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Ma non ho fatto in tempo, perché Marcel Jacob si è suicidato il 21 luglio 2009, probabilmente fiaccato dai problemi di salute che lo perseguitavano da anni. Qui in Italia le notizie sulla sua morte sono state molto stringate - e guarda un po'- per nulla approfondite.
Marcel Jacob era davvero un bassista con un'impostazione neoclassica, nella misura in cui possiamo connotare questa definizione con il suo amore incondizionato per la musica di Ritchie Blackmore e dei suoi indimenticabili Rainbow, molto più dei Deep Purple. Più volte Marcel ha dichiarato che il suo modello di musicista era Blackmore, anche più di ogni bassista.
Marcel Jacob era davvero un bassista con un'impostazione neoclassica, nella misura in cui possiamo connotare questa definizione con il suo amore incondizionato per la musica di Ritchie Blackmore e dei suoi indimenticabili Rainbow, molto più dei Deep Purple. Più volte Marcel ha dichiarato che il suo modello di musicista era Blackmore, anche più di ogni bassista.
Il rapporto tra Jacob e Malmsteen pare sia stato difficile, ma è leggenda acclarata: tutti i musicisti che hanno attorniato il grande axeman hanno dovuto pagare uno scotto.
La sua creatura più personale, i Talisman, fondati con il cantante Jeff Scott Soto, sono stati un grande gruppo di rock melodico, uno degli esempi più fulgidi dell'efficacia svedese in materia di hard rock. Hanno riscosso un successo in fondo limitato rispetto alle potenzialità della band e dei singoli, troppo semplicisticamente incasellati in un ambito AOR/melodic al quale aderivano, ma con una personalità non frequentissima in quell'ambito, dove spesso la confezione perfetta (e la pulizia del suono, il non sconfinare mai in suoni troppi pesanti, la produzione spesso orientata all'effetto 'lacca') sacrifica una parte sostanziale della creatività.
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Nei sette album incisi in studio, i Talisman hanno prodotto musica di gran classe, potente e dai tratti vagamente commerciali (ma in accezione positiva) e nell'ultimo, intitolato semplicemente “7” ed inciso per la italiana Frontiers, si possono trovare imprevedibili e gioiose citazioni funk davvero trascinanti (in “Succumb 2 my desire” Jeff Scott Soto fa il verso a James Brown con una certa credibilità e in “Nowhere fast” il basso di Marre marca un groove funky e cadenzato). Questo tanto per confutare velocemente le definizioni restrittive, delle quali non se ne può più. |
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Marcel Jacob ha suonato negli Human Clay (anche qui con Scott Soto), nei Last Autumn's Dream (incrociando, come spesso gli è capitato in carriera, il collega bassista degli Europe John Leven, il quale ha suonato alla prima commemorazione per la morte di Marcel), nel buon album del chitarrista degli Europe John Norum “Total control” (e nell'introvabile “Live in Stockholm”), nel primo album dei fratelli Johansson, Jens e Anders, già collaboratori di Malmsteen e del pazzesco bassista svedese Jonas Hellborg (Jens Johansson è poi entrato negli Stratovarius). La lista di collaborazioni nobili avrebbe potuto essere più lunga ed economicamente redditizia, ma Marcel Jacob aveva una certa coerenza nello scegliere le situazioni.
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Come molti altri grandi del basso scomparsi prematuramente e non sulle labbra del grosso pubblico, Marcel Jacob è amatissimo dagli addetti ai lavori e da chi ha seguito fedelmente le band in cui ha militato, per il resto è un “oggetto” sconosciuto. Il caso di Marcel mi ricorda quello di Gary Thain, una leggenda del basso che solo negli ultimi anni sta vivendo una riscoperta; sarà che è entrato anche lui nel “club dei 27”, comunque è un bene andarlo a riascoltare con gli Uriah Heep, c'è di che stupirsi. Anche Marcel Jacob era un bassista di grandi capacità tecniche. Non uno “shredder”, ma solo per scelta; avrebbe di certo potuto sfornare un album solo infarcito di tapping e di virtuosismi accostabili a quelli di Billy Sheehan (ascoltare l'assolo di basso in “Standin' on fire” e “Great sandwich” dei Talisman per credere) e Stuart Hamm, ma ha preferito i Talisman e, in tutta evidenza, una ricerca melodica. |
La meritoria label svedese Sun Hill ha ristampato tutti gli album dei Talisman (inclusi i live ma esclusi naturalmente “Cats and dogs” e “7”) in un'elegante confezione deluxe, con tracce aggiuntive e interessanti note nei booklet. Il costo contenuto di queste preziose edizioni potrebbe essere un'occasione per conoscere questo bass hero che faceva di tutto, in effetti, per sfuggire ad una facile notorietà e per non accomodarsi amabilmente nello status- forse poco stimolante sulla lunga distanza- di super strumentista. |
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I Talisman, riformatisi per l'occasione dello Sweden Rock Festival quest'estate, hanno presentato il nuovo bassista Johan Niemann, già con Evergrey e Therion, ma hanno suonato praticamente un emozionante tributo al loro indimenticato fondatore. Gli artisti straordinari, come è stato Marcel “Marre” Jacob, sfuggono all'oblio grazie a quello che hanno lasciato, ma è sempre bene tenere presente la loro arte, ricordarla, rielaborarla, fermarsi un attimo, anche un solo attimo, e rinunciare al facile mainstream, al più banale word of mouth e a quella crudele legge umana e artistica che giustifica l'oblio con la velocità del nuovo arrembante; e che lascia a pochi di noi la voglia e la memoria sufficienti per non interrompere la portata di un vero dono, la musica dei grandi. |
MARCEL JACOB'S MAIN DISCOGRAPHY
Luca De Pasquale-Manuela Avino 2016