MARCO SERRATO
EL CAPITÁN SALIÓ A COMER...
ALONE RECORDS (2016)
Inspired by the illustrations of Robert Crump that accompanied the first issue of Charles Bukowsky book’s titled “The Captain Is Out to Lunch and the Sailors Have Taken Over the Ship” (1998), Marco Serrato with his latest release “El capitàn saliò a comer” (2016) gives us a really suggestive work, where double bass becomes far more than an instrument. It seems to listen to an emotionally intimate tale told by a rural musician in the early twentieth century, through simple and raw arrangements, but the ones created on upright bass can only lead to an extraordinary accomplishment. We ought not to expect any expression of virtuoso playing or avant-garde improvisations, these are short stories whose developments are all made up by glissando to shift between silence and vibrant notes, harmonies almost jazz and all stripped-down melodies which work very well as a whole. |
Ispiratosi alle illustrazioni di Robert Crump contenute nella prima edizione del libro di Charles Bukowsky “Il Capitano è fuori a pranzo e i marinai prendono il comando” (1998), Marco Serrato con questo suo ultimo lavoro solista “El capitàn saliò a comer” (Alone Records-2016) ci fa dono di un lavoro suggestivo in cui il contrabbasso si rivela qualcosa di più di un semplice strumento. Sin dalle prime note ci si ritrova immersi e soggiogati da un racconto intimo ed emotivo quasi ad imitare la più autentica arte dei musicisti folk dei primi del ‘900, ricorrendo ad arrangiamenti semplici e grezzi, e dando alla luce un risultato unico e straordinario, come tutto ciò che prende forma lungo le corde ad un tempo ruvide e scivolose del contrabbasso. Non dobbiamo aspettarci prove di virtuosismo o di improvvisazioni d’avanguardia, al contrario ci troviamo di fronte a dei brevi ma intensi frammenti i cui sviluppi vengono assecondati dai profondi glissati di Serrato, in una alternanza quasi mistica di silenzi e note vibranti, armonie quasi jazzate e melodie ridotte alla loro essenza primordiale, elementi che nell’insieme hanno senz’altro contribuito alla riuscita del progetto. |
The change of sound along the six tracks of the album is tangible the closer you get to the end of this meditative path: the wood is stressed since the first tunes but with “The mountain Builder” will be at its peak, Charlie Haden’s reminiscence here is particularly evident. A blues inspiration can be percieved in “Thimble Capp” while in “Alto Padre” the emotional tension is resolved by ever deeper shades, culminating through “Los Nietos” in dissonant chords which are repeated and developed as in the refrain of an acoustic rock melodic line, which is the perfect conclusion of a record that looks like a trip back in time. A melancholy but very intense travel through feelings, colors and the personal sequence of different pictures closed into an album full of memories finally expressed by the music and the heavy as well a robust voice of the double bass. |
L’evoluzione del sound lungo le sei tracce del disco è sempre più tangibile man mano che ci si avvicina alla fine di questo percorso meditativo: il legno prevale sin dalle prime note ma è con “The Mountain Builder” che raggiunge il suo climax, ed il rimando al suono caldo ed inebriante di Charlie Haden è qui particolarmente evidente. Una ispirazione blues è a tratti rinvenibile in “Thimble Capp” mentre nel brano “Alto Padre” la tensione emotiva sembra risolversi mediante gli affondi sempre più gravi lungo le corde dello strumento per poi culminare nelle dissonanze di “Los Nietos”, con accordi e brevi scale ripetute a più riprese alla stregua di un refrain ascoltato lungo la linea melodica di una ballad di rock acustico, la conclusione perfetta di un disco che ha tutte le sembianze di un sentiero che prosegue a ritroso nel tempo. Un viaggio intriso di toni malinconici ma intensi, che spiana la strada a sensazioni, colori nonché alla sequenza tutta personale di immagini racchiuse come in un album di foto stracolmo di ricordi finalmente espressi attraverso la musicalità e la voce densa e incisiva del contrabbasso. |
We already knew Marco Serrato as the bass player/vocalist in Orthodox, Jacob and Hidden Forces Trio. He has already proved to be a courageous and skilled soloist since his first tape called “Taaru” (It’also the name of his beautiful ceramics as a creative sculptor), a project licensed by Knockturne Records in 2013. This is a twelve songs album of free improvisation for and with double bass, in which Serrato moves back and zooms on his main and valuable influences, such important names like Henry Grimes, Mats Gustafsson, Keiji Haino and Simon H. Fell the double bass player and composer who sang the praises of Serrato’s second solo album “Seis canciones para Cuervo” (Alone Records) released the year after, in 2014. |
Abbiamo già conosciuto Marco Serrato in qualità di bassista e cantante del gruppo doom Orthodox, nel progetto Jacob con David Cordero e nell’ Hidden Forces Trio per nominare solo alcune delle sue collaborazioni. Come solista ha già dato prova della sua abilità fin dalla sua prima incisione “Taaru” licenziata nel 2013 dalla Knockturne Records (E’ anche il nome dato alle meravigliose ceramiche da lui stesso create). Si tratta di un album di pura improvvisazione free sviluppato in dodici tracce con e per contrabbasso, nelle quali Serrato dà voce ad alcune delle sue personali influenze, nomi di rilievo come Henry Grimes, Mats Gustafsson, Keiji Haino e Simon H. Fell, il contrabbassista e compositore che ha tessuto le lodi del suo lavoro solista uscito l’anno immediatamente successivo “Seis canciones para Cuervo” (Alone Records-2014). |