Il basso, amore a prima vista
INTERVISTA A
LUCIO MANCA
«Credo sia fondamentale comprendere, nel momento in cui si suonano diversi generi, l'importanza del tuo strumento in quel determinato contesto musicale per riuscire a comunicare la tua stessa personalità in colori differenti.»
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In un mercato discografico saturo e claudicante, incerto e spesso poco coraggioso, ci sono ancora piacevoli eccezioni e buone sorprese. Alludo al primo album solista del bassista italiano Lucio Manca, “Everybody Needs An Angel”, concept album interamente strumentale, che di questi tempi è un altro azzardo.
È con questo disco che ho scoperto la musica di Lucio Manca, che a dispetto della giovane età (è classe 1987) ha già maturato una solida esperienza, in studio e live, con gli ottimi Solid Vision, band di area prog metal, Monolythus, Natrium e collaborazioni prestigiose come quella con il primo cantante dei Dream Theater, Charlie Dominici.
Possiamo ascrivere Lucio, volendo proprio categorizzare, alla schiera dei bassisti tecnici; le qualità sono indiscutibili e le prospettive sono rosee, considerando il margine di crescita e la duttilità del musicista, che come vedremo ha una mente aperta e tanta voglia di continuare nel modo migliore.
Il disco solista di Lucio mette in mostra una preparazione tecnica molto elevata, ma anche una naturale propensione alla composizione, cosa questa che nel mondo del tech metal non sempre si posiziona all'altezza dell'esecuzione. Nel caso di Lucio Manca non c'è discrepanza tra lo strumentista e il compositore, si lavora su un doppio binario e lo dimostra il fatto stesso che il giovane bassista abbia scelto di proporre un progetto strumentale dalle sonorità indubbiamente metal ma rivelatore di svariate influenze e di future contaminazioni.
Possiamo dunque ben dire di avere un notevole “bassista da esportazione”, nel senso che la musica di Lucio Manca ha tutte le carte in regola per ottenere riscontri lusinghieri sulla scena internazionale. Ma ci si augura, anche, che l'Italia vada fiera delle sue eccellenze anche in campo musicale, portando avanti musicisti seri e competenti non necessariamente rivolti ai discutibili meccanismi commerciali della “domanda/richiesta”.
La scuola italiana del basso elettrico rock è ben viva, e Lucio è una presenza confortante in questo senso. Contatto Lucio, che gentilmente e rapidamente risponde alle mie domande. Questo è il nostro incontro a distanza, ma mi piace poter dire che in una delle sue risposte c'è una frase a mio avviso fondamentale: “I bassisti non agiscono nell'ombra e non sono semplici accompagnatori!”.
D'accordo con te, Lucio.
È con questo disco che ho scoperto la musica di Lucio Manca, che a dispetto della giovane età (è classe 1987) ha già maturato una solida esperienza, in studio e live, con gli ottimi Solid Vision, band di area prog metal, Monolythus, Natrium e collaborazioni prestigiose come quella con il primo cantante dei Dream Theater, Charlie Dominici.
Possiamo ascrivere Lucio, volendo proprio categorizzare, alla schiera dei bassisti tecnici; le qualità sono indiscutibili e le prospettive sono rosee, considerando il margine di crescita e la duttilità del musicista, che come vedremo ha una mente aperta e tanta voglia di continuare nel modo migliore.
Il disco solista di Lucio mette in mostra una preparazione tecnica molto elevata, ma anche una naturale propensione alla composizione, cosa questa che nel mondo del tech metal non sempre si posiziona all'altezza dell'esecuzione. Nel caso di Lucio Manca non c'è discrepanza tra lo strumentista e il compositore, si lavora su un doppio binario e lo dimostra il fatto stesso che il giovane bassista abbia scelto di proporre un progetto strumentale dalle sonorità indubbiamente metal ma rivelatore di svariate influenze e di future contaminazioni.
Possiamo dunque ben dire di avere un notevole “bassista da esportazione”, nel senso che la musica di Lucio Manca ha tutte le carte in regola per ottenere riscontri lusinghieri sulla scena internazionale. Ma ci si augura, anche, che l'Italia vada fiera delle sue eccellenze anche in campo musicale, portando avanti musicisti seri e competenti non necessariamente rivolti ai discutibili meccanismi commerciali della “domanda/richiesta”.
La scuola italiana del basso elettrico rock è ben viva, e Lucio è una presenza confortante in questo senso. Contatto Lucio, che gentilmente e rapidamente risponde alle mie domande. Questo è il nostro incontro a distanza, ma mi piace poter dire che in una delle sue risposte c'è una frase a mio avviso fondamentale: “I bassisti non agiscono nell'ombra e non sono semplici accompagnatori!”.
D'accordo con te, Lucio.
BMF: Domanda di rito, inevitabile: come hai iniziato? E’ stata naturale la scelta del basso elettrico?
LUCIO MANCA: Come dico sempre a tutti, la scelta del basso elettrico per me è stata un "amore a prima vista".
Provengo da una famiglia di musicisti: mio padre, mia sorella e mio fratello hanno sempre suonato la chitarra. Essendo ultimogenito ho sempre considerato mio fratello maggiore un idolo: Mauro. Per me lui, nella sua semplicità, è stato grande fonte di ispirazione per la musica che tutt'ora ascolto e l'ho sempre definito un "vero Rocker".
Lui ha collaborato con me per tanti anni in una band chiamata "Bremys" e successivamente ha realizzato anche le chitarre presenti nel mio primo solo album.
Mio fratello suonava la chitarra elettrica, ed io sono sempre stato la sua ombra!
Nel primo momento in cui presi in mano una chitarra avevo solo 6 anni, e gli chiesi di insegnarmi qualche accordo, ma dopo vari tentativi mi resi conto che non era molto naturale per me, ed insistendo sulle singole note del riff di quella canzone ("Smell Like teen Spirit" dei mitici Nirvana) gli dissi: "Posso accompagnarti in questo modo?" e lui mi rispose: "Beh si, pare tu sia nato per suonare il basso!"...
E da quel momento continuai a crescere musicalmente e negli anni, esercitandomi ogni giorno e studiando per tante ore questo magnifico strumento per cui pare io sia nato!
BMF: Quali sono stati i bassisti (e musicisti) che ti hanno ispirato di più? Hai avuto un modello bassistico di riferimento?
LM: Potrei senz'altro stilare una lista infinita dei grandi musicisti e bassisti che hanno segnato il mio percorso musicale, ma cercherò di citare solamente i più importanti per me: Philip Glass, Ryan Martinie, Victor Wooten, Les Claypool, Randy Coven, Stuart Hamm, Steve Di Giorgio, Justin Chancellor, Brian Bromberg, Billy Sheehan, John 5, Steve Vai.
BMF: Hai iniziato giovanissimo, eppure hai già maturato un tuo preciso stile. Cosa, secondo te, ha fomentato questa precocità? Ottimi ascolti di base, il contesto in cui ti sei mosso?
LM: Il "musicista" per me, è la persona che ha un rapporto a 360° con la musica e lo "strumentista" spesso ha un rapporto con la musica vissuto solo attraverso il proprio strumento. Credo sia fondamentale per definirsi "amanti della musica" o "amanti del proprio strumento" conoscere ed ascoltare tutta la musica. E' importante ascoltare per imparare, in qualunque frangente della nostra vita. La capacità di ascolto è la chiave di volta del nostro successo come comunicatori.
BMF: Volendo restare nelle aree di pertinenza, tu sei nel metal, nelle sue più svariate forme, dal prog metal al death, dal doom all’hard rock: i tuoi gusti musicali attingono molto dal mondo “pesante” ma da come suoni si capisce che ti piace anche altro… cosa?
LM: Sono felice di rispondere a questa domanda, sono amante di diversi generi e derivati come Il blues (country Blues, electric Blues etc.), il funk, come citato dell' heavy metal (alternative metal, nu metal, death metal, sludge etc.), jazz (jazz fusion, jazz samba etc.).
Oltre al rock mi piace molto anche il pop, il rap, l' industrial e la reggae music; La mia passione per tanti generi musicali mi ha davvero stimolato ed aiutato anche sotto l'aspetto lavorativo!
BMF: Solid Vision, Dominici, Raven Lord, Exorcism: parlaci di queste tue esperienze. In che modo, in ognuna di queste band, indirizzi diversamente il tuo suono?
LM: Ho avuto tantissime band in tutti questi bellissimi anni di musica, con cui ho avuto piccole e grandi occasioni di esibirmi live in giro per l'Italia e l'Europa.
Sono grato alla vita per queste grandi opportunità, grato a tutti i musicisti che ho avuto modo di incontrare in passato e grato "in anticipo" a tutti i nuovi musicisti che avrò modo di incontrare in futuro, perché il mio desiderio più grande sarà sempre quello di creare musica e suonare dal vivo per ancora tantissimi anni a venire!
Ogni giorno si imparano nuove cose, si matura e con grande determinazione e forza di volontà ci si migliora.
In tutte le mie band passate ed attuali ho sempre cercato di mantenere la mia stessa "essenza" ed ho imparato a perfezionarmi musicalmente parlando; credo sia fondamentale comprendere, nel momento in cui si suonano diversi generi, l'importanza del tuo strumento in quel determinato contesto musicale per riuscire a comunicare la tua stessa personalità in colori differenti.
BMF: Hai inciso un gran bel disco solista, “Everybody needs an angel”. Come è nata l’idea di un disco solo? Hai in programma di inciderne altri a tuo nome?
LM: Sono davvero orgoglioso di "Everybody Needs an Angel". Credo sia il raggiungimento di un grande obiettivo per ogni musicista, incidere un album che lo rappresenti.
Lo definirei un album molto "particolare", perché nonostante l'assenza di una voce narrante è un "Concept Album" ed è ricco di simbologia.
Racconta di una storia che ho scritto, che mi appartiene a livello personale. Anche se non è stato semplice, spero di essere riuscito a comunicare agli ascoltatori, tramite queste composizioni, tutte le mie emozioni. Ho assolutamente intenzione di incidere un prossimo solo album! Ho tantissimo materiale pronto ma sono sincero nel dire che sto concedendo solo i "ritagli" del mio tempo a queste nuove composizioni. Sono attualmente molto impegnato in tanti progetti musicali di diverso genere e preferisco focalizzarmi senza fretta su ogni singolo lavoro e significato.
BMF: Parlando di basso elettrico nel metal, dopo la svolta “tecnica” degli anni ‘80/’90 con Sheehan, Hamm, Coven e Franklin, oggi abbiamo strumentisti eccezionali come Mike LePond, John Myung, Steve DiGiorgio, Thesseling, Troy Tipton, Nick Schendzielos, etc. Come vedi lo sviluppo del basso elettrico nel genere? Credi che il basso sia definitivamente uscito dall’ombra del comprimario?
LM: Assolutamente si! Credo che illustrissimi nomi come quelli che hai citato non abbiano fatto altro che elevare la figura del basso elettrico da comprimaria ad elemento fondamentale ed essenziale di un insieme. I bassisti non agiscono nell'ombra e non sono semplici accompagnatori!
BMF: Editoria musicale e mercato discografico. Personalmente ho assistito al declino, avendo venduto dischi per vent’anni; siamo sicuri che la colpa sia esclusivamente della musica liquida? Non credi che si osi anche poco, oggi, e che l’heavy metal sia rimasta una delle poche sacche di genuina resistenza al livellamento verso il basso della musica?
LM: Premetto che ci sarebbero tante cose da dire ma non voglio perdermi in discorsi lunghi e noiosi.
Per il mercato discografico ci sono davvero poche buone notizie: le migliaia di copie vendute del disco di Beyoncé, che a volte non bastano nemmeno.
Alcune "enormi" band, per evitare l'imbarazzo delle poche vendite, ricorrono al download gratuito.
Sono anni di costante erosione davanti al diffondersi della pirateria, alla crescente preferenza degli ascoltatori verso l'acquisto di singoli brani digitali anziché degli album: è diventata una strage!
Le case discografiche licenziano il personale, le etichette si estinguono oppure si fondono fra loro.
Nonostante la catastrofe dell'industria discografica, la gente non ha mai smesso di ascoltare tanta musica e questo sotto l'aspetto "umano"
è una grande cosa.
Esiste il fenomeno del nuovo mercato delle piattaforme legali, un fenomeno sempre più in crescita, ma dall'altra parte c'è il mercato illegale della rete.
Molte major sono andate avanti a testa bassa perché ormai non si parlava più di un percorso redditizio.
Dal caso Napster/Metallica fino al trionfo di Steve Jobs con l'Ipod...
Con dignità si guarda al futuro, ma nonostante ciò io personalmente preferisco comprare i dischi.
BMF: Hai solo ventisette anni. In che ottica guardi al tuo futuro di strumentista e di compositore? Ti sei prefissato dei traguardi specifici?
LM: "La musica è il linguaggio universale di Dio". Suonare e comporre musica resterà sempre una necessità fondamentale ed indispensabile per me e per il benessere della mia anima.
L'uomo attraverso la musica trasmette i suoi sentimenti, le sue paure, le sue sensazioni... Ancora oggi vivo la musica con la stessa passione di quando ero bambino e mi auguro di vivere ancora cento anni,
solo per non smettere mai!
BMF: Ultima domanda sul basso fretless. Che rapporto hai con lo strumento? Concordi con quella scuola di pensiero che vuole fretless e fretted come due strumenti cugini ma separati alla nascita per timbro, registro e utilizzo?
LM: Trovo sia importante specificare che il primo bassista ad utilizzare il basso fretless in Italia fu il mitico Red Canzian dei Pooh nel 1971!
Adoro il basso fretless, é uno strumento magnifico, richiede certamente molta esperienza.
Io credo che il fretted e fretless siano varianti di uno stesso strumento: Con il fretless si ottengono delle sonorità più espressive in alcune parti piuttosto che in altre, ci sono anche altre sfumature e differenze fra cui quella del suonare le note in una tastiera senza tasti!
Molti tendono a definire il fretless cugino del contrabbasso nonostante la notevole differenza di dimensioni dello strumento, impostazione del corpo (verticale), della mano, per la bellissima tecnica dell'arco, etc.
Ogni strumento ha il suo approccio e la sua fisicità!
LUCIO MANCA: Come dico sempre a tutti, la scelta del basso elettrico per me è stata un "amore a prima vista".
Provengo da una famiglia di musicisti: mio padre, mia sorella e mio fratello hanno sempre suonato la chitarra. Essendo ultimogenito ho sempre considerato mio fratello maggiore un idolo: Mauro. Per me lui, nella sua semplicità, è stato grande fonte di ispirazione per la musica che tutt'ora ascolto e l'ho sempre definito un "vero Rocker".
Lui ha collaborato con me per tanti anni in una band chiamata "Bremys" e successivamente ha realizzato anche le chitarre presenti nel mio primo solo album.
Mio fratello suonava la chitarra elettrica, ed io sono sempre stato la sua ombra!
Nel primo momento in cui presi in mano una chitarra avevo solo 6 anni, e gli chiesi di insegnarmi qualche accordo, ma dopo vari tentativi mi resi conto che non era molto naturale per me, ed insistendo sulle singole note del riff di quella canzone ("Smell Like teen Spirit" dei mitici Nirvana) gli dissi: "Posso accompagnarti in questo modo?" e lui mi rispose: "Beh si, pare tu sia nato per suonare il basso!"...
E da quel momento continuai a crescere musicalmente e negli anni, esercitandomi ogni giorno e studiando per tante ore questo magnifico strumento per cui pare io sia nato!
BMF: Quali sono stati i bassisti (e musicisti) che ti hanno ispirato di più? Hai avuto un modello bassistico di riferimento?
LM: Potrei senz'altro stilare una lista infinita dei grandi musicisti e bassisti che hanno segnato il mio percorso musicale, ma cercherò di citare solamente i più importanti per me: Philip Glass, Ryan Martinie, Victor Wooten, Les Claypool, Randy Coven, Stuart Hamm, Steve Di Giorgio, Justin Chancellor, Brian Bromberg, Billy Sheehan, John 5, Steve Vai.
BMF: Hai iniziato giovanissimo, eppure hai già maturato un tuo preciso stile. Cosa, secondo te, ha fomentato questa precocità? Ottimi ascolti di base, il contesto in cui ti sei mosso?
LM: Il "musicista" per me, è la persona che ha un rapporto a 360° con la musica e lo "strumentista" spesso ha un rapporto con la musica vissuto solo attraverso il proprio strumento. Credo sia fondamentale per definirsi "amanti della musica" o "amanti del proprio strumento" conoscere ed ascoltare tutta la musica. E' importante ascoltare per imparare, in qualunque frangente della nostra vita. La capacità di ascolto è la chiave di volta del nostro successo come comunicatori.
BMF: Volendo restare nelle aree di pertinenza, tu sei nel metal, nelle sue più svariate forme, dal prog metal al death, dal doom all’hard rock: i tuoi gusti musicali attingono molto dal mondo “pesante” ma da come suoni si capisce che ti piace anche altro… cosa?
LM: Sono felice di rispondere a questa domanda, sono amante di diversi generi e derivati come Il blues (country Blues, electric Blues etc.), il funk, come citato dell' heavy metal (alternative metal, nu metal, death metal, sludge etc.), jazz (jazz fusion, jazz samba etc.).
Oltre al rock mi piace molto anche il pop, il rap, l' industrial e la reggae music; La mia passione per tanti generi musicali mi ha davvero stimolato ed aiutato anche sotto l'aspetto lavorativo!
BMF: Solid Vision, Dominici, Raven Lord, Exorcism: parlaci di queste tue esperienze. In che modo, in ognuna di queste band, indirizzi diversamente il tuo suono?
LM: Ho avuto tantissime band in tutti questi bellissimi anni di musica, con cui ho avuto piccole e grandi occasioni di esibirmi live in giro per l'Italia e l'Europa.
Sono grato alla vita per queste grandi opportunità, grato a tutti i musicisti che ho avuto modo di incontrare in passato e grato "in anticipo" a tutti i nuovi musicisti che avrò modo di incontrare in futuro, perché il mio desiderio più grande sarà sempre quello di creare musica e suonare dal vivo per ancora tantissimi anni a venire!
Ogni giorno si imparano nuove cose, si matura e con grande determinazione e forza di volontà ci si migliora.
In tutte le mie band passate ed attuali ho sempre cercato di mantenere la mia stessa "essenza" ed ho imparato a perfezionarmi musicalmente parlando; credo sia fondamentale comprendere, nel momento in cui si suonano diversi generi, l'importanza del tuo strumento in quel determinato contesto musicale per riuscire a comunicare la tua stessa personalità in colori differenti.
BMF: Hai inciso un gran bel disco solista, “Everybody needs an angel”. Come è nata l’idea di un disco solo? Hai in programma di inciderne altri a tuo nome?
LM: Sono davvero orgoglioso di "Everybody Needs an Angel". Credo sia il raggiungimento di un grande obiettivo per ogni musicista, incidere un album che lo rappresenti.
Lo definirei un album molto "particolare", perché nonostante l'assenza di una voce narrante è un "Concept Album" ed è ricco di simbologia.
Racconta di una storia che ho scritto, che mi appartiene a livello personale. Anche se non è stato semplice, spero di essere riuscito a comunicare agli ascoltatori, tramite queste composizioni, tutte le mie emozioni. Ho assolutamente intenzione di incidere un prossimo solo album! Ho tantissimo materiale pronto ma sono sincero nel dire che sto concedendo solo i "ritagli" del mio tempo a queste nuove composizioni. Sono attualmente molto impegnato in tanti progetti musicali di diverso genere e preferisco focalizzarmi senza fretta su ogni singolo lavoro e significato.
BMF: Parlando di basso elettrico nel metal, dopo la svolta “tecnica” degli anni ‘80/’90 con Sheehan, Hamm, Coven e Franklin, oggi abbiamo strumentisti eccezionali come Mike LePond, John Myung, Steve DiGiorgio, Thesseling, Troy Tipton, Nick Schendzielos, etc. Come vedi lo sviluppo del basso elettrico nel genere? Credi che il basso sia definitivamente uscito dall’ombra del comprimario?
LM: Assolutamente si! Credo che illustrissimi nomi come quelli che hai citato non abbiano fatto altro che elevare la figura del basso elettrico da comprimaria ad elemento fondamentale ed essenziale di un insieme. I bassisti non agiscono nell'ombra e non sono semplici accompagnatori!
BMF: Editoria musicale e mercato discografico. Personalmente ho assistito al declino, avendo venduto dischi per vent’anni; siamo sicuri che la colpa sia esclusivamente della musica liquida? Non credi che si osi anche poco, oggi, e che l’heavy metal sia rimasta una delle poche sacche di genuina resistenza al livellamento verso il basso della musica?
LM: Premetto che ci sarebbero tante cose da dire ma non voglio perdermi in discorsi lunghi e noiosi.
Per il mercato discografico ci sono davvero poche buone notizie: le migliaia di copie vendute del disco di Beyoncé, che a volte non bastano nemmeno.
Alcune "enormi" band, per evitare l'imbarazzo delle poche vendite, ricorrono al download gratuito.
Sono anni di costante erosione davanti al diffondersi della pirateria, alla crescente preferenza degli ascoltatori verso l'acquisto di singoli brani digitali anziché degli album: è diventata una strage!
Le case discografiche licenziano il personale, le etichette si estinguono oppure si fondono fra loro.
Nonostante la catastrofe dell'industria discografica, la gente non ha mai smesso di ascoltare tanta musica e questo sotto l'aspetto "umano"
è una grande cosa.
Esiste il fenomeno del nuovo mercato delle piattaforme legali, un fenomeno sempre più in crescita, ma dall'altra parte c'è il mercato illegale della rete.
Molte major sono andate avanti a testa bassa perché ormai non si parlava più di un percorso redditizio.
Dal caso Napster/Metallica fino al trionfo di Steve Jobs con l'Ipod...
Con dignità si guarda al futuro, ma nonostante ciò io personalmente preferisco comprare i dischi.
BMF: Hai solo ventisette anni. In che ottica guardi al tuo futuro di strumentista e di compositore? Ti sei prefissato dei traguardi specifici?
LM: "La musica è il linguaggio universale di Dio". Suonare e comporre musica resterà sempre una necessità fondamentale ed indispensabile per me e per il benessere della mia anima.
L'uomo attraverso la musica trasmette i suoi sentimenti, le sue paure, le sue sensazioni... Ancora oggi vivo la musica con la stessa passione di quando ero bambino e mi auguro di vivere ancora cento anni,
solo per non smettere mai!
BMF: Ultima domanda sul basso fretless. Che rapporto hai con lo strumento? Concordi con quella scuola di pensiero che vuole fretless e fretted come due strumenti cugini ma separati alla nascita per timbro, registro e utilizzo?
LM: Trovo sia importante specificare che il primo bassista ad utilizzare il basso fretless in Italia fu il mitico Red Canzian dei Pooh nel 1971!
Adoro il basso fretless, é uno strumento magnifico, richiede certamente molta esperienza.
Io credo che il fretted e fretless siano varianti di uno stesso strumento: Con il fretless si ottengono delle sonorità più espressive in alcune parti piuttosto che in altre, ci sono anche altre sfumature e differenze fra cui quella del suonare le note in una tastiera senza tasti!
Molti tendono a definire il fretless cugino del contrabbasso nonostante la notevole differenza di dimensioni dello strumento, impostazione del corpo (verticale), della mano, per la bellissima tecnica dell'arco, etc.
Ogni strumento ha il suo approccio e la sua fisicità!
Luca De Pasquale-Manuela Avino2015
DISCOGRAFIA LUCIO MANCA:
Bavarja – Chi saprà accettare sempre disprezzerà (2007)
Bremys – Bremys (2008)
Natrium – Inscribed In The Victim Scars (2008)
Bavarja – Nodo alla gola (2009)
Bremys – Resurgo (2010)
Solid Vision – Sacrifice (2010)
Solid Vision – Eleven 11.11.11 cd+dvd live (2011)
Monolythus – Anything Is Better Than Lie (2012)
Lucio Manca – Everybody Needs An Angel (2013)
Exorcism - I am God (2014)
CORANTA - Su Maistu (2014);
Iknausea - What really pisses me off (2014);
Exorcism - World In Sin (2015);
Bavarja – Chi saprà accettare sempre disprezzerà (2007)
Bremys – Bremys (2008)
Natrium – Inscribed In The Victim Scars (2008)
Bavarja – Nodo alla gola (2009)
Bremys – Resurgo (2010)
Solid Vision – Sacrifice (2010)
Solid Vision – Eleven 11.11.11 cd+dvd live (2011)
Monolythus – Anything Is Better Than Lie (2012)
Lucio Manca – Everybody Needs An Angel (2013)
Exorcism - I am God (2014)
CORANTA - Su Maistu (2014);
Iknausea - What really pisses me off (2014);
Exorcism - World In Sin (2015);