIMO.
VOLGARMENTE PARLANDO, LA QUESTIONE È PROPRIO NON ROMPERE IL CAZZO A CHI CI CIRCONDA, CON L'OSTENTATA SERIETÀ IN PUNTA D'ANO, PALESANDO I PROPRI DIKTAT LIMITANTI E NEVROTICI COME ORTODOSSIA DA ACCETTARE PEDISSEQUAMENTE, NON ESISTONO DOGMI INCONTESTABILI, NON CREDO MINIMAMENTE A COLORO CHE SI CONSIDERANO ILLUMINATI E IN DOVERE DI ILLUMINARE.
SE OGGI MI VA, LEGGERÒ PAPERINO, POI FARÒ UNA DOCCIA E POTREI ANCHE MASTURBARMI PENSANDO A QUALCUNO, POTREI POI MANGIARE MALE E SENZA ACCORGIMENTI PARTICOLARI, POTREI RUTTARE E SUCCESSIVAMENTE LEGGERE VON KLEIST CON QUALCHE DIFFICOLTÀ, GRATTANDOMI LE COSCE NUDE SU UN LETTO UMIDO.
QUESTO NON MI CONFERISCE GRAZIA O MI RENDE REIETTO, NON C'È GIUDIZIO CHE TENGA, NON C'È MORALE CHE PENDA DAL SOFFITTO, SONO SOLO UNA PERSONA CHE CERCA DI VIVERE QUALCOSA DI SIMILE ALLA LIBERTÀ SENZA STROFINARSI AGLI ALTRI CON QUELL'IRRICHIESTO VOLONTARIATO ESPLICATIVO CHE DENUNCIA BEN ALTRI TRAUMI.
NON SONO UNA GATTA IN CALORE E NEMMENO UN MOSTRO DI LONTANANZE. NON SONO UN RAGGUARDEVOLE SCRITTORE O UN OTTIMO VENDITORE DI DISCHI DALLE MILLE SORPRESE.
NON SONO ALTRO CHE UN TIZIO. UN TIZIO CHE ORA VA A FARSI UN CAFFÈ, STANDO IN MUTANDE, MENTRE LO STEREO MANDA FORSE I GRANDI LIVE WIRE, CHE QUALCUNO SCAMBIERÀ PER I DIRE STRAITS.
“LUCA, CARINO IL TUO DIARIO PERSONALE ON LINE”
DIARIO PERSONALE ON LINE? CARINO?
OH, CERTO. OH, GRAZIE. PUÒ ESSERE CARINO IL DIARIO PERSONALE ON LINE.
MA VAFFANCULO, VA.
5:42 AM
STAN GETZ, “MOONLIGHT IN VERMONT”.
PIOVE. PIOVE SU TUTTA LA CITTÀ. IL VECCHIO LIBRO INGLESE HA LE PAGINE GIALLE ED UN APPARTAMENTO, UN QUALSIASI APPARTAMENTO, È COMUNQUE UNA COSTRIZIONE.
NON POTREI ANDARE DA UN MEDICO A DIRGLI CHE SOFFRO D'INSONNIA, PERCHÉ DOVREI AMMETTERE CHE LA NOTTE MI PIACE INFINITAMENTE PIÙ DEL GIORNO E CHE FORSE RIMANGO SVEGLIO PER TROVARMI MEGLIO.
IERI SONO PASSATO ACCANTO A QUELLO CHE FU IL PRIMO NEGOZIO DI DISCHI CHE SACCHEGGIAI DA ADOLESCENTE. ADESSO C'È UN BAR. HO PROVATO UN BRIVIDO DI NAUSEA. MI SONO RICORDATO CHE A VENT'ANNI ANDAVO SPESSO LÌ E CI PASSAVO SEI O SETTE ORE, PERDENDOMI NELLA SALETTA DEDICATA AI VINILI JAZZ.
RICORDO CHE GIRAVO QUASI TUTTE LE COPERTINE PER SCOPRIRE CHI FOSSE IL CONTRABBASSISTA. POTEVA APPARIRE UNA FISSAZIONE, FORSE LO ERA, MA PER ME ERA COME UN LAVORO. UN LAVORO PASSIONALE: CONOSCERE IL SUONO CHE RICONOSCEVO PRIMA E MEGLIO DEGLI ALTRI.
CON QUESTA TECNICA DI SCRUPOLO SCOPRII, TRA GLI ALTRI, SCOTT LAFARO, EDDIE GOMEZ, MA SOPRATTUTTO GLI STRUMENTISTI MENO CONOSCIUTI.
E COSÌ MI PRESENTAVO AD ELIO, IL COMMESSO CON I CAPELLI BEIGE, CON LUNGHISSIME ED INUTILI LISTE. LUI LE LEGGEVA VELOCEMENTE E SCUOTEVA IL CAPO, MORMORAVA QUALCOSA E POI FINIVA PER PROPORMI ROBA FUSION, CHE COMUNQUE ALL'EPOCA RIUSCIVO AD APPREZZARE PER VIA DEL BASSO ELETTRICO.
PERÒ QUALCOSA LA SCOVAVO SEMPRE. SCOPRII IL GRANDE CHUCK DOMANICO GIRANDO UN VINILE DELLA CANTANTE DIANE SCHUUR. SCOPRII HARVIE SWARTZ FACENDO LO STESSO GESTO CON UN DISCO DEL FORMIDABILE PIANISTA STEVE KUHN, GRAZIE AL QUALE MI INCURIOSII ANCHE DI MIROSLAV VITOUS.
HO INIZIATO COSÌ, CON UNO STRANO METODO, MA ANCHE CON UNA PASSIONE FOLLE CHE NON AVEVO NESSUNA INTENZIONE DI ARRESTARE, NELLA SUA STRARIPANTE CORSA. ALL'EPOCA NON AVEVO PRATICAMENTE TEMPO DI INNAMORARMI O DI ANDARE TROPPO A ZONZO CON I MIEI COETANEI, CHE TROVAVO PIUTTOSTO DEPRIMENTI, CON LA LORO SMANIA DI DIVERTIMENTO.
ELIO MI CHIEDEVA CON UNO STUPORE MISTO A RIMPROVERO PERCHÉ MI “FOSSILIZZAVO” SUL CONTRABBASSO. LE MIE RISPOSTE NON LO SODDISFACEVANO. LE RISPOSTE NON SODDISFANO MAI, QUANDO NON C'È IL TERRENO ADATTO PER LA COMPRENSIONE. TANTO VALE NON RISPONDERE AFFATTO. MA QUESTO L'HO SCOPERTO NEGLI ANNI.
UNA VOLTA, VISIBILMENTE SECCATO, GLI DISSI: “PERCHÉ HA UN SUONO GRAVE”.
LUI SORRISE E REPLICÒ: “MA IL SAX È MOLTO PIÙ BELLO ED AFFASCINANTE”
“PER GLI ALTRI, NON PER ME”, TAGLIAI A CORTO, E CONTINUAI A PORTARGLI LISTE SEMPRE PIÙ DETTAGLIATE ED IMPROBABILI. MA INIZIÒ AD ACCONTENTARMI, CHIEDENDO AL SUO IMPORTATORE TITOLI DI CHARLIE HADEN, RON CARTER, NIELS HENNING ØRSTED PEDERSEN, MARC JOHNSON E DAVE HOLLAND. PER MUSICISTI MENO CONOSCIUTI POTEVA FARE POCO, MA ERO CAPARBIO ED ERO CAPACE DI ASPETTARE MESI E MESI.
IN QUEL PERIODO SOGNAVO UNA RELAZIONE CON UNA DONNA PIÙ ADULTA, MI PIACEVANO LE MADRI DEI MIEI AMICI E NON LE MIE COMPAGNE DI STUDIO O DI FESTA. NE AVEVO GIÀ PIENI I COGLIONI DEI DOVERI E DELLE COSE DA FARE PER ESSERE ACCETTATO NEL CIRCONDARIO, ME NE GIRAVO PER FATTI MIEI, SALTANDO LE DOMENICHE DAI PARENTI E GLI STUPIDI RITUALI DELL'INCOSCIENZA REGOLARE TIPICA DELL'ETÀ.
MI SENTIVO UN ANTOINE DOINEL RABBERCIATO, MA CON UN SUO PERCHÉ.
A CASA, MIO PADRE MI DICEVA CHE NON CAPIVA PERCHÉ MI PIACESSE TANTO IL SUONO DEL CONTRABBASSO, “NON SI SENTE QUASI, È MEGLIO IL PIANOFORTE”, MI DICEVA. IO CERCAVO DI FARGLI CAPIRE CHE ERA LUI A NON SENTIRLO, E CHE SI TRATTAVA DI UN SUONO DA STOMACO, DA PANCIA, DA ANIMA, CHE ERA UN SUONO DAL QUALE LASCIARSI INVADERE SENZA OPPORSI. NON L'HO MAI CONVINTO.
INVECCHIATE E MISTERIOSE SONO LE RAGIONI PER LE QUALI NON SONO DIVENTATO UN CONTRABBASSISTA. PROBABILMENTE PER VIA DI STIMOLI ESTERNI MANCANTI, MA ANCORA DI PIÙ PER LA PIÙ CONCRETA VOCAZIONE ALLA SCRITTURA. CI SONO STATI MOMENTI IN CUI HO AMARAMENTE RIMPIANTO DI NON AVER STUDIATO LO STRUMENTO, ED È CAPITATO QUANDO SCRIVERE MI INFASTIDIVA PERCHÉ MI METTEVA A NUDO. SUONANDO, LE EMOZIONI SONO MENO CHIARE, MENO SVELATE, MI DICEVO, MA È UNA CAZZATA. LE EMOZIONI SONO EMOZIONI E BASTA.
SONO CONTENTO COSÌ, HO AVUTO PIÙ TEMPO PER APPROFONDIRE LA MUSICA, GLI INTERPRETI, LE INCISIONI, PER INCURIOSIRMI SENZA MAI FERMARMI. SFORTUNATO SARÀ, NEL CASO, MIO FIGLIO, CHE DI CERTO TRASCINEREI DI PESO AL CONSERVATORIO PER AFFIDARLO AL MIO SOGNO DI UNA VITA.
NON SO CHE FINE ABBIA FATTO ELIO. SO CHE FU SBATTUTO FUORI PRIMA DELLA CHIUSURA DEL NEGOZIO. NOI VENDITORI DI DISCHI SIAMO UNA RAZZA DANNATA, C'È POCO DA FARE. C'È CHI È AFFONDATO NEL MARASMA E CHI HA DATO VIA LE CHIAPPE PER REINVENTARSI CON MANSIONI RIDICOLE E SVILENTI. QUANDO ELIO FU MANDATO VIA, IO ERO DIVENTATO UNO DEGLI ESPONENTI DELLA “NEW GENERATION” DEI DISQUAIRES, C'ERA STATO UN IDEALE PASSAGGIO DI CONSEGNE E RICORDO QUANTO ERO INGENUO E PIENO DI BUONA VOLONTÀ.
NEGLI ULTIMI DIECI ANNI HO VENDUTO DISCHI IN QUELLO CHE ERA A TUTTI GLI EFFETTI UN SUPERMERCATO CHE SI VOLEVA DARE ARIE DI SERIETÀ, CHE USAVA L'ABUSATA PAROLA “CULTURA” PER OGNI INIZIATIVA PROVINCIALE E CAFONA CHE PORTAVA AVANTI. UN SUPERMERCATO GESTITO PERLOPIÙ DA DEFICIENTI, INCOMPETENTI E PORTATO AVANTI DA TRISTISSIMI FIGURI FINITI LÌ PER CASO O PER AMICIZIE.
HO SCRITTO E DETTO QUESTE COSE ANCHE QUANDO MI TROVAVO DENTRO, NON SONO UNO CHE SI VENDICA IN DIFFERITA. A DIFFERENZA DI ALTRI, MI SONO COMPORTATO DA UOMO. PER QUALCUNO DA STUPIDO, FORSE: PER ME DA UOMO.
UN GENIO MI HA DETTO: “MA SE NON TI PIACEVA, SE TI FACEVA COSÌ RIBREZZO, PERCHÉ CI HAI LAVORATO?”
E BRAVO IL GENIO DELLA LAMPADA DA PITALE. BRAVISSIMO. BRILLANTE, BRILLANTE COME MISTER VERDE. SI DÀ IL CASO, ALADINO MONORCHIDE, CHE NON SONO “ANCHE” STIPENDIATO DAI GENITORI, AIUTATO DA QUALCHE MAGNATE DI FAMIGLIA, SPESATO DA AFFETTUOSI ELEMENTI DEL CIRCONDARIO PER EVITARMI EMICRANIE, TENSIONI E PREOCCUPAZIONI. HO FATTO TUTTO DA SOLO, MIO DOLCE GRISÙ RETTALE. MAMI E PAPI NON MI HANNO REGALATO APPARTAMENTI E FONDI BANCARI.
E CHE NON SONO NELLA LISTA DI AMICI DI FAMIGLIA PER SOSTENERE COLLOQUI DI LAVORO IL CUI ESITO È GIÀ SCONTATO, UNA MANO LAVA L'ALTRA E POSSIBILMENTE SI PULISCE PURE IL CULO.
IL GENIO MI HA POSTO LA DOMANDA PERCHÉ LUI VIVE ANCORA IN FAMIGLIA, È LA MADRE A PREOCCUPARSI SE GLI SPAGHETTI SONO SCOTTI E SE È ANDATO DI CORPO REGOLARMENTE. FACILE FARE DOMANDE, QUANDO È STATA LA COLF DI CASA A COMPRARTI LA CARTA IGIENICA, FACILE ESSERE SPIRITUALI QUANDO LE TUE LENZUOLA SONO PULITE E MAMMÀ TI SMACCHIA LE MUTANDE SENZA CHE TU NEMMENO TE NE ACCORGA.
“SEI PIENO DI LIVORE, SEI UNA PERSONA CATTIVA”, MI DISSE INVECE UNA DONNA CHE MI AVEVA SCELTO SU UN CATALOGO DI SOGNI INVENTATI DI SANA PIANTA E POI MI AVEVA RICUSATO CON ENERGIA, PER MOSTRARE AL MONDO IL SUO PENTIMENTO SINCERO E SCRUPOLOSO.
MA LIVORE MANCO PER UN CAZZO. MANCO PER UN CAZZO, TE LO GIURO E QUANTO TE LO GIURO. TE LO GIURO SULLA TUA PROSSIMA SCOPATA, TE LO GIURO SULL'EUCARISTICA IMPOSTAZIONE SOCIALE DEL TUO PROSSIMO AMANTE CON LA CAMICIA ABBOTTONATA BENE.
MI FACCIO I FATTI MIEI E TIRO AVANTI. TI SALUTO ALLORA DA UNA CUSTODIA DI CONTRABBASSO, AU REVOIR E UN VAFFANCULO VELOCE.
LIVORE, E PERCHÉ MAI. MA IN ASSOLUTO, NON NE VALE MAI LA PENA.
SI INCROCIA TANTA GENTE CON LA QUALE SI FINISCE PER SCOPRIRE INIMICIZIA E DISINTERESSE ALLA PRIMA GRATTATA DI SUPERFICIE CHE IL LIVORE SAREBBE UNA FATICA ENORME E MOLTO STUPIDA. POSSIAMO BUTTARCI LE BRACCIA AL COLLO, MASTURBARCI A VICENDA SOTTO IL TAVOLO, PROGETTARE UN FUTURO SENZA GAMBE, RACCONTARCI LE NOSTRE STORIE SENZA FOTTERCENE VERAMENTE, ANDARE AD UN CONCERTO INSIEME E POI DIMENTICARCI SENZA STRACCIARE LE PALLE AGLI AMICI IN ASCOLTO.
IN FONDO, CI SI ABBANDONA IN CONTINUAZIONE E SENZA AVERE LA REALE CHANCE DI INVERTIRE LA MARCIA. CI SI ABBANDONA PERCHÉ SONO PEZZI DI VITA CHE CI ABBANDONANO PER PRIMA, E CON LORO QUEL CHE NE CONSEGUIVA, INCONTRI, AMORI, LAVORI, COMPLICITÀ, CONNESSIONI, INCIUCI E DICHIARAZIONI FRETTOLOSE. ANCHE QUEL PATETICO AMMANTARE DI ETERNITÀ IL SESSO LASCIA ABBONDANTEMENTE IL TEMPO CHE TROVA. SI TRATTA, ESSENZIALMENTE, DI TRE QUARTI D'ORA DA INTERPRETARE OGNI VOLTA A PROPRIO PIACIMENTO, OVVIAMENTE PRELIMINARI INCLUSI E COCCOLE ESCLUSE. AH, ANCHE LA SIGARETTA POST ORGASMO È ESCLUSA PER UNA VENTATA DI SALUTISMO.
IN QUEI TRE QUARTI D'ORA TUTTO È POSSIBILE E TUTTO È QUEL CHE È E CHE SI FA. PUNTO. È ONESTO RENDERSI CONTO CHE IL TERRITORIO DI COSTRUZIONE FA RIFERIMENTO AD ALTRE DIMENSIONI, AD ALTRI MOVIMENTI, E CHE NON SEMPRE DUE CORPI CHE SI SCHIACCIANO E SI COMPRIMONO SONO LE VERE STELLE DA RICONOSCERE.
NON SO COME DA ELIO E DAI VINILI JAZZ SONO ARRIVATO A QUESTO, SI DEBORDA FACILMENTE, MA È ANCHE GIUSTO ESONDARE VISTO CHE NON C'È TROPPA VIGILANZA IN GIRO.
RIENTRANDO NEI BINARI, SI PARLA DI “GRANDE BELLEZZA” SPESSO, OGNUNO COLTIVA LA SUA O QUELLA CHE REPUTA TALE. PER ME LA GRANDE BELLEZZA, QUI E OGGI, È RAPPRESENTATA DA CIÒ CHE AMO E CHE SENTO APPARTENERMI. NON A CASO, DOPO ESSERMI DEPURATO DA ALCUNE SCORIE HO RITROVATO TUTTO IL “MIO” JAZZ, CON IN PIÙ DELLE AGGIUNTE INATTESE. E SONO QUI, ORA, A SCRIVERE CON “TRIO MUSIC” DI KUHN/HUMAIR/JENNY-CLARK, CON LE STESSE PROFONDE EMOZIONI DI QUINDICI ANNI FA E CON LA STESSA GRATITUDINE PER QUESTE MERAVIGLIE. NON È UN CASO SE HO VOLUTO SCRIVERE UN'ALTRA NOTA PER JEAN-FRANÇOIS, PER UN SENSO DI CONTINUITÀ, PER QUEL FILO CHE NON HO MAI DAVVERO ABBANDONATO E DAL QUALE MI SONO DISTANZIATO SOLO PERCHÉ DI BELLEZZA IN GIRO NON CE N'ERA E MI ERO ASSESTATO SULLA RABBIA, SOLO SU DI LEI.
SONO RIMASTO AFFEZIONATO, E TANTO, A QUEL GESTO, A QUEL RAGAZZO CHE GIRAVA LE COPERTINE DEI DISCHI NEI NEGOZI PER VEDERE LA VOCE CORRISPONDENTE A “DOUBLE BASS”, “CONTREBASSE”, “KONTRABAß” O “UPRIGHT BASS”. PROPRIO GRAZIE A QUEL GESTO TROVAI JEAN-FRANÇOIS, ERA UN DISCO DI MICHEL GRAILLIER, SE RICORDO BENE. NON HO MAI SMESSO DI GIRARE LE COPERTINE ALLA SMANIOSA RICERCA DELLA NOTIZIA PIÙ IMPORTANTE. ORA C'È INTERNET, DISPONGO DI MOLTI LIBRI ED È TUTTO PIÙ FACILE E ALLA PORTATA, SOPRATTUTTO SE LA MEMORIA REGGE. E PER ORA REGGE. ED A MAGGIOR RAGIONE RICORDO CON TENEREZZA QUEL GESTO ISTINTIVO E NECESSARIO, CHE MI APRIVA NUOVE STRADE DI CONOSCENZA E MI PORTAVA A SFIORARE IL LINGUAGGIO DI FRATELLI DIVERSI MA MAI LONTANI, SE NON GEOGRAFICAMENTE.
LA GRANDE BELLEZZA IN QUESTI TEMPI GRAMI E STRETTI È RITROVARSI TRA GLI AMORI LUNGHI E SERI DELLA VITA, QUELLI CHE NON CI HANNO MAI LASCIATI, LA GRANDE BELLEZZA È RIASCOLTARE QUEL LIVE DI BILL EVANS CON EDDIE GOMEZ E LA LORO ESECUZIONE DI “ELSA”, TRA COLPI DI TOSSE E BICCHIERI POSATI MALAMENTE SUI TAVOLI DAGLI SPETTATORI. LA GRANDE BELLEZZA È RINGRAZIARE DI AVERE ANCORA UDITO E ORECCHIE, E DI AVER MANTENUTO QUALCHE CURIOSITÀ E UNA INSPERATA FORMA DI DEVOZIONE.
NON SO DOVE SIA ADESSO ELIO, CONTINUO A NON APPREZZARE I DISCHI FUSION CHE MI PROPONEVA, MA GLI SONO GRATO PER LA PAZIENZA E PER QUEI DISCHI STRANI CHE MI FACEVA ARRIVARE, CONTENTANDOMI.
E NO CARO ELIO CHE IL SAX È PIÙ BELLO DEL CONTRABBASSO, IO NON HO MAI CAMBIATO IDEA ANCHE SE L'ETÀ ANAGRAFICA IMPORREBBE INUTILI RIVOLUZIONI NEI GUSTI, DI QUELLE CHE DOVREBBERO SIMBOLEGGIARE UN'EVOLUZIONE. NON SONO UNO DI QUEGLI ULTRAQUARANTENNI CHE SMANTELLA LA PROPRIA DISCOGRAFIA PER PORTARE LA MOGLIE AL MARE E FARE SPAZIO.
E PER POI PENTIRSI, QUANDO LA MAREA TORNA, PIÙ INCANTEVOLE DI PRIMA.
BUONA FORTUNA, VECCHIO ESPONENTE DELLA RAZZA DANNATA.
LDP, 29 APRILE 2014
CHUCK DOMANICO, JEAN-FRANÇOIS JENNY-CLARK, JEAN-PAUL CELEA, JEAN-JACQUES AVENEL, DAVE HOLLAND, CHARLIE HADEN, BUSTER WILLIAMS, MAARTEN VON REGTEREN ALTENA, BARRY GUY, BARRE PHILLIPS, PALLE DANIELSSON, GARY PEACOCK, HARVIE SWARTZ, CHUCK ISRAELS, DAVID IZENZON, STEVE SWALLOW, BJORN ALKE, ARILD ANDERSEN, FURIO DI CASTRI, MARC JOHNSON, OSCAR PETTIFORD, MONTY BUDWIG, PAUL CHAMBERS, RAY BROWN, PETER IND, CAMERON BROWN, MIROSLAV VITOUS, GEORGE MRAZ, CECIL MCBEE, STANLEY CLARKE, NIELS HENNING ORSTED PEDERSEN, GEORG RIEDEL, MADS VINDING, CHARLES MINGUS, ED SCHULLER, DOUG WATKINS, REGGIE WORKMAN, GEORGE DUVIVIER, CLINT HOUSTON, PAUL CHAMBERS, JAMIL NASSER, EDDIE GOMEZ, BJORN KJELLEMYR, MAURO GARGANO, THOMAS MORGAN, INGEBRIGT HAKER FLATEN, MATS EILERTSEN, ANDERS JORMIN, JESPER BODILSEN, WILLIAM PARKER, JESPER LUNDGAARD, RENAUD GARCIA-FONS, DIETER ILG, PAUL ROGERS, HARRY MILLER, JOHNNY DYANI, FRED HOPKINS, MALACHI FAVORS, MILT HINTON, MARCELLO MELIS, DODO GOYA, JOE KRENCKER, ANTHONY COX, CLAUDE TCHAMITCHIAN, JIM DE JULIO, MICHEL BENITA, PIERO LEVERATTO, GIORGIO AZZOLINI, GIORGIO BURATTI, BJORNAR ANDRESEN, CHRISTIAN MCBRIDE, REGINALD VEAL, ROBERT HURST III, MANFRED BRUNDL, TATSU AOKI, MOTOHARU YOSHIZAWA, TERUO NAKAMURA, NOBUYOSHI INO, KENT CARTER, RICCARDO DEL FRÀ, AVERY SHARPE, ATTILIO ZANCHI, SAM JONES, STAFFORD JAMES, MARK DRESSER, MARK HELIAS, HELENE LABARRIERE, JOELLE LEANDRE, DANIEL STUDER, BOBBY BURRI, BUELL NEIDLINGER, JOE FONDA, ALAN SILVA, SIRONE, HENRY GRIMES, BOB CRANSHAW, RED MITCHELL, JOHN PATITUCCI, ART DAVIS, RICHARD DAVIS, GLEN MOORE, LARRY GRENADIER, WILBUR LITTLE, STEVE RODBY, DAVID FRIESEN, BEN STREET, ERIC REVIS, GILBERT ROVERE, BEB GUERIN. FRANÇOIS MECHALI, LEON FRANCIOLI, PIERRE MICHELOT, GENE WRIGHT, ERIC VON ESSEN, FRANK TUSA E TUTTI QUELLI CHE HO DIMENTICATO E CHE RITROVERÒ PRESTO.
STAN GETZ, “MOONLIGHT IN VERMONT”.
PIOVE. PIOVE SU TUTTA LA CITTÀ. IL VECCHIO LIBRO INGLESE HA LE PAGINE GIALLE ED UN APPARTAMENTO, UN QUALSIASI APPARTAMENTO, È COMUNQUE UNA COSTRIZIONE.
NON POTREI ANDARE DA UN MEDICO A DIRGLI CHE SOFFRO D'INSONNIA, PERCHÉ DOVREI AMMETTERE CHE LA NOTTE MI PIACE INFINITAMENTE PIÙ DEL GIORNO E CHE FORSE RIMANGO SVEGLIO PER TROVARMI MEGLIO.
IERI SONO PASSATO ACCANTO A QUELLO CHE FU IL PRIMO NEGOZIO DI DISCHI CHE SACCHEGGIAI DA ADOLESCENTE. ADESSO C'È UN BAR. HO PROVATO UN BRIVIDO DI NAUSEA. MI SONO RICORDATO CHE A VENT'ANNI ANDAVO SPESSO LÌ E CI PASSAVO SEI O SETTE ORE, PERDENDOMI NELLA SALETTA DEDICATA AI VINILI JAZZ.
RICORDO CHE GIRAVO QUASI TUTTE LE COPERTINE PER SCOPRIRE CHI FOSSE IL CONTRABBASSISTA. POTEVA APPARIRE UNA FISSAZIONE, FORSE LO ERA, MA PER ME ERA COME UN LAVORO. UN LAVORO PASSIONALE: CONOSCERE IL SUONO CHE RICONOSCEVO PRIMA E MEGLIO DEGLI ALTRI.
CON QUESTA TECNICA DI SCRUPOLO SCOPRII, TRA GLI ALTRI, SCOTT LAFARO, EDDIE GOMEZ, MA SOPRATTUTTO GLI STRUMENTISTI MENO CONOSCIUTI.
E COSÌ MI PRESENTAVO AD ELIO, IL COMMESSO CON I CAPELLI BEIGE, CON LUNGHISSIME ED INUTILI LISTE. LUI LE LEGGEVA VELOCEMENTE E SCUOTEVA IL CAPO, MORMORAVA QUALCOSA E POI FINIVA PER PROPORMI ROBA FUSION, CHE COMUNQUE ALL'EPOCA RIUSCIVO AD APPREZZARE PER VIA DEL BASSO ELETTRICO.
PERÒ QUALCOSA LA SCOVAVO SEMPRE. SCOPRII IL GRANDE CHUCK DOMANICO GIRANDO UN VINILE DELLA CANTANTE DIANE SCHUUR. SCOPRII HARVIE SWARTZ FACENDO LO STESSO GESTO CON UN DISCO DEL FORMIDABILE PIANISTA STEVE KUHN, GRAZIE AL QUALE MI INCURIOSII ANCHE DI MIROSLAV VITOUS.
HO INIZIATO COSÌ, CON UNO STRANO METODO, MA ANCHE CON UNA PASSIONE FOLLE CHE NON AVEVO NESSUNA INTENZIONE DI ARRESTARE, NELLA SUA STRARIPANTE CORSA. ALL'EPOCA NON AVEVO PRATICAMENTE TEMPO DI INNAMORARMI O DI ANDARE TROPPO A ZONZO CON I MIEI COETANEI, CHE TROVAVO PIUTTOSTO DEPRIMENTI, CON LA LORO SMANIA DI DIVERTIMENTO.
ELIO MI CHIEDEVA CON UNO STUPORE MISTO A RIMPROVERO PERCHÉ MI “FOSSILIZZAVO” SUL CONTRABBASSO. LE MIE RISPOSTE NON LO SODDISFACEVANO. LE RISPOSTE NON SODDISFANO MAI, QUANDO NON C'È IL TERRENO ADATTO PER LA COMPRENSIONE. TANTO VALE NON RISPONDERE AFFATTO. MA QUESTO L'HO SCOPERTO NEGLI ANNI.
UNA VOLTA, VISIBILMENTE SECCATO, GLI DISSI: “PERCHÉ HA UN SUONO GRAVE”.
LUI SORRISE E REPLICÒ: “MA IL SAX È MOLTO PIÙ BELLO ED AFFASCINANTE”
“PER GLI ALTRI, NON PER ME”, TAGLIAI A CORTO, E CONTINUAI A PORTARGLI LISTE SEMPRE PIÙ DETTAGLIATE ED IMPROBABILI. MA INIZIÒ AD ACCONTENTARMI, CHIEDENDO AL SUO IMPORTATORE TITOLI DI CHARLIE HADEN, RON CARTER, NIELS HENNING ØRSTED PEDERSEN, MARC JOHNSON E DAVE HOLLAND. PER MUSICISTI MENO CONOSCIUTI POTEVA FARE POCO, MA ERO CAPARBIO ED ERO CAPACE DI ASPETTARE MESI E MESI.
IN QUEL PERIODO SOGNAVO UNA RELAZIONE CON UNA DONNA PIÙ ADULTA, MI PIACEVANO LE MADRI DEI MIEI AMICI E NON LE MIE COMPAGNE DI STUDIO O DI FESTA. NE AVEVO GIÀ PIENI I COGLIONI DEI DOVERI E DELLE COSE DA FARE PER ESSERE ACCETTATO NEL CIRCONDARIO, ME NE GIRAVO PER FATTI MIEI, SALTANDO LE DOMENICHE DAI PARENTI E GLI STUPIDI RITUALI DELL'INCOSCIENZA REGOLARE TIPICA DELL'ETÀ.
MI SENTIVO UN ANTOINE DOINEL RABBERCIATO, MA CON UN SUO PERCHÉ.
A CASA, MIO PADRE MI DICEVA CHE NON CAPIVA PERCHÉ MI PIACESSE TANTO IL SUONO DEL CONTRABBASSO, “NON SI SENTE QUASI, È MEGLIO IL PIANOFORTE”, MI DICEVA. IO CERCAVO DI FARGLI CAPIRE CHE ERA LUI A NON SENTIRLO, E CHE SI TRATTAVA DI UN SUONO DA STOMACO, DA PANCIA, DA ANIMA, CHE ERA UN SUONO DAL QUALE LASCIARSI INVADERE SENZA OPPORSI. NON L'HO MAI CONVINTO.
INVECCHIATE E MISTERIOSE SONO LE RAGIONI PER LE QUALI NON SONO DIVENTATO UN CONTRABBASSISTA. PROBABILMENTE PER VIA DI STIMOLI ESTERNI MANCANTI, MA ANCORA DI PIÙ PER LA PIÙ CONCRETA VOCAZIONE ALLA SCRITTURA. CI SONO STATI MOMENTI IN CUI HO AMARAMENTE RIMPIANTO DI NON AVER STUDIATO LO STRUMENTO, ED È CAPITATO QUANDO SCRIVERE MI INFASTIDIVA PERCHÉ MI METTEVA A NUDO. SUONANDO, LE EMOZIONI SONO MENO CHIARE, MENO SVELATE, MI DICEVO, MA È UNA CAZZATA. LE EMOZIONI SONO EMOZIONI E BASTA.
SONO CONTENTO COSÌ, HO AVUTO PIÙ TEMPO PER APPROFONDIRE LA MUSICA, GLI INTERPRETI, LE INCISIONI, PER INCURIOSIRMI SENZA MAI FERMARMI. SFORTUNATO SARÀ, NEL CASO, MIO FIGLIO, CHE DI CERTO TRASCINEREI DI PESO AL CONSERVATORIO PER AFFIDARLO AL MIO SOGNO DI UNA VITA.
NON SO CHE FINE ABBIA FATTO ELIO. SO CHE FU SBATTUTO FUORI PRIMA DELLA CHIUSURA DEL NEGOZIO. NOI VENDITORI DI DISCHI SIAMO UNA RAZZA DANNATA, C'È POCO DA FARE. C'È CHI È AFFONDATO NEL MARASMA E CHI HA DATO VIA LE CHIAPPE PER REINVENTARSI CON MANSIONI RIDICOLE E SVILENTI. QUANDO ELIO FU MANDATO VIA, IO ERO DIVENTATO UNO DEGLI ESPONENTI DELLA “NEW GENERATION” DEI DISQUAIRES, C'ERA STATO UN IDEALE PASSAGGIO DI CONSEGNE E RICORDO QUANTO ERO INGENUO E PIENO DI BUONA VOLONTÀ.
NEGLI ULTIMI DIECI ANNI HO VENDUTO DISCHI IN QUELLO CHE ERA A TUTTI GLI EFFETTI UN SUPERMERCATO CHE SI VOLEVA DARE ARIE DI SERIETÀ, CHE USAVA L'ABUSATA PAROLA “CULTURA” PER OGNI INIZIATIVA PROVINCIALE E CAFONA CHE PORTAVA AVANTI. UN SUPERMERCATO GESTITO PERLOPIÙ DA DEFICIENTI, INCOMPETENTI E PORTATO AVANTI DA TRISTISSIMI FIGURI FINITI LÌ PER CASO O PER AMICIZIE.
HO SCRITTO E DETTO QUESTE COSE ANCHE QUANDO MI TROVAVO DENTRO, NON SONO UNO CHE SI VENDICA IN DIFFERITA. A DIFFERENZA DI ALTRI, MI SONO COMPORTATO DA UOMO. PER QUALCUNO DA STUPIDO, FORSE: PER ME DA UOMO.
UN GENIO MI HA DETTO: “MA SE NON TI PIACEVA, SE TI FACEVA COSÌ RIBREZZO, PERCHÉ CI HAI LAVORATO?”
E BRAVO IL GENIO DELLA LAMPADA DA PITALE. BRAVISSIMO. BRILLANTE, BRILLANTE COME MISTER VERDE. SI DÀ IL CASO, ALADINO MONORCHIDE, CHE NON SONO “ANCHE” STIPENDIATO DAI GENITORI, AIUTATO DA QUALCHE MAGNATE DI FAMIGLIA, SPESATO DA AFFETTUOSI ELEMENTI DEL CIRCONDARIO PER EVITARMI EMICRANIE, TENSIONI E PREOCCUPAZIONI. HO FATTO TUTTO DA SOLO, MIO DOLCE GRISÙ RETTALE. MAMI E PAPI NON MI HANNO REGALATO APPARTAMENTI E FONDI BANCARI.
E CHE NON SONO NELLA LISTA DI AMICI DI FAMIGLIA PER SOSTENERE COLLOQUI DI LAVORO IL CUI ESITO È GIÀ SCONTATO, UNA MANO LAVA L'ALTRA E POSSIBILMENTE SI PULISCE PURE IL CULO.
IL GENIO MI HA POSTO LA DOMANDA PERCHÉ LUI VIVE ANCORA IN FAMIGLIA, È LA MADRE A PREOCCUPARSI SE GLI SPAGHETTI SONO SCOTTI E SE È ANDATO DI CORPO REGOLARMENTE. FACILE FARE DOMANDE, QUANDO È STATA LA COLF DI CASA A COMPRARTI LA CARTA IGIENICA, FACILE ESSERE SPIRITUALI QUANDO LE TUE LENZUOLA SONO PULITE E MAMMÀ TI SMACCHIA LE MUTANDE SENZA CHE TU NEMMENO TE NE ACCORGA.
“SEI PIENO DI LIVORE, SEI UNA PERSONA CATTIVA”, MI DISSE INVECE UNA DONNA CHE MI AVEVA SCELTO SU UN CATALOGO DI SOGNI INVENTATI DI SANA PIANTA E POI MI AVEVA RICUSATO CON ENERGIA, PER MOSTRARE AL MONDO IL SUO PENTIMENTO SINCERO E SCRUPOLOSO.
MA LIVORE MANCO PER UN CAZZO. MANCO PER UN CAZZO, TE LO GIURO E QUANTO TE LO GIURO. TE LO GIURO SULLA TUA PROSSIMA SCOPATA, TE LO GIURO SULL'EUCARISTICA IMPOSTAZIONE SOCIALE DEL TUO PROSSIMO AMANTE CON LA CAMICIA ABBOTTONATA BENE.
MI FACCIO I FATTI MIEI E TIRO AVANTI. TI SALUTO ALLORA DA UNA CUSTODIA DI CONTRABBASSO, AU REVOIR E UN VAFFANCULO VELOCE.
LIVORE, E PERCHÉ MAI. MA IN ASSOLUTO, NON NE VALE MAI LA PENA.
SI INCROCIA TANTA GENTE CON LA QUALE SI FINISCE PER SCOPRIRE INIMICIZIA E DISINTERESSE ALLA PRIMA GRATTATA DI SUPERFICIE CHE IL LIVORE SAREBBE UNA FATICA ENORME E MOLTO STUPIDA. POSSIAMO BUTTARCI LE BRACCIA AL COLLO, MASTURBARCI A VICENDA SOTTO IL TAVOLO, PROGETTARE UN FUTURO SENZA GAMBE, RACCONTARCI LE NOSTRE STORIE SENZA FOTTERCENE VERAMENTE, ANDARE AD UN CONCERTO INSIEME E POI DIMENTICARCI SENZA STRACCIARE LE PALLE AGLI AMICI IN ASCOLTO.
IN FONDO, CI SI ABBANDONA IN CONTINUAZIONE E SENZA AVERE LA REALE CHANCE DI INVERTIRE LA MARCIA. CI SI ABBANDONA PERCHÉ SONO PEZZI DI VITA CHE CI ABBANDONANO PER PRIMA, E CON LORO QUEL CHE NE CONSEGUIVA, INCONTRI, AMORI, LAVORI, COMPLICITÀ, CONNESSIONI, INCIUCI E DICHIARAZIONI FRETTOLOSE. ANCHE QUEL PATETICO AMMANTARE DI ETERNITÀ IL SESSO LASCIA ABBONDANTEMENTE IL TEMPO CHE TROVA. SI TRATTA, ESSENZIALMENTE, DI TRE QUARTI D'ORA DA INTERPRETARE OGNI VOLTA A PROPRIO PIACIMENTO, OVVIAMENTE PRELIMINARI INCLUSI E COCCOLE ESCLUSE. AH, ANCHE LA SIGARETTA POST ORGASMO È ESCLUSA PER UNA VENTATA DI SALUTISMO.
IN QUEI TRE QUARTI D'ORA TUTTO È POSSIBILE E TUTTO È QUEL CHE È E CHE SI FA. PUNTO. È ONESTO RENDERSI CONTO CHE IL TERRITORIO DI COSTRUZIONE FA RIFERIMENTO AD ALTRE DIMENSIONI, AD ALTRI MOVIMENTI, E CHE NON SEMPRE DUE CORPI CHE SI SCHIACCIANO E SI COMPRIMONO SONO LE VERE STELLE DA RICONOSCERE.
NON SO COME DA ELIO E DAI VINILI JAZZ SONO ARRIVATO A QUESTO, SI DEBORDA FACILMENTE, MA È ANCHE GIUSTO ESONDARE VISTO CHE NON C'È TROPPA VIGILANZA IN GIRO.
RIENTRANDO NEI BINARI, SI PARLA DI “GRANDE BELLEZZA” SPESSO, OGNUNO COLTIVA LA SUA O QUELLA CHE REPUTA TALE. PER ME LA GRANDE BELLEZZA, QUI E OGGI, È RAPPRESENTATA DA CIÒ CHE AMO E CHE SENTO APPARTENERMI. NON A CASO, DOPO ESSERMI DEPURATO DA ALCUNE SCORIE HO RITROVATO TUTTO IL “MIO” JAZZ, CON IN PIÙ DELLE AGGIUNTE INATTESE. E SONO QUI, ORA, A SCRIVERE CON “TRIO MUSIC” DI KUHN/HUMAIR/JENNY-CLARK, CON LE STESSE PROFONDE EMOZIONI DI QUINDICI ANNI FA E CON LA STESSA GRATITUDINE PER QUESTE MERAVIGLIE. NON È UN CASO SE HO VOLUTO SCRIVERE UN'ALTRA NOTA PER JEAN-FRANÇOIS, PER UN SENSO DI CONTINUITÀ, PER QUEL FILO CHE NON HO MAI DAVVERO ABBANDONATO E DAL QUALE MI SONO DISTANZIATO SOLO PERCHÉ DI BELLEZZA IN GIRO NON CE N'ERA E MI ERO ASSESTATO SULLA RABBIA, SOLO SU DI LEI.
SONO RIMASTO AFFEZIONATO, E TANTO, A QUEL GESTO, A QUEL RAGAZZO CHE GIRAVA LE COPERTINE DEI DISCHI NEI NEGOZI PER VEDERE LA VOCE CORRISPONDENTE A “DOUBLE BASS”, “CONTREBASSE”, “KONTRABAß” O “UPRIGHT BASS”. PROPRIO GRAZIE A QUEL GESTO TROVAI JEAN-FRANÇOIS, ERA UN DISCO DI MICHEL GRAILLIER, SE RICORDO BENE. NON HO MAI SMESSO DI GIRARE LE COPERTINE ALLA SMANIOSA RICERCA DELLA NOTIZIA PIÙ IMPORTANTE. ORA C'È INTERNET, DISPONGO DI MOLTI LIBRI ED È TUTTO PIÙ FACILE E ALLA PORTATA, SOPRATTUTTO SE LA MEMORIA REGGE. E PER ORA REGGE. ED A MAGGIOR RAGIONE RICORDO CON TENEREZZA QUEL GESTO ISTINTIVO E NECESSARIO, CHE MI APRIVA NUOVE STRADE DI CONOSCENZA E MI PORTAVA A SFIORARE IL LINGUAGGIO DI FRATELLI DIVERSI MA MAI LONTANI, SE NON GEOGRAFICAMENTE.
LA GRANDE BELLEZZA IN QUESTI TEMPI GRAMI E STRETTI È RITROVARSI TRA GLI AMORI LUNGHI E SERI DELLA VITA, QUELLI CHE NON CI HANNO MAI LASCIATI, LA GRANDE BELLEZZA È RIASCOLTARE QUEL LIVE DI BILL EVANS CON EDDIE GOMEZ E LA LORO ESECUZIONE DI “ELSA”, TRA COLPI DI TOSSE E BICCHIERI POSATI MALAMENTE SUI TAVOLI DAGLI SPETTATORI. LA GRANDE BELLEZZA È RINGRAZIARE DI AVERE ANCORA UDITO E ORECCHIE, E DI AVER MANTENUTO QUALCHE CURIOSITÀ E UNA INSPERATA FORMA DI DEVOZIONE.
NON SO DOVE SIA ADESSO ELIO, CONTINUO A NON APPREZZARE I DISCHI FUSION CHE MI PROPONEVA, MA GLI SONO GRATO PER LA PAZIENZA E PER QUEI DISCHI STRANI CHE MI FACEVA ARRIVARE, CONTENTANDOMI.
E NO CARO ELIO CHE IL SAX È PIÙ BELLO DEL CONTRABBASSO, IO NON HO MAI CAMBIATO IDEA ANCHE SE L'ETÀ ANAGRAFICA IMPORREBBE INUTILI RIVOLUZIONI NEI GUSTI, DI QUELLE CHE DOVREBBERO SIMBOLEGGIARE UN'EVOLUZIONE. NON SONO UNO DI QUEGLI ULTRAQUARANTENNI CHE SMANTELLA LA PROPRIA DISCOGRAFIA PER PORTARE LA MOGLIE AL MARE E FARE SPAZIO.
E PER POI PENTIRSI, QUANDO LA MAREA TORNA, PIÙ INCANTEVOLE DI PRIMA.
BUONA FORTUNA, VECCHIO ESPONENTE DELLA RAZZA DANNATA.
LDP, 29 APRILE 2014
CHUCK DOMANICO, JEAN-FRANÇOIS JENNY-CLARK, JEAN-PAUL CELEA, JEAN-JACQUES AVENEL, DAVE HOLLAND, CHARLIE HADEN, BUSTER WILLIAMS, MAARTEN VON REGTEREN ALTENA, BARRY GUY, BARRE PHILLIPS, PALLE DANIELSSON, GARY PEACOCK, HARVIE SWARTZ, CHUCK ISRAELS, DAVID IZENZON, STEVE SWALLOW, BJORN ALKE, ARILD ANDERSEN, FURIO DI CASTRI, MARC JOHNSON, OSCAR PETTIFORD, MONTY BUDWIG, PAUL CHAMBERS, RAY BROWN, PETER IND, CAMERON BROWN, MIROSLAV VITOUS, GEORGE MRAZ, CECIL MCBEE, STANLEY CLARKE, NIELS HENNING ORSTED PEDERSEN, GEORG RIEDEL, MADS VINDING, CHARLES MINGUS, ED SCHULLER, DOUG WATKINS, REGGIE WORKMAN, GEORGE DUVIVIER, CLINT HOUSTON, PAUL CHAMBERS, JAMIL NASSER, EDDIE GOMEZ, BJORN KJELLEMYR, MAURO GARGANO, THOMAS MORGAN, INGEBRIGT HAKER FLATEN, MATS EILERTSEN, ANDERS JORMIN, JESPER BODILSEN, WILLIAM PARKER, JESPER LUNDGAARD, RENAUD GARCIA-FONS, DIETER ILG, PAUL ROGERS, HARRY MILLER, JOHNNY DYANI, FRED HOPKINS, MALACHI FAVORS, MILT HINTON, MARCELLO MELIS, DODO GOYA, JOE KRENCKER, ANTHONY COX, CLAUDE TCHAMITCHIAN, JIM DE JULIO, MICHEL BENITA, PIERO LEVERATTO, GIORGIO AZZOLINI, GIORGIO BURATTI, BJORNAR ANDRESEN, CHRISTIAN MCBRIDE, REGINALD VEAL, ROBERT HURST III, MANFRED BRUNDL, TATSU AOKI, MOTOHARU YOSHIZAWA, TERUO NAKAMURA, NOBUYOSHI INO, KENT CARTER, RICCARDO DEL FRÀ, AVERY SHARPE, ATTILIO ZANCHI, SAM JONES, STAFFORD JAMES, MARK DRESSER, MARK HELIAS, HELENE LABARRIERE, JOELLE LEANDRE, DANIEL STUDER, BOBBY BURRI, BUELL NEIDLINGER, JOE FONDA, ALAN SILVA, SIRONE, HENRY GRIMES, BOB CRANSHAW, RED MITCHELL, JOHN PATITUCCI, ART DAVIS, RICHARD DAVIS, GLEN MOORE, LARRY GRENADIER, WILBUR LITTLE, STEVE RODBY, DAVID FRIESEN, BEN STREET, ERIC REVIS, GILBERT ROVERE, BEB GUERIN. FRANÇOIS MECHALI, LEON FRANCIOLI, PIERRE MICHELOT, GENE WRIGHT, ERIC VON ESSEN, FRANK TUSA E TUTTI QUELLI CHE HO DIMENTICATO E CHE RITROVERÒ PRESTO.